Virus: la casta ha avviato la macchina del fango contro chi sottolinea verità scomode

La partitocrazia spalancatrice di frontiere, quella che “i 70mila frontalieri in arrivo dalla Lombardia (principale focolaio epidemico d’Occidente!) devono entrare tutti”, senza pudore pretende di mettere la museruola all’opinione pubblica (invece della mascherina). Frontiere spalancate ma bocche cucite! Questo, naturalmente, per pura convenienza politica: le elezioni comunali sono dietro l’angolo. Sicché, a lorsignori del triciclo ed ai loro scribacchini di servizio dà maledettamente fastidio che si facciano rimarcare alcuni “fatterelli” (che poi tanto fatterelli non sono) avvenuti in questi giorni. E quindi si agitano e – in mancanza di argomenti – lanciano scomposte accuse di sciacallaggio accompagnate da denigrazioni assortite. Uhhh, che pagüüüraaa!

Noi non ci stiamo, e non ci facciamo né imbavagliare né censurare. E quindi non abbiamo alcun problema a ricordare ai nostri lettori alcune cosette da tenere bene a mente.

  • Il Mattino già tre settimane fa, alla scoperta dei primi contagi “ufficiali” in Lombardia, chiedeva la chiusura delle frontiere. Quei deputati che si sono subito attivati con richieste in questo senso, sono stati coperti di palta da soldatini e scribacchini della partitocrazia. Sicché, avanti con la shitstorm a suon di accuse di “sciacallaggio” e di “fare campagna politica sfruttando le paure delle gente”! E invece, se le frontiere fossero state chiuse subito, facendo passare solo i frontalieri necessari al sistema sanitario, poco ma sicuro che il Ticino non si troverebbe nella situazione attuale. E magari nemmeno il resto della Svizzera.
  • Oltre ai soliti $inistrati spalancatori di frontiere, che ormai sono dei casi persi, a strillare istericamente contro il Mattino, la Lega e l’Udc c’era anche un certo numero di alti papaveri del PPD. Venerdì il Consiglio federale ha rifiutato di chiudere le frontiere con il Belpaese. Nemmeno ha voluto introdurre dei controlli sanitari in entrata. Perché questi signori non sono dei ministri svizzeri. Questi sono dei servi di Bruxelles. E cosa fa il PPD? Ecco che il partito, visto che le elezioni comunali sono dietro l’angolo, divulga un comunicato stampa in cui chiede la chiusura immediata delle frontiere. Ma come, non era “sciacallaggio”? Non era “campagna politica sfruttando le paure”? Qui c’è gente che la vergogna non sa più dove sta di casa.
  • E come la mettiamo con l’ex partitone? Un paio di settimane fa, il sommo cadregaro PLR Mauro Dell’Ambrogio scriveva che chi chiede di far entrare solo i frontalieri che servono al settore sanitario ha “il coronavirus in testa” ed è “tarato”. Qualche giorno dopo, per mera convenienza elettorale, il PLR ticinese dichiara tramite comunicato stampa che la chiusura delle frontiere “non è un tabù”. Intanto però i suoi esponenti a Berna si esprimono contro la chiusura. Ed il consigliere federale PLR ticinese (?) Ignazio Cassis, medico per di più, va in giro a vantarsi di aver chiesto lui all’Italia di lasciar passare i frontalieri!
  • Sull’area ro$$overde, stendiamo un velo, anzi un burqa pietoso. I $inistrati sono quelli che più forte di tutti strillavano al “vile sciacallaggio”. Ancora adesso non vogliono la chiusura delle frontiere ed i loro rappresentanti a Berna lo dicono tranquillamente anche davanti a Consiglieri federali. Il consigliere di Stato P$ kompagno Manuele Bertoli non voleva nemmeno chiudere le scuole. Alla chiusura si è arrivati solo perché alcuni comuni, ed in prima linea Lugano grazie alla maggioranza leghista, ha deciso di fare lo strappo e di togliere l’obbligo di frequenza. Poi è arrivato anche l’ordine da Berna.

 

Tenere a mente

Queste cosette – e ce ne sarebbero tante altre – i cittadini ticinesi se le devono ricordare. E noi gliele ricorderemo. E se qualcuno pensa di farci tacere farneticando che parlare è “da avvoltoi”, questo qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole! Non abbiamo alcuna intenzione di stare zitti a comando secondo il buon volere della casta che ci ha messi nella palta!

Lorenzo Quadri