Ma guarda un po’: da Oltreconfine continuano gli attacchi alla sovranità svizzera. Del resto, sono stati abituati a fare i propri comodi senza che nessuno facesse un cip. Vedi ad esempio la ripetuta “invasione di campo” in materia di inchieste giudiziarie. Con intercettazioni non autorizzate (caso Dollfus) ed addirittura con pedinamenti abusivi sul nostro territorio ad opera dei Carabinieri, come pubblicato sul Mattino nelle scorse settimane.

No ai limiti

Di recente il negoziatore italiano Vieri Ceriani si è permesso, ancora una volta, di mettere in discussione la votazione del 9 febbraio. Costui ha detto che i nuovi accordi fiscali compresi quelli sui ristorni dei frontalieri dipendono dalla devastante libera circolazione in vigore senza limiti. Dovessero entrare in vigore le limitazioni votate dal popolo, si tornerebbe alla Convenzione del 1974.

Bene bene, questo signore crede di poter comandare in casa nostra!

Niente in cambio

E’ il colmo: il governo italiano non eletto ha ottenuto dagli svizzerotti – o meglio, dalla ministra del 5% Widmer Schlumpf – lo scambio di informazioni bancarie. In cambio non ha concesso assolutamente un tubo. Le liste nere illegali rimangono in piedi. L’accesso delle aziende svizzere al mercato italiano non è affatto dato. Perché, dicono Oltreconfine, sono cose diverse. Adesso però, quando fa comodo a loro, come al solito la versione cambia. Per non adeguare le regole sulla fiscalità dei frontalieri nel Belpaese si arrampicano sui vetri e mischiano il burro con la ferrovia.

Convenzione decaduta

Nel 1974, anno in cui venne firmata la famosa Convenzione a seguito della quale il Ticino da quarant’anni paga per tutti il prezzo di un segreto bancario che – colmo dei colmi – oggi non c’è nemmeno più, la devastante libera circolazione delle persone era al di là da venire.

Per cui, cari amici italiani, la Convenzione del 1974 con la libera circolazione delle persone c’entra come i cavoli a merenda. Adesso voi sostenete che la libera circolazione delle persone e la Convenzione sono legate? Benissimo. Questo può voler dire solo una cosa. Essendo stata sottoscritta in regime pre-bilaterali, la Convenzione va considerata decaduta con l’entrata in vigore della libera circolazione delle persone. Di conseguenza, la Convenzione va denunciata da parte della Svizzera e l’Italia non riceve più un centesimo di ristorni. Riceverà invece i precetti esecutivi per la restituzione di quanto indebitamente versato negli scorsi anni.

E’ pertanto ovvio che a fine giugno il Consiglio di Stato deve decidere di bloccare il versamento dei ristorni.

Privilegi assurdi

Fa poi ridere i polli che l’Italia, nell’ambito delle trattative italo-svizzere, si permetta di introdurre delle “clausole ghigliottina” contro il 9 febbraio. Una crassa violazione della sovranità svizzera. Ma da parte dei nostri rappresentanti – quelli con i pantaloni abbassati all’altezza delle caviglie – su questo tema, come di consueto, non arriva un cip.

E’ evidente che in Italia nessuno vuole aumentare le imposte dei frontalieri. Malgrado le casse pubbliche avrebbero più che mai bisogno di entrate. E malgrado la disparità di trattamento tra frontalieri (fiscalmente privilegiati) ed italiani che lavorano in Italia gridi vendetta. Ma è chiaro che chi aumenta le imposte dei frontalieri perde le elezioni in Lombardia.

Dunque per pura speculazione elettorale il governo italiano priva le proprie casse pubbliche di risorse indispensabili e tollera privilegi insensati. Quanto agli svizzerotti, si continua a prenderli per i fondelli.

Sempre fregati

La ministra del 5% ed il suo tirapiedi De Watteville, a precisa richiesta sul perché la Svizzera non pretenda dall’Italia un aumento se non immediato, quanto meno rapido della fiscalità dei frontalieri in funzione antidumping, ha dichiarato che si tratta di un tema che rientra sotto la sovranità italiana. Quindi ci si inchina  davanti alla sovranità altrui. Però si permette all’Italia di calpestare allegramente la nostra.

Poi ci chiediamo come mai gli svizzerotti rimangono sempre fregati!

Lorenzo Quadri