Il “tribuno Udc” ha dimissionato dal Nazionale

A sorpresa, ma forse nemmeno tanta, Christoph Blocher ha dato le dimissioni dal Consiglio nazionale. Le ha date adducendo una serie di giustificazioni più che comprensibili, dal suo punto di vista.

 Che il Consiglio nazionale nel corso del tempo sia diventato, come ha detto il “tribuno” UDC, burocratico, macchinoso e poco incisivo, non è certo disprezzo delle istituzioni, come ha subito voluto strillare qualcuno. E’ chiaro che, per chi è stato in Consiglio federale, il ritorno al Parlamento non è un passo scontato. Non sorprende certo che chi è abituato a decidere in prima persona abbia l’impressione, rientrando in un legislativo, di perdere tempo in chiacchiere.

Blocher è stato in Consiglio federale e ci sarebbe ancora, se non fosse stato estromesso da un indegno golpe parlamentare contro l’esito elettorale ordito dalla $inistra e dagli uregiatti. Un golpe dagli esiti deleteri per il Paese, poiché gli ha “regalato” la peggiore Consigliera federale che si ricordi: la ministra del 5% Widmer Schlumpf, in prima linea nella svendita della Svizzera. Non torniamo sulle prodezze di questa signora, che dopo essere andata negli USA a prendere ordini, è calata in Ticino a ribadire che la Convenzione sui ristorni dei frontalieri, ormai vecchia di quarant’anni e fondata su presupposti non più dati, deve continuare, malgrado il permanere dell’iscrizione della Svizzera su illegali liste nere italiche, provocando così al nostro Cantone costi di 60 milioni all’anno.

In sostanza grazie alla ministra del 5% la Svizzera continua a calare le braghe, senza ottenere nulla in cambio.

Blocher sa bene che è in corso un processo di avvicinamento all’UE con la tattica del salame. Il popolo ha detto chiaramente no, ma la volontà popolare viene aggirata dalla maggioranza del governo, del parlamento e anche del potere giudiziario. E’ chiaro che il disegno di queste maggioranze è quello di arrivare alla ripresa automatica del diritto dell’Unione europea e all’assoggettamento della Svizzera alla corte di giustizia europea. Ecco dunque il rispetto di PLR, PPDog e $inistra nei confronti della volontà popolare. La accettano solo quando gli dà ragione. Se li smentisce, fanno carte false per aggirarla.

Battaglia fondamentale

La battaglia contro l’adesione strisciante all’UE è fondamentale per il futuro della Svizzera e degli svizzeri. Per combatterla al meglio, Blocher preferisce lasciare un Parlamento che l’ha deluso per concentrare tempo ed energie sugli obiettivi strategici. E la politica, per fortuna, la si può fare anche fuori dalle istituzioni.

I biliosi $inistri se ne facciano una ragione. Blocher continuerà a svolgere un ruolo di primissimo piano nella politica svizzera. La sua presenza o meno in Consiglio nazionale – dove conta uno su duecento! – fa ben poca differenza. Anzi, probabilmente in futuro il “tribuno Udc” conterà ancora di più visto che, come detto, avrà più tempo da dedicare alle battaglie strategiche per la Svizzera.

Anche se, ovviamente, spiace che alla Camera bassa venga a mancare una voce in grado di mettere tranquillamente in difficoltà i Consiglieri federali, gli astiosi kompagni che già esultano per la partenza hanno – una volta di più – toppato alla grande. Di un’ottusità da manuale, ad esempio, la presa di posizione del $ocialista ginevrino Carlo Sommaruga (uno cui la ro$$a R$I continua a dare spazio senza alcun motivo plausibile) che vaneggia di “pagine oscure” che si sarebbero voltate.

Al contrario di Sommaruga ed accoliti, che una volta concluso il mandato politico nelle istituzioni non conteranno più nulla (ammesso e non concesso che oggi “contino qualcosa”) e finiranno in men che non si dica in dimenticatoio con grave pregiudizio per l’Ego (volutamente maiuscolo) a Blocher succederà proprio il contrario.

Quindi, altro che “voltare pagina”! Certo è che, se in Consiglio federale ci fossero più Christoph e meno Eveline, Schneider Ammann e Burkhalter, la Svizzera non sarebbe il punching ball di tutti, Stati falliti compresi.

Lorenzo Quadri