Fossero di “destra”, la gauche-caviar starebbe già strillando. Invece, citus mutus

 

Ha suscitato scalpore in tutto il Cantone la notizia del pestaggio al carnevale estivo di Giumaglio, dove la scorsa domenica un 17enne è stato gravemente ferito da un gruppo di giovani, finendo all’ospedale in cure intense.

Indipendentemente dal ruolo avuto da ciascuno dei protagonisti del fattaccio, che l’inchiesta dovrà chiarire, l’accaduto richiama, purtroppo, la tragica scomparsa di Damiano Tamagni, ucciso 11 anni fa sempre in un carnevale (per quanto non estivo) da giovani delinquenti “con trascorsi migratori”, come direbbero i politikamente korretti (“stranieri” non si può dire, è becero populismo e razzismo).

Non ha insegnato nulla

Davanti al pestaggio di Giumaglio, la conclusione obbligata a cui si giunge è che la morte di Damiano Tamagni ha insegnato poco o nulla. Malgrado gli sforzi fatti per tenere vivo il tragico monito. Prevenire la violenza serve ed è necessario. Ma non basta. Le sanzioni nei confronti di chi commette aggressioni fisiche vanno rese più severe. Per i maggiorenni, certo: altro che pene sospese condizionalmente, il che equivale a nessuna pena! Ma  anche per i minorenni, specie se sono vicini ai 18 anni: in quest’ambito siamo indietro di decenni rispetto all’evoluzione (o meglio: all’involuzione) della società. Il minorenne che è in grado di pestare a sangue e di mandare all’ospedale – o addirittura all’altro mondo – una persona, è abbastanza grande anche per far fronte alle conseguenze delle sue azioni. Un paio di anni in più o in meno non possono cambiare radicalmente la situazione. In altri paesi europei, ad esempio in Germania, il diritto penale minorile è ben più drastico che da noi.

Dalle nostre parti, come sappiamo, il buonismo-coglionismo imperversa. La giustizia pare inflessibile solo nei confronti degli sfigati automobilisti incappati nelle maglie della ciofeca Via Sicura! Per questo ringraziamo il triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali. In particolare l’ammucchiata ro$$overde, che della persecuzione degli automobilisti ha fatto una missione. Di più: una fissazione.

Silenzio sospetto

A proposito dei picchiatori di Giumaglio: su di loro è calata una strana cappa di silenzio.

Il fatto che a quanto pare non siano stranieri, ha dato la stura ai commenti social di taluni $inistrati. Costoro hanno accusato la “destra” di tacere, mentre se fossero stati picchiatori stranieri eccetera eccetera. Peccato che si tratti del classico esempio del bue che dà del cornuto all’asino!

Gli uccellini cinguettano infatti che gli aggressori siano vicini o appartengano a tifoserie di estrema sinistra. Cinguettii che trovano riscontro anche su articoli di stampa. Ohibò. Vuoi vedere che qui ad essere omertosi non sono gli odiati “populisti e razzisti”, bensì la gauche-caviar?

Forse perché…?

Si fosse trattato di picchiatori di destra, poco ma sicuro che i politicanti multikulti e spalancatori di frontiere starebbero strillando a pieni polmoni. Con la stampa di regime a fare da grancassa. Sull’emittente di sedicente servizio pubblico (?), i dibattiti, le trasmissioni e le interviste (rigorosamente senza contraddittorio) sull’allarme estremismo di destra si susseguirebbero a ritmo incalzante, più volte al giorno, prima e dopo i pasti. Ed invece… citus mutus. Forse perché si tratta proprio di picchiatori di sinistra?

Morale

A prescindere dal fatto – ovvio – che gli episodi di violenza vanno condannati a priori, indipendentemente dalla nazionalità e dalle tendenze politiche dei responsabili. Se risultasse confermato che quelli di Giumaglio sono picchiatori di estrema sinistra, di cose da dire al proposito ce ne saranno parecchie. Anche perché, mentre la gauche-caviar monta strumentalmente la panna sulla storiella dell’estremismo di destra (quattro gatti), sia l’autorità cantonale che quella federale esprimono preoccupazione per la crescita dell’estremismo di sinistra violento.

E della violenza di sinistra è tempo che si cominci a discutere sul serio.

Lorenzo Quadri