Troppi “diversamente patrizi” non sono in chiaro sulla nazione che dovrebbero rappresentare
E ti pareva! Ecco il grande ritorno del cosiddetto “gesto dell’aquila”, reso famoso (si fa per dire) qualche anno fa da alcuni giocatori della nazionale “svizzera” (?) di calcio, che lo ostentavano in segno di esultanza.
Il gesto in questione consiste nel mimare con le mani un’aquila bicipite. Quella che figura sulla bandiera albanese. E che evoca la cosiddetta Grande Albania: quest’ultima idealmente composta, oltre che dall’Albania, dal Kosovo, da parte del Montenegro, dalla Macedonia del Nord e dalla Grecia.
Stiamo dunque parlando di un simbolo nazionalista del tutto estraneo alla Svizzera. Il gesto è anche utilizzato dai kosovori per provocare i serbi. Si tratta di conflitti e di faide che nulla hanno a che vedere con il nostro paese. Però vengono importati da migranti. I quali poi li trasmettono anche alle nuove generazioni, quelle nate qui.
Se partecipi per la Svizzera…
Il gesto dell’aquila è comparso lo scorso fine settimana ad Eurosong, insulsa kermesse canora (?) di cui di per sé c’importa meno di zero (la vera notizia è che Eurosong esiste ancora…).
Sta di fatto che a rappresentare la Svizzera alla manifestazione, dove si è classificato terzo, c’era un tale Gjon’s Tears (?), di origini albanesi e kosovare. E lui, ad un certo punto, ha pensato bene di prodursi proprio nel gesto dell’aquila. Tra l’altro mentre si trovava di fianco alla bandiera rossocrociata.
Evidentemente questi concorrenti “svizzeri” a manifestazioni internazionali non sono molto in chiaro sulla nazione che dovrebbero rappresentare; a dimostrazione di quanto si sentano svizzeri.
E’ infatti evidente che, se partecipi ad una competizione portando i colori della Svizzera, di gesti dell’aquila non ne fai. Punto. Chi fa il segno dell’aquila vada a gareggiare per l’Albania o per il Kosovo.
Non ci risultano inoltre casi di calciatori o cantanti o altro albanesi o kosovari che abbiano mimato una balestra. Dovesse succedere, c’è da dubitare che l’iniziativa sarebbe bene accolta.
Provocazioni
Il gesto dell’aquila ha un significato politico (la grande Albania) oltre che nazionale (nazionalista). I moralisti a senso unico dovrebbero ricordarsi che è anche una provocazione nei confronti dei serbi. E ci sono numerosi cittadini svizzeri di origine serba.
Grazie alle frontiere spalancate ed al fallimentare multikulti,importiamo i conflitti balcanici? Verso le faide tra kosovari naturalizzati svizzeri e serbi naturalizzati svizzeri?
E poi, secondo i $inistrati, i razzisti saremmo noi?
Aquile?
Tanto per non farsi mancare niente, il Consiglio di Stato del Canton Friburgo (dove è domiciliato il concorrente presunto elvetico) ha pensato bene di congratularsi per il terzo posto adEurosong twittando (vedi foto) il seguente messaggio: “ha tenutoalti i valori della Svizzera e del Canton Friburgo”. Accipicchia, e come li avrebbe tenuti alti? Con lo svizzerissimo e friburghesissimo gesto dell’aquila? Guardate che non è un riferimento al fatto che le aquile volano in alto!
Pori nümm! Certo di “aquile” tra chi gestisce la comunicazione pubblica del Canton Friburgo non ce ne devono essere molte.
Le politicanti
A mettere la ciliegina sull’indigesta torta ci pensa, sempre via twitter (uella), l’ex consigliera nazionale $ocialista (gauche-caviar) di lunghissimo corso Susanne Leutenegger Oberholzer(BL), simpatica come un cactus eccetera. Costei venne eletta alla Camera bassa per la prima volta nel 1987 (!) e ci è rimasta, con un’interruzione, fino al 2018; ma trattasi di una signora, sicché commenti sulla materializzazione del suo lato B sarebbero inappropriati. L’ex deputata P$ ha commentato il piazzamento del concorrente “svizzero” con le seguenti parole: “Kosovo-Albania-Svizzera, il giusto mix per il successo”. E l’ex consigliera nazionale PPD Kathy Riklin (ZH) mette “mi piace”. Questo è il livello della partitocrazia sotto le cupole federali: se sei svizzero e basta, sei uno sfigato.
Anzi, a dire il vero, dopo l’ottobre 2019 il livello del Parlamento è ulteriormente sceso. Ringraziamo la cosiddetta “onda verde”, che ha portato nelle istituzioni della Confederazione una pletora di soldatini e soldatine di $inistra dal passaporto plurimo.
E poi ci meravigliamo se la Svizzera viene svenduta ogni giorno?