Lugano fa sentire la propria voce

Lorenzo Quadri, Capodicastero istituti sociali: “se neppure il lobbyismo su vari livelli dovesse portare a risultati, bisognerà passare alle ritorsioni”.

Come noto, la Commissione sicurezza sociale e sanità del Consiglio degli Stati ha deciso di rifiutare l’entrata in materia sul progetto del Consiglio federale di restituzione parziale dei premi pagati di cassa malati pagati in eccesso.
Il Ticino, o meglio gli assicurati ticinesi, dal 1996 hanno pagato premi troppo alti, che sono andati a beneficio di Cantoni i cui premi erano, per contro, troppo bassi per rapporto alla spesa sanitaria. Quindi, con i soldi degli assicurati ticinesi si tappavano i buchi in Cantoni della Svizzera tedesca. In questo modo si è andato a gravare su chi ha stipendi più bassi e il tasso di disoccupazione più alto della media nazionale. 
In breve, dunque, le Casse malati si sono comportate come un Robin Hood al contrario. Hanno tolto a chi aveva meno per dare a chi stava meglio. Il tutto è accaduto con il beneplacito dell’autorità federale che ha sempre sistematicamente approvato i premi predatori.
Molte economie domestiche ticinesi si sono dunque trovate a far fronte a difficoltà ancora più acute nel pagare i premi di cassa malati. L’effetto positivo degli sgravi fiscali, intesi a lasciare qualche soldo in tasca in più alla gente, è stato in parte annullato da questo furto legalizzato ad opera dell’assicurazione malattia. Non serve, dunque, dilungarsi ulteriormente sull’esigenza di ottenere giustizia. La decisione della Commissione del Consiglio degli Stati è infatti una flagrante violazione del federalismo oltre che del elementare principio di equità. Del resto se ne è accorta, a qualche giorno di distanza, la stessa Commissione che ha chiesto di togliere la trattanda dall’ordine del giorno della seduta plenaria di marzo per ridiscuterla al suo interno.
Se questa procedura, a dir poco singolare, porterà a qualcosa, lo diranno le prossime settimane. Certo è che urge rimettere, come si suol dire, la Chiesa al centro del villaggio. Per far questo è necessaria una forte azione di lobbying da parte dei Cantoni rimasti “fregati”: oltre al nostro, si tratta di Vaud, Ginevra, Neuchâtel, Giura, Zurigo, Basilea Città e Turgovia.
Non è infatti accettabile che a Berna si metta una pietra sopra a 15 anni di premi troppo alti: per quel che riguarda il Ticino, le tasche degli assicurati sono state indebitamente alleggeritem nel corso degli anni, di qualcosa come 400 milioni di Fr. Non proprio noccioline, dunque.
Ebbene, anche la Città di Lugano ha deciso di far sentire forte e chiara la propria voce.
“Sì – conferma Lorenzo Quadri, capodicastero istituto sociali – era doveroso che anche la Città si muovesse su questo tema di grande importanza per i cittadini, tanto più che abbiamo assistito, da parte della Commissione sicurezza sociale e sanità, ad una sfacciata violazione dei principi federalisti. Non si può infatti accettare che i Cantoni che hanno indebitamente ricevuto si nascondano dietro a cavilli o si appellino ai premi ormai cresciuti in giudicato per non restituire il dovuto”.
In concreto cosa farà la Città?
Lugano farà la sua parte di lobbying. Oltre a scrivere alla Deputazione ticinese alle Camere federali scriverà, di concerto col Consiglio di Stato, ai membri della Camera alta. Inoltre prenderà contatto con le città di Cantoni che si trovano in situazione analoga a quella del Ticino per promuovere una presa di posizione congiunta, a vantaggio dei cittadini.
E’ fiducioso sul risultato?
La decisione sulla restituzione, o non restituzione, dei premi pagati in eccesso è di competenza delle Camere federali. Alle Camere federali siedono rappresentanti del popolo. E’ essenziale che questi ultimi vengano messi sotto pressione dal maggior numero possibile di attori, in rappresentanza dei cittadini. In sostanza, più la reazione sarà forte e collettiva, meglio sarà.
E se comunque alla fine le Camere federali persistessero nel rifiutare il risarcimento?
In questo caso ci troveremmo confrontati, come detto, con una grave violazione dei principi federalisti,