L’onnipresente inciucio PLR-P$ scopa la polvere sotto il tappeto in vista delle nomine?
La giustizia ticinese sta diventando sempre più farsesca.
Nei giorni scorsi si è appreso del “non luogo a procedere” emesso dal Procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna (PLR) nei confronti del presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani (P$) sulla nota quanto incresciosa vicenda del messaggino inviato tramite whatsapp (uella) da Ermani al Procuratore generale Andrea Pagani in agosto.
Nel messaggio, Ermani raccomandava (eufemismo) una propria collaboratrice candidatasi per un posto in Procura: “Trattamela bene, altrimenti ricomincio a parlare male di voi”.
Le strane coincidenze
Se a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre, nella vicenda si potrebbe tranquillamente vedere l’ormai onnipresenteinciucio tra P$ e PLR finalizzato a mettere via senza prete l’accaduto nell’imminenza delle nomine dei procuratori pubblici per il prossimo decennio (!). Nomine che, come ben sappiamo, vengono effettuate dalla partitocrazia in Gran Consiglio con il consueto sistema del mercato del bestiame: io do una cadrega a te, tu dai una cadrega a me. Ed i maggiori occupanti di cadreghe nel potere giudiziario, in misura sproporzionata al peso elettorale, sono proprio – ma tu guarda i casi della vita – PLR e P$, che hanno colonizzato Palazzo di Giustizia.
Potenziare per compensare?
Il “messaggio-gate” non contribuisce a mettere in buona luce la giustizia ticinese che – come scriveva il Mattino un paio di mesi fa – ha ormai la stessa credibilità del Circo Knie.
Ma evidentemente, dato che si avvicina una nuova spartizione di cariche in base a meriti esclusivamente partitici, la partitocrazia ha tutto l’interesse a scopare in fretta e furia la polvere sotto il tappeto.
Il risultato delle nomine parlamentari dei PP, e ben lo vediamo con i 5 procuratori asfaltati dal Consiglio della Magistratura per incapacità, è che vengono scelte anche persone non in grado di svolgere il proprio lavoro. Del resto non si capisce come potrebbero ricoprire adeguatamente un ruolo così delicato giovani legulei alle prime armi e senza alcuna esperienza. E’ manifesto che a fare stato è solo l’etichetta partitica; magari condita di giovanilismo beota “à la page”.
E poi, per compensare le inefficienze di certi personaggi, bisognerebbe assumere rinforzi e gonfiare organici a spese del contribuente? Non è così che funziona!
Ennesima mazzata
La messa via a tarallucci e vino del messaggino galeotto di Ermani assesta l’ennesima mazzata all’immagine dell’istituzione.
Inflessibile solo con gli sfigati automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura, buonista-coglionista con i delinquenti, ancora di recente la Magistratura ticinese ha dimostrato la propria inadeguatezza. In effetti, un Procuratore pubblico (che tra l’altro risulta tra i cinque bocciati dal Consiglio della Magistratura) ha avuto il buon tempo di aprire un incarto su un lettore del Mattino, che ha pubblicato, nell’apposito spazio, una breve lettera (poche righe) in cui non c’era nulla di penalmente rilevante, e di questo se ne sarebbe accorto anche uno studente di diritto al secondo semestre. Per contro, da un anno e 10 mesi giace imboscata nei cassetti di Palazzo di giustizia una denuncia per sottrazione di centinaia di migliaia di franchi dalle casse di un ente pubblico; ma nulla si muove. Spiegazione del PP incaricato (un altro dei 5 bocciati): visto che non ci sono persone incarcerate, non c’è fretta!
Per non parlare dell’ultima perla, ovvero l’arresto del prelato ottantenne, poi rilasciato in tempo di record, accusato di abusi, mentre l’estremista islamica squilibrata che per un pelo non ha ucciso una donna alla Manor era in giro a piede libero malgrado fosse nota alle autorità.
Cambiare sistema
E’ dunque chiaro che la credibilità di questa giustizia è a ramengo, come lo è quella dell’autorità di nomina, ossia il Gran Consiglio. Occorre allora cambiare sistema e – come da anni predica la Lega – passare all’elezione popolare. Peggio dei deputati del triciclo gli elettori non potranno fare, ed almeno i magistrati eletti avranno una legittimazione democratica. I cittadini che ne subiscono le inefficienze avranno poi la possibilità di non riconfermarli in carica. Ed ovviamente il periodo di nomina non può durare 10 anni, ma deve essere ben più breve.
Lorenzo Quadri