La Lega si dà da fare sia a Bellinzona che a Berna. La $inistra, invece…

Le frontiere sicure e blindate sono un’esigenza per questo sempre meno ridente Cantone incuneato nell’Italia. La Lega a questo proposito si sta dando da fare, sia a livello cantonale che a Berna.
Nei giorni scorsi ad Astano c’è stato un incontro tra autorità locali e cantonali per fare il punto della situazione sullo scottante tema dei furti in casa. Reati i cui autori, ma tu guarda i casi della vita, non sono “patrizi di Corticiasca”. Negli ultimi 5 mesi nel Malcantone i reati sono diminuiti. Segno dunque che si sta andando nella direzione giusta. Rimane però aperta la questione della chiusura notturna dei valichi incustoditi, attraverso i quali i delinquenti entrano ed escono comodamente in macchina.

Mozione Pantani
La Consigliera nazionale leghista Roberta Pantani con la mozione per la chiusura notturna dei valichi doganali ha fatto il pienone a Berna, nel senso che la mozione è stata approvata senza ostacoli in entrambe le Camere. Dimostrazione che la Lega a Berna si dà da fare per la sicurezza del Cantone. Mica come il P$ che vuole le frontiere spalancate per la gioia della delinquenza transfrontaliera, dei rifugiati economici e della vicina ed ex amica Penisola che non applica gli accordi di Dublino e se la ride a bocca larga di quanto sono fessi gli svizzerotti.

Chiudere i cancelli
Come mai, infatti, la chiusura notturna dei valichi secondari non è ancora realtà? Semplicemente perché, ancora una volta, abbiamo a che fare con l’Italia. La quale, per la serie “ma chi l’avrebbe mai detto”, è inadempiente. Incredibile! Chi poteva immaginarlo! Solo che da parte elvetica ci si lascia come sempre infinocchiare nei meandri della burocrazia italica, grazie ai quali quest’ultima allegramente snobba tutti i propri obblighi internazionali (ma poi Bobo Maroni, ben accompagnato da pozzi di scienza del livello di una Lara Comi, ha la tolla di mettersi a starnazzare per il casellario giudiziale; e in Svizzera, a parte la Lega, nessuno che gli dica niente) invece di agire in modo unilaterale. Se i cancelli delle dogane si trovano su suolo italiano, basta piazzarne degli altri su territorio svizzero e poi chiuderli. Non ci vuole un premio Nobel: in Ungheria hanno tirato su centinaia di km di “muro” in quattro e quattr’otto.

Pene detentive
Altro aspetto giustamente sollevato nell’incontro di Astano è la giustizia lassista nei confronti dei delinquenti. Ormai è chiaro: nella patria del politikamente korretto solo gli automobilisti ed i contribuenti vengono perseguitati per ogni cip. Con i delinquenti, invece, si indulge. Il sistema delle pene pecuniarie al posto di quelle detentive di breve durata si è dimostrato un fallimento su tutta la linea. L’effetto dissuasivo della pena pecuniaria (oltretutto sospesa condizionalmente!) è nullo. Bisogna ritornare alla detenzione. Ma naturalmente a $inistra gli spalancatori di frontiere non ne vogliono sapere. Forse perché la Stampa sarebbe ancora più piena di detenuti stranieri di quanto non sia ora?
E questi kompagni rischiano di ottenere una seconda cadrega in Consiglio nazionale? Ma vogliamo proprio farci male da soli?
Lorenzo Quadri