I Cantoni devono essere autorizzati a fermarli in dogana. Postulato leghista a Berna
Condivisione dell’auto? I frontalieri manco si sognano. Dall’ultimo rilevamento effettuato dal Dipartimento del Territorio, pubblicato nei mesi scorsi, è emerso che ben l’87% delle vetture con targhe italiche varca la ramina con a bordo il solo conducente.
Addirittura, col passare del tempo, le auto di permessi G che trasportano più persone diminuiscono invece di aumentare.
Le conseguenze viarie di tale stato di cose, specialmente nel Mendrisiotto e nel Luganese, sono sotto gli occhi di tutti. Le strade sono infesciate di targhe azzurre con le notorie ripercussioni negative sulla qualità di vita degli abitanti: inquinamento, esposizione al rumore, difficoltà negli spostamenti, eccetera. Tutte situazioni che conosciamo fin troppo bene e sulle quali non serve dilungarsi.
L’andazzo è destinato a peggiorare. Il numero dei frontalieri, infatti, cresce di continuo: ormai siamo a quota 80mila. E sono solo quelli dichiarati. Questo scempio accade perché la partitocrazia ha rifiutato di concretizzare la preferenza indigena ed i contingenti votati dal popolo. La preferenza indigena light (invereconda ciofeca targata PLR) il salario minimo (regalo ai frontalieri) e le misure accompagnatorie non hanno impedito l’assunzione di un solo frontaliere. Non la impediranno nemmeno in futuro.
Sempre peggio
I due partiti fotocopia P$ e Verdi-anguria continuano a remenarla con il traffico e l’ambiente, però si oppongono isterici a qualsiasi misura volta a limitare il frontalierato. Perché i $inistrati sono spalancatori di frontiere e immigrazionisti. Altro che “clima”!
Tanto per non farsi mancare niente, i soldatini della partitocrazia incadregati alle Camere federali hanno deciso di consentire ai frontalieri l’uso delle auto private per spostamenti professionali, approvando la mozione del “senatore” PLR Martin Schmid (Martin chi?). Non ci vuole molta fantasia per immaginare che questa nuova “opportunità” finirà con lo stimolare ulteriormente i permessi G a raggiungere la Svizzera in auto invece che in treno. Ecco come i politicanti del Triciclo sotto le cupole federali, compresi gli esponenti ticinesi, tutelano la viabilità di questo sfigatissimo Cantone!
Ah già: come ha spiegato la ministra delle finanze PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS), l’obiettivo è “agevolare i datori di lavoro dei frontalieri”. Complimenti al duo liblab Schmid e Ka-Ka-eS! Sono queste le priorità dell’ex partitone? Rendere la vita sempre più facile a chi assume frontalieri al posto di indigeni? Avanti così!
La tassa d’entrata
E’ evidente che i problemi viari provocati dagli eccessi del frontalierato vanno risolti intervenendo sulla causa. Non è accettabile pensare di farlo penalizzando in modo indiscriminato la totalità degli automobilisti, compresi i residenti, i quali hanno tutto il diritto di potersi spostare liberamente in casa propria.
Al proposito ricordiamo che nel 2016 la Lega a Berna ha proposto l’introduzione di una tassa d’entrata per frontalieri, con un duplice obiettivo 1) disincentivarne l’arrivo 2) chiamarli a contribuire ai costi di manutenzione delle nostre strade. Inutile dire che sia il governicchio federale che il parlatoio bernese hanno detto njet (inclusi gli esponenti ticinesi del Triciclo).
La proposta ginevrina
Il Ticino non è ovviamente il solo Cantone ad avere problemi di viabilità provocati dall’esubero di permessi G.
Tutte le regioni ad alta concentrazione di frontalieri si trovano confrontate con situazioni simili.
Nel Canton Ginevra – anche lì il 2 aprile si terranno le elezioni cantonali – varie forze politiche hanno formulato proposte sul tema. Una di esse viene dall’ex consigliere di Stato ex PLR Pierre Maudet (che tenta ora di rientrare nel governicchio ginevrino con un suo partito). Essa prevede, durante le ore di punta, un divieto di entrare nel Cantone attraverso i valichi secondari per i veicoli con a bordo una sola persona.
La suggestione è di certo interessante. I Cantoni di confine devono avere la possibilità di prendere decisioni di questo tipo. Altrimenti i frontalieri uno per macchina saranno sempre più, e le nostre strade scoppieranno. Senza un intervento energico, il car pooling e la mobilità aziendale non decollano: le (deludenti) cifre citate in ingresso non lasciano spazio ai dubbi. La Lega, per il tramite di chi scrive, ha quindi depositato un postulato a Berna. Seguiranno a breve interventi a livello cantonale.
Nessuna discriminazione
E che la partitocrazia non ci venga a raccontare le solite fregnacce sulla presunta “discriminazione”. Se a mandare a ramengo la viabilità ticinese sono le targhe azzurre, è ovvio che si deve intervenire sulle targhe azzurre. Si chiama principio di causalità. Ed è uno di quei concetti con cui la casta ama sciacquarsi la bocca quando si tratta di mungerei cittadini con sempre nuovi balzelli per fare cassetta. Ma vuoi vedere che anche questo principio si applica a senso unico? E che quando diventa d’ostacolo alla devastante libera circolazione delle persone scatta il “contrordine compagni, stavamo scherzando” perché… frontiere spalancate über Alles?
Lorenzo Quadri