La partitocrazia vuole tagliar fuori i cittadini a suon di accordi internazionali
Il 25 novembre, votiamo Sì all’iniziativa “per l’autodeterminazione” per salvare i nostri diritti popolari!
L’agitazione dell’establishment contro l’iniziativa per l’autodeterminazione ha decisamente superato i livelli di guardia. Ma chi combatte l’iniziativa, combatte i diritti popolari. Questo deve essere chiarissimo. La volontà dichiarata della casta è infatti quella di cancellare le votazioni popolari sgradite (vedi il “maledetto voto” del 9 febbraio). E questo a suon di accordi internazionali. Nel mirino dell’establishment c’è proprio il famoso “modello di successo svizzero”. Quel modello con cui la partitocrazia triciclata, quando fa comodo, si riempie la bocca. Ebbene questo “successo” è arrivato grazie alla democrazia diretta, grazie ai diritti popolari e grazie al rispetto della volontà dei cittadini.
Agitano fantasmi
Nella loro agitazione, le élite internazionaliste evocano i fantasmi delle centinaia di accordi internazionali che verrebbero disdette (?), dei diritti umani in pericolo (??) e della sicurezza del diritto a ramengo (??). Tre argomenti, tre fetecchiate. E naturalmente sul tema centrale della votazione, ovvero l’autodeterminazione, nemmeno un cip. Imbarazzato ed imbarazzante silenzio. Eh già: malgrado i tentativi di depistaggio, l’oggetto della votazione è: vogliamo o non vogliamo che i nostri diritti popolari abbiano un futuro? Vogliamo o non vogliamo che il popolo rimanga “sovrano”? Oppure preferiamo una dittatura della casta tramite accordi internazionali?
Vogliamo essere l’unico Paese al mondo dove il diritto internazionale ha sistematicamente la precedenza sulla Costituzione, ossia sulla Carta fondamentale dello Stato e sulla volontà popolare? Perché, nel caso qualcuno non se ne fosse accorto, questi e non altri sono i temi della votazione del 25 novembre. Non a caso l’iniziativa si chiama “per l’autodeterminazione”.
Le fanfaluche
Perché gli argomenti dei contrari all’iniziativa sono storielle?
- “Centinaia di accordi internazionali verrebbero disdetti”. Quali? Se queste centinaia di accordi esistessero davvero: dov’ è l’elenco? Non c’è. Perché queste centinaia di accordi in pericolo, come ben evidenziato anche dal dottore in diritto Hansheiri Inderkum (PPD!), uno dei “padri” dell’ultima revisione della Costituzione federale, “esistono solo nel regno della fantasia”. L’accordo internazionale che collide con la nostra Costituzione è infatti uno solo: quello sulla devastante libera circolazione delle persone, su cui i cittadini saranno comunque chiamati a votare (iniziativa popolare riuscita).
- “Diritti umani in pericolo”. Sostenere che dare la precedenza alla Costituzione sui trattati internazionali equivale a mettere in pericolo i diritti umani – non solo in Svizzera – è, come direbbe Fantozzi, “una cagata pazzesca”. I diritti umani sono già contenuti nella Costituzione. Il problema di eventuali conflitti costituzionali con la CEDU (Convenzione europea dei diritti dell’Uomo) può sorgere solo con l’espulsione dei criminali stranieri. Allora il triciclo abbia la decenza di ammettere che vuole far restare in Svizzera tutti i criminali stranieri. E’ poi il caso di ricordare che la stessa UE non aderisce alla CEDU poiché non riconosce la giurisdizione della Corte europea dei diritti dell’uomo, ma solo quella della “sua” Corte di giustizia europea. Ovvero: nemmeno l’UE tollera i giudici stranieri. E dovremmo tollerarli noi?
- “Certezza del diritto”: solo stabilendo, una volta per tutte, che la Costituzione, e quindi le decisioni popolari, hanno la precedenza sugli accordi internazionali, si crea certezza. Solo chiarendo che le votazioni popolari vengono applicate, si crea certezza. I contrari vogliono invece indebolire sistematicamente i diritti popolari, sottraendo così potere al popolo. Vedendo che le loro decisioni non vengono applicate, i cittadini smetteranno di andare a votare, perché “tanto i politicanti fanno comunque quello che vogliono”. Missione riuscita per la casta!
Come nel 1992
La martellante propaganda di regime ed il lavaggio del cervello cui assistiamo ed assisteremo fino al 25 novembre, ricordano da vicino quelli del 1992 quando si trattava di decidere sull’adesione allo SEE. Il popolo ha rifiutato l’adesione, e nessuno degli scenari apocalittici paventati dall’establishment si è verificato. La storia si ripete.
Votando Sì il 25 novembre metteremo al sicuro la sovranità svizzera dalle mire della casta. Se invece passasse il no, i legulei del Tribunale federale, i professorini delle università, i politicanti del triciclo ed i loro padroni daranno sistematicamente la precedenza al diritto internazionale a scapito della Costituzione e della volontà popolare. E allora, i cittadini finirebbero sotto tutela. E addio democrazia diretta.
Lorenzo Quadri