NO ad ulteriori sussidi alla stampa di regime: è già asservita a sufficienza
Il prossimo 13 febbraio si voterà sul “pacchetto di aiuti ai media”. Trattasi, nel concreto, di 151 milioni di Fr all’anno di ulteriori sussidi a beneficio della stampa di regime. E solo di quella. La partitocrazia federale si è preoccupata di indirizzare i soldi del contribuente nelle capienti casse dei media “amici”. Così questi ultimi, per essere certi di continuare a mungere, si asserviranno sempre più ai politicanti. Perché “chi paga comanda”!
Non è vero che gli aiuti sarebbero a tempo determinato e che finirebbero dopo 7 anni. I sussidi sono come le tasse: una volta introdotti, non li leva più nessuno. Ed anzi, continuano a lievitare.
Il 70% dei nuovi contributi pubblici andrà a beneficio dei grandi gruppi editoriali: quelli che nel 2021, malgrado la pandemia, hanno realizzato 300 milioni di utili! Apperò! Le pubblicazioni gratuite, per contro, non riceveranno un copeco.
Il contribuente svizzerotto è già costretto a foraggiare la ro$$a SSR con il canone più caro d’Europa. Quanti soldi pensa ancora di sottrarci la partitocrazia – $inistra in primis – con la scusa di finanziare i propri megafoni?
E che nessuno si beva le fanfaluche sulla “pluralità da salvare”. Il panorama mediatico svizzero non è pluralista. E’ solo affollato. Affollato di pubblicazioni dedite a pappagallare in coro il pensiero unico “mainstream” ed a censurare le posizioni sgradite alla casta. Altro che pluralità!
Anche sui sussidi alla stampa di regime, il PLR ticinese rimediauna figura di palta. Mentre a livello nazionale il partito è (giustamente) contrario ai nuovi aiuti, in Ticino si accoda “more solito” alla $inistra tassaiola ed assistenzialista. Forse nella sigla dell’ex partitone c’è una “L” di troppo.
Lorenzo Quadri
A pagina 13
Dida:
L’inciucio: la politica caccia i soldi (degli altri) e la stampa di regime suona la musica desiderata!