Donne in pensione a 65 anni? E’ solo il primo passo! Fermiamoli!
Anche la maggioranza del Consiglio nazionale concorda con il Consiglio degli Stati e con il governicchio federale sull’aumento dell’età AVS per le donne a 65 anni. E’ chiaro che si tratta solo del primo passo. Il prossimo sarà la pensione a 67 anni per tutti.
Il responsabile del dossier è il “ministro dei flop” kompagno Alain Berset, P$.
Da anni sentiamo ripetere il mantra del “risanamento delle casse del Primo pilastro”. Bene, se bisogna risanare le casse dell’AVS,NON lo si fa aumentando l’età della pensione: troppo facile! Si deve risparmiare altrove!
Forse qualche soldatino della casta non si è ancora accorto che siamo alle soglie della “più grave crisi economica del dopoguerra”. Le conseguenze occupazionali saranno drammatiche. In Ticino a renderle ancora più devastanti provvederà la libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia.
E la risposta qual è? Aumentare l’età dell’AVS? Così da costringere tanti lavoratori e lavoratrici “maturi” che perderanno il posto a dover ricorrere all’assistenza in attesa della pensione? Ma anche NO!
Per risanare le casse del Primo pilastro, col piffero che siamo d’accordo di far lavorare di più le donne (adesso) e tutti (nel futuro prossimo). A maggior ragione quando rischiamo di trovarci confrontati con una situazione esplosiva anche sul fronte della disoccupazione giovanile.
Se servono soldi per l’AVS, si comincia a TAGLIARE sui regali all’estero, sulle marchette “di coesione” alla fallita UE, sulla spesa MILIARDARIA generata da finti rifugiati con lo smartphone e da stranieri in assistenza! E poi si fanno confluire nelle casse del Primo pilastro i proventi dei tassi negativi della BNS. Altro che andare in pensione sempre più tardi!
Lorenzo Quadri
A pagina 3
Dida: Siamo in piena crisi occupazionale, ma la casta vorrebbe aumentare l’età della pensione alle donne (prima) ed a tutti (poi)!