Prende corpo in Gran Bretagna l’ipotesi del No Deal, ovvero dall’uscita del Regno Unito dall’UE senza un accordo. Lo ha dichiarato il premier Boris Johnson affidando ad un video il proprio messaggio. A meno di un “radicale cambiamento di approccio” da parte dei 27, salta tutto. L’uscita ha fatto il suo effetto, dal momento che gli eurobalivi si sono affrettati a smorzare i toni arroganti dei giorni precedenti.
Evidentemente il premier britannico è ben in chiaro sul fatto che gli interessi del paese non si difendono andando a Bruxelles chinati a 90 gradi. E soprattutto, che non esistono gli accordi ad ogni costo. Arriva il momento in cui bisogna avere il coraggio di dichiarare che le trattative sono fallite.
La stessa consapevolezza non sta di casa a Berna dove si insiste nel volere ad ogni costo lo sconcio accordo quadro istituzionale. Come c’era da aspettarsi, dopo la bocciatura dell’iniziativa Per la limitazione lo scorso 27 settembre, gli eurobalivi sono tornati subito alla carica, ad urne ancora calde. Visto che gli svizzeri vogliono mantenere i bilaterali, lo chiariamo noi cosa sono i bilaterali da adesso via. Ovvero: “Bruxelles detta le leggi e la Confederella le riprende in automatico. Altrimenti viene sanzionata. E ad applicare le leggi UE in casa degli svizzerotti ci pensano i nostri giudici della Corte europea di giustizia. Per non farci mancare niente, nel pacchetto introduciamo pure la direttiva UE sulla cittadinanza. Così 500 milioni di cittadini comunitari potranno immigrare in Svizzera per farsi mantenere e/o per delinquere, e gli svizzerotti non li potranno espellere, in barba quanto prevede la loro Costituzione, che verrà ridotta a carta straccia”. Eccola qua, la “stabilità nelle relazioni con l’UE” di cui cianciava la partitocrazia per spingere i cittadini ad affossare l’iniziativa “Per la limitazione”!
Nei giorni scorsi il Consiglio federale ha silurato il capo negoziatore a Bruxelles Roberto Balzaretti. L’allontanamento di Balzaretti è ovviamente anche un atto di sfiducia nei confronti del suo superiore, ovvero il PLR KrankenCassis. Con Balzaretti non si fanno passi avanti sull’accordo quadro, lamentano i camerieri dell’UE. Ossignùr. Non siamo certo dei fan dell’ormai ex caponegoziatore, che ha concesso agli eurobalivi di tutto e di più (cose che nessun altro Paese si sarebbe sognato di concedere). Ma la realtà è che i contenuti dell’accordo quadro sono noti da quasi due anni e sono del tutto inaccettabili per la Svizzera, diciamo pure che sono oltraggiosi. Bruxelles non intende modificare la sostanza; al massimo accetterà qualche ritocchino qua e là. Non è cambiando negoziatore che si cambiano le cose. La successora di Balzaretti non potrà che portare a casa gli stessi non-risultati. Il medesimo vino in una botte diversa. Un po’ come è successo nel passaggio da Burkhaltèèèèr (qualcuno se lo ricorda ancora?) a KrankenCassis. Altro che “tasto reset”. Il magheggio del governicchio federale è evidente: tenterà di spacciare lo stesso vino per un vino diverso, solo perché all’oste Balzaretti è subentrata l’ostessa Livia Leu. Come recita un noto slogan: “non siamo mica scemi!”.
Lorenzo Quadri