Bruxelles ci discrimina sempre più, ma la partitocrazia le regala i nostri miliardi

Come c’era da attendersi, la partitocrazia eurolecchina ha calato le braghe ad altezza caviglia. Giovedì sera anche il Consiglio nazionale ha deciso di versare la marchetta da 1.3 miliardi di Fr all’UE. Malgrado la fallita disunione europea continui a discriminarci ed a ricattarci. Malgrado i soldi ci servano in casa per i ben noti motivi pandemici.

Il normale programma dei “lavori” (chiamiamoli così) del Parlamento avrebbe previsto che sul contributo di coesione si decidesse nella sessione invernale. Quindi in dicembre. La maggioranza del Consiglio degli Stati ha infatti respinto la mozione del kompagno Carlo Sommaruga che chiedeva di anticipare i tempi. La stessa proposta, presentata in Consiglio nazionale, è invece stata approvata. Perché? Perché è stata sostenuta, oltre che dai soliti ro$$overdi, anche dal PLR.

Ex partitone, per l’ennesima volta, ridotto a ruota di scorta della $inistra euroturbo!

Contributo bloccato

In un raro sprazzo di lucidità, nel 2019  la partitocrazia aveva deciso di bloccare il versamento del pizzo miliardario all’UE fino a quando i balivi di Bruxelles non avessero smesso di discriminare la Svizzera. Ai tempi ci si riferiva in particolare all’equivalenza borsistica. Forse che il problema della discriminazione è oggi risolto? Nemmeno per sogno. Si è anzi ulteriormente aggravato. Perché gli eurofalliti adesso ci discriminano anche sulla partecipazione ai programmi di ricerca Horizon. Circostanza che viene sfruttata dai calabraghisti per starnazzare che “bisogna pagare”, altrimenti la ricerca universitaria in Svizzera va a ramengo! Certo, come no! E noi dovremmo bercela?

Intanto le scorrettezze europee ai danni della Confederella si moltiplicano. Però i soldatini della partitocrazia, contravvenendo alle loro stesse decisioni, decidono di versare gli 1.3 miliardi. Ma si può essere più cocomeri di così?

Vorranno sempre di più

La penalizzazione della Svizzera  sui programmi Horizon fa seguito alla decisione elvetica di mandare al macero lo sconcio accordo quadro istituzionale, dopo 7 anni di tira e molla.

Ecco cosa intendono gli eurobalivi per trattative bilaterali: o firmi lo svergognato trattato coloniale che ci permette di comandare in casa tua, oppure ti sanzioniamo. Che schifo!

Adesso che è decaduto l’accordo quadro, i parassiti di Bruxelles pretendono a gran voce che la Svizzera versi il pizzo da 1.3 miliardi. Non solo: esigono un contributo ricorrente, come ha detto di recente il commissario slovacco Maros Sefcovic (Maros chi?) nuovo titolare del dossier dei rapporti con la Confederella.

Perché, quando l’accordo quadro era ancora nel limbo, gli eurobalivi non insistevano così tanto sul versamento del contributo di coesione? Perché evidentemente lo sconcio trattato – oltre a permettere a Bruxelles di comandare in casa nostra – avrebbe reso ricorrenti i contributi di coesione. Proprio come scriveva il Mattino. Caduto l’accordo quadro, il tema si ripropone con urgenza per i funzionarietti europei, avidi dei nostri soldi!

Ennesima porcata

Il contributo di coesione è legato all’accesso della Svizzera al mercato europeo. Ma i programmi Horizon, con questo, non c’entrano un tubo. Quindi pretendere il pagamento dei contributi in cambio dell’associazione ad Horizon è l’ennesima porcata europea. E poi saremmo noi quelli che avrebbero la necessità di mostrarsi dei partner affidabili? Ma stiamo scherzando?

Oltretutto, non c’è alcuna garanzia che, anche pagando il pizzo, la Svizzera otterrà alcunché. Per cui, di cosa stiamo parlando?

Perfino le organizzazioni europee…

Attualmente ci sono 18 paesi terzi che partecipano provvisoriamente ai programmi di ricerca UE. Tra questi figura ad esempio la Gran Bretagna (malgrado la Brexit). Ma anche Israele, la Turchia, il Marocco, l’Albania. Ci piacerebbe sapere quali contributi di coesione versa il Marocco alla DisUnione europea! Ci sono inoltre 20 organizzazioni europee che hanno chiesto di continuare la collaborazione con la Svizzera, perché è vantaggiosa per entrambe le parti. Escludere il nostro paese significherebbe impoverire il programma di ricerca UE, tagliando fuori delle eccellenze. Eh già, perché le migliori università mica si trovano in Romania o in Bulgaria, con tutto il rispetto parlando.

Pan per focaccia

Ricapitolando: gli accordi bilaterali sono nell’interesse dell’UE. Anche Horizon è nell’interesse anche dell’UE. Però noi accettiamo di ridurci ad elemosinare. Cediamo ad ogni ricatto, facendo il gioco dei $inistrati. Costoro vogliono l’adesione all’UE. Ed infatti ci stanno portando lì con la tattica del salame (una fetta alla volta). Con la sciagurata complicità del cosiddetto “centro”. Ma anche no!

Visto che Bruxelles ci ricatta e ci discrimina, ripaghiamola con la stessa moneta. Cominciamo col mettere in atto qualche misura sul confine. Poi vediamo se i nostri vicini – che sono poi i paesi che hanno voce in capitolo nello scalcagnato carrozzone europeo: Germania, Francia, Italia – non avranno nulla da dire a certi eurocrati non eletti da nessuno.

L’obiettivo

A Berna, la non associazione ai programmi Horizon era una prospettiva presa in considerazione da tempo. Al proposito è già stanziato un credito di compensazione di 6 miliardi. Quindi, di quali presunte emergenze stiamo parlando? E non è certo perché la lobby dei rettori universitari, tutti politicamente schierati pro UE, strilla, che bisogna scattare sull’attenti. Questi sono gli stessi che evocavano catastrofi epocali per l’esclusione della Svizzera dai programmi Erasmus dopo il “maldetto voto” del 9 febbraio 2014. Ed infatti, dell’esclusione non se ne è accorto nessuno.

E’ evidente che l’UE non si accontenterà di mungere la Svizzera come una mucca Milka. Il suo obiettivo è di comandare in casa nostra. E la partitocrazia asservita e calabraghista glielo permette!

#swissexit

Lorenzo Quadri