Italia allo sbando: variante inglese, il consigliere del ministro ci tratta da untori

Al di là della ramina, l’esecutivo del tecnocrate Draghi – ennesimo governo italiano non eletto – comincia con il piede sbagliato. Al suo arrivo Draghi è stato dichiarato santo subito, ma c’è come il sospetto che l’entusiasmo sarà di breve durata.

Del resto, tenendosi in casa i bolliti residui del governo “Giuseppi”, di miracoli non se ne fanno di sicuro: non si può cavare sangue dalle rape, come recita il noto detto. E così lunedì sul groppone dei gestori delle stazioni sciistiche del Belpaese si è abbattuto il repentino stop del ministro della salute (senza) Speranza. A poche ore dalla prevista ripartenza, quando  ilpersonale era già stato ingaggiato, le merci acquistate, eccetera, è piombato dall’alto il contrordine compagni. Resta tutto chiuso!

Il consigliere

Il problema, essendo squisitamente italiano, potrebbe anche lasciarci indifferenti. Non fosse che qualcuno ha avuto la bella idea di tirare in ballo la Svizzera. Questo qualcuno è tale Walter Ricciardi (Walter chi?), consigliere del ministro della saluteRoberto Speranza. Uno che in gioventù sperava di fare l’attore ed ha infatti tentato  la via della recitazione, fallendo miseramente. A testimonianza delle velleità artistiche di Ricciardi, lunedì il – pur superministeriale – Corriere della sera online ha pubblicato un filmato imbarazzante. Ma il documento, chissà come mai, il giorno dopo non era già più accessibile.

“Svizzeri untori”

Ricciardi come attore ha fatto flop. Però le manie di protagonismo da primadonna isterica gli sono rimaste. Costui dovrebbe fare il consulente del Ministro. Invece, per mettersi in mostra, ha pensato bene di fiondarsi davanti alla prima telecamera disponibile raccontando una marea di fregnacce che la metà basta.

In particolare l’attore fallito si è prodotto in una tirata contro gli svizzerotti, rei di aver lasciato aperti gli impianti sciistici. Gli inglesi sarebbero arrivati in Svizzera a sciare e da lì, secondo l’illuminato parere del consigliere, la variante si sarebbe diffusa in Europa.

Se questo è il livello dei consigli del consigliere, auguri al ministro: di… “Speranza” proprio non ce n’è più. Capiamo, evidentemente, che burocrati come il duo Ricciardi&Speranza non abbiano mai gestito nemmeno un’edicola e che pertanto non si rendano conto delle conseguenze delle loro giravolte sulle aperture delle piste da sci. Ma lo stolto tentativo di spalare palta sulla Svizzera è inaccettabile.

Ticino impestato dalla Lombardia

Tanto per cominciare: se vogliamo parlare di chi ha contagiato chi, il Ticino lo scorso marzo si è impestato con lo stramaledetto virus cinese per colpa delle frontiere spalancate sulla Lombardia, allora principale focolaio pandemico dell’Occidente.

Punto secondo. Funzionarietti italici alla Ricciardi, prima di nominare il nostro Paese, devono contare fino a cento (se del caso con l’ausilio di un pallottoliere), e pensare a quanti dei loro connazionali (frontalieri, padroncini, e le rispettive famiglie) hanno la pagnotta sul tavolo solo grazie alla Svizzera.

Chiudere le frontiere

Punto terzo. Gli impianti da sci aperti non portano ad una crescita dei contagi come dimostrano i dati attuali della Confederazione. La colpa della Svizzera non è aver permesso ai suoi cittadini di sciare. La colpa è semmai di aver sempre tenuto, e di tenere tuttora, le FRONTIERE SPALANCATE.  Ricciardi avrebbe dovuto dire: la Svizzera doveva CHIUDERE LE FRONTIERE perevitare l’arrivo di stranieri portatori di strane varianti. Se ne è ben guardato. Il perché è ovvio. I primi valichi da BLINDARE sonoquelli con l’Italia. La Lombardia è infatti zona gialla. Tutti abbiamo visto le immagini di Como presa d’assalto lo scorso fine settimana: assembramenti in ogni dove. Se, a seguito di queste ammucchiate, a Como ripartono i contagi, anche il Ticino torna ad impestarsi, quale logica conseguenza delle frontiere aperte senza controlli e della quotidiana invasione da sud. Ed in più nei giorni scorsi il comune di Viggiù è tornato zona rossa; ma naturalmente, anche da lì, “devono entrare tutti”!

Lorenzo Quadri