Tra le 10 principali città svizzere, la più ro$$a ha la qualità di vita peggiore

La ro$$i$$ima ed internazionalissima Ginevra ha fatto flop. Secondo uno studio realizzato dall’Ufficio federale di statistica, che considera le dieci maggiori città svizzere (tra cui Lugano), quella di Calvino ha la qualità di vita peggiore: più disoccupazione, più delinquenza, meno alloggi e più rumore.

Non ci rallegriamo certo delle sfighe altrui. Nemmeno prendiamo per oro colato le statistiche che, si sa, si prestano sempre a letture di comodo.

Il deludente risultato di Ginevra tuttavia asfalta la narrazione elettorale della gauche-caviar che blatera di come si vivrebbe bene nelle città governate da maggioranze di $inistra.

Ginevra non è solo “a maggioranza” di $inistra. E’ totalmente di $inistra. Su 5 municipali, 4 sono ro$$overdi mentre la rimanente è PPD (e di certo non si tratta di una PPD di destra). Il sindaco di turno, che lì cambia ogni anno, è un $ocialista “non patrizio” (quanti passaporti?).

Tenere a mente

E così, ma tu guarda i casi della vita, grazie a Ginevra ci si accorge che le politiche immigrazioniste, multikulti, euroturbo fanno crescere la disoccupazione e nuocciono alla sicurezza. Non ci voleva una scienza per arrivarci.

Visto che a breve anche in questo sfigatissimo Cantone si terranno le elezioni comunali – dopo che il governicchio allo sbando le ha cancellate nel 2020 “per motivi psicologici”: col risultato che adesso, ad un anno di distanza, ci troviamo in una “situazione psicologica” ancora peggiore –  la maglia nera di Ginevra va tenuta bene a mente.

Anche dalle nostre parti, infatti, i $inistrati ro$$overdi sono famelici di cadreghe municipali. E, per farsi campagna elettorale, evocano il mantra delle idilliache (?) “città con maggioranze di $inistra”. Bene, quella di Calvino è un bell’esempio di cosa succede nel centro urbano più ro$$o della Svizzera.

Prevedibili

Del resto, sappiamo perfettamente dove andrebbero a parare i  kompagni nella sciagurata ipotesi in cui dovessero guadagnare posizioni: aumento scriteriato di moltiplicatori, di tasse e balzelli; persecuzione degli automobilisti; cancellazione di posteggi con conseguente desertificazione dei centri urbani; stato assistenzialista ad oltranza con i soldi dei contribuenti; più prestazioni sociali a stranieri; disponibilità ad accogliere finti rifugiati con lo smartphone; diritto di voto comunale anche ai non svizzeri; sostegno ai brozzoni autogestiti ed affini; divieti a go-go; e chi più ne ha più ne metta.

Basti pensare che a Lugano i Verdi-anguria in una recente interrogazione si si vantano di aver aperto i contenitori interrati del rüt per verificare quanti sacchi neri ancora vi si contavano! Siamo sull’orlo della più grave crisi economica del dopoguerra (cit. governicchio federale) e gli ecologisti tassaioli si preoccupano di lanciare la caccia alla streghe nei confronti di chi ha “smaltito” un vecchio sacco nero. Ma avanti, votateli…

Lorenzo Quadri