“Grazie” alla frettolosa riapertura delle frontiere decisa dal governicchio federale, in Svizzera i contagi da stramaledetto virus cinese stanno tornando a salire in modo preoccupante.

Prima considerazione sul tema. Nel nostro Paese gli stranieri sono il 25% della popolazione, in Ticino quasi un terzo. Se poi aggiungiamo gli “svizzeri” con passaporto rosso ancora fresco di stampa…

Le conseguenze di tale situazione si manifestano anche in campo di contagi (di ritorno). Tanti stranieri, non appena aperte le frontiere – e oltretutto siamo in estate – sono andati in vacanza nel paese d’origine e magari si sono pure dati a feste e vita notturna. Poi sono rientrati contagiati dal coronavirus. Ed infatti i nuovi focolai sono d’importazione. “Immigrazione uguale ricchezza” o immigrazione uguale contagio?

Poi però i camerieri bernesi dell’UE, svelti come gatti di marmo, ancora farneticano dei “vantaggi” delle frontiere spalancate per fare campagna contro l’iniziativa “Per la limitazione” su cui voteremo il prossimo 27 settembre. Ma questi politicanti della casta ci sono o ci fanno?

Quarantene

E mentre altri paesi hanno introdotto da un pezzo le quarantene per chi arriva da determinati Paesi, i sette scienziati del governicchio federale scendono dal pero da buoni ultimi. Infatti le hanno decretate solo nei giorni scorsi. Strano: quando si tratta di calare le braghe davanti ai Diktat di organizzazioni internazionali del piffero, dal bidONU alla fallita UE, di regalare i miliardi del contribuente all’estero o di spalancare frontiere, sono sempre i primi della classe.

Di recente si è pure sentito in TV un cittadino serbo dichiarare che lui, malgrado i rischi sanitari, in nessun caso rinuncerà alle vacanze in patria. Bene: visto che ci tiene tanto a tornare al natìo paesello, può anche restarci definitivamente. Lui e quelli che la pensano come lui. Biglietto di sola andata.

Lockdown impossibile

Comunque, i dati parlano chiaro: i nuovi contagi sono dovuti alle frontiere aperte ed agli assembramenti nel tempo libero. Non certo alla ripresa delle attività lavorative. Infatti queste sono iniziate da svariate settimane. Ciononostante per parecchio tempo i contagi covid sono rimasti a livelli infimi. Ergo, che nessuno si sogni di inventarsi nuovi lockdown.Peraltro, sono impossibili: la Svizzera andrebbe in fallimento.

Difendere i confini

Bisogna invece intervenire con misure alle frontiere ovvero – come minimo – con le quarantene. Ed ovviamente assicurarsi che queste misure vengano anche osservate. E dunque che non ci siano aggiramenti tramite omissioni o autocertificazioni farlocche.

Tanto per fare un esempio: non vorremmo che chi si reca in Serbia passando da Milano, poi al ritorno dicesse di arrivare da Milano. Visto che non confiniamo con la Serbia, chiunque ci si sia stato deve per forza aver attraversato altri paesi. Non vorremmo che a qualcuno, per schivare le quarantene, venisse in mente di raccontare fregnacce. Anche perché le quarantene sono evidentemente a carico del vacanziero (e ci mancherebbe altro).

Assembramenti

Il secondo capitolo sono assembramenti, movide, discoteche ed affini. Bene ha fatto il governicchio cantonale a riportare il limite degli assembramenti a 30 persone. I camerieri dell’UE in Consiglio federale dovrebbero seguire l’esempio. Ma se ne guardano bene. Mica si pretenderà di ostacolare, con la scusa del virus, gli odiatori, vandali e cretini del “Black lives matter” che organizzano manifestazioni contro il “razzismo” (in Svizzera un non-problema)? Col rischio che poi, dopo avere scandalosamente tollerato per settimane, le autorità locali si trovino costrette ad intervenire per disperdere le sfilate e multare i partecipanti?

Già: essendo i manifestanti di $inistra, la politichetta “deve” trovare il modo per lasciargli fare tutto quello che vogliono. Fossero stati di “destra”, avremmo sentito ben altra musica!

Chiudere le discoteche

E’ poi evidente che nelle discoteche le norme di sicurezza sanitaria non possono essere rispettate. Dunque vanno chiuse. A maggior ragione vista la serietà (?) dimostrata da taluni locali nel raccogliere i dati degli avventori. I quali, come si è appreso nei giorni scorsi, inseriscono negli appositi formulari generalità farlocche e parolacce. Col risultato che poi, quando bisogna procedere al tracciamento, il compito diventa impossibile.

E che dire dell’idiota del canton Soletta che, pur sapendo di essere positivo al covid, ha partecipato a due eventi? Chi si comporta in questo modo deve beccarsi delle sanzioni da far impallidire quelle di Via Sicura.

Una cosa è certa: dopo quello che abbiamo passato (e non è certo finita!) per colpa del virus cinese, non siamo disposti a farci di nuovo impestare per colpa di qualche festaiolo deficiente o di qualche vacanziero che vuole a tutti i costi tornare al natìo paesello e poi schivarsi la quarantena. In questi ambiti occorrerà che il governicchio e le autorità locali mostrino il necessario rigore.

Più mascherine

C’è poi l’annosa questione delle mascherine. Da buon ultimo, il governicchio federale si è finalmente deciso a renderle obbligatorie da domani sui mezzi pubblici. Ma non basta. Le mascherine dovrebbero essere di rigore in tutti i luoghi chiusi ed affollati, dove non è possibile rispettare le distanze. Ed in questi luoghi occorre anche abbondare con la disinfezione. Il personale negli esercizi pubblici dovrebbe indossare mascherine o visiere di plexiglas. Ci pare che a tal proposito nelle ultime settimane si sia abbassata la guardia.

Evitare di ritrovarsi nella situazione che abbiamo vissuto in marzo ed aprile si può. Senza bisogno di bloccare le attività produttive né di chiudersi in casa. Ma servono disciplina e responsabilità.

Lorenzo Quadri