$ocialisti e liblab affosseranno di nuovo la Commissione parlamentare d’inchiesta?
Colpo di scena giudiziario nella tristemente nota vicenda dell’innominabile ex funzionario del DSS Marco Baudino (colui il cui nome non può essere pronunciato dai media solo in quanto trattasi di ex alto papavero del partito $ocialista; altro che la fanfaluca della “tutela delle vittime”).
La Corte di appello e di revisione penale (CARP) ha inasprito la pena comminata a Baudino in primo grado. L’ex burocrate $ocialista è dunque stato condannato anche per stupro. La sanzione inflitta è ora di 18 mesi con la condizionale. Contro la sentenza è ancora possibile presentare ricorso al Tribunale federale.
La posizione dell’ “innominabile” si è dunque aggravata, anche se all’atto pratico cambia poco. Malgrado gli infami reati commessi, l’ex funzionario, oltre che ex redattore dell’ormai defunto quindicinale-foffa sedicente satirico “Il Diavolo” (pubblicazioneal servizio del P$), non si è fatto – né si farà – un giorno di prigione. Del resto, lo sappiamo da un po’ che la nostra giustizia èinflessibile solo con gli sfigati automobilisti incappati nel bidone Via Sicura.
La responsabilità dello Stato
L’aggravarsi della posizione dell’innominabile kompagno Baudino aggrava di riflesso anche quella dei suoi superiori, tutti targati P$, che l’hanno – forse – coperto. La vicenda è nota. Malgrado le vittime avessero raccontato gli abusi subiti ad un alto funzionario del DSS già nel 2005, la loro denuncia non ha avuto seguito, ed in particolare non è stata aperta alcuna inchiesta. La vertenza penale è iniziata solo molti anni dopo, quando vari reati erano ormai prescritti. La responsabilità dello Stato,pubblicamente evocata dal giudice Marco Villa, è ancora tutta da accertare (il fatto che il governicchio abbia dichiarato che “l’è tüt a posct” non cambia le cose): a questo avrebbe dovuto provvedere un’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI). Ma lo scorso 24 settembre in Gran Consiglio il duetto P$-PLR ha affossato l’istituzione della CPI con pretesti ridicoli. Quando il vero motivo era politico: Baudino ed i suoi superiori sono $ocialisti.
Esultanze PLR
La rottamazione della CPI non è certo motivo d’orgoglio per il parlamento cantonale. Eppure alcune deputate (donne) del PLR l’hanno accolta con scomposte esultanze. Fiere di aver contribuito ad imboscare una vicenda di stupro per fare un favore al P$? Ecco le grandi prodezze dell’accoppiata radiko$ocialista!
E’ evidente che, dopo la sentenza della CARP che aggrava la posizione dell’ “innominabile”, il tema della Commissione parlamentare d’inchiesta – e quindi della responsabilità dello Stato – torna di prepotenza sul tavolo. Ed infatti i deputati leghisti Boris Bignasca e Sabrina Aldi, il presidente del PPD Fiorenzo Dadò e la coordinatrice di Più Donne Tamara Merlo hanno già presentato l’apposita interpellanza (vedi a pagina 26).
Se son ciofeche…
Ora, si può anche sostenere che le Commissioni parlamentari d’inchiesta (deputati riciclati in piccoli Sherlock Holmes) siano di per sé delle ciofeche. Ma allora questa tesi va fatta valere sempre. Non a geometria variabile. Invece di CPI ne sono già state istituite varie, senza che $inistrati e liblab avessero nulla da obiettare contro lo strumento in sé. Però adesso che ad andarci politicamente di mezzo sarebbe il P$, ecco che i kompagni, sostenuti dai fidi scudieri del fu partitone, scoprono all’improvviso che le Commissioni parlamentari d’inchiesta sono delle “cagate pazzesche” (cit. Fantozzi). Due pesi e due misure, come sempre!
Paladini delle donne?
Vedremo dunque come si comporterà l’accoppiata P$-PLR quando si tratterà di decidere sulla seconda commissione parlamentare d’inchiesta. Arriverà un altro njet per motivi di politichetta partitica?
E poi gli insabbiatori ed insabbiatrici hanno ancora il coraggio di spacciarsi per paladini delle donne?
Lorenzo Quadri