Lispia: i “molinari” locali si aprono ai migranti e ne succedono di tutti i colori
I finti rifugiati con lo smartphone sono incompatibili con la cultura e le libertà occidentali: gli autogestiti della Sassonia lo ammettono apertamente dopo averci sbattuto il muso. La nostra $inistruccia, invece…
In Germania gli spalancatori di frontiere del “devono entrare tutti” ci hanno sbattuto contro il muso. I fatti di Colonia, dove nel Capodanno 2016 centinaia di donne hanno subito molestie sessuali ad opera di finti rifugiati, non sono certo dei casi isolati.
Una recente edizione del quotidiano italiano radikal-chic la Repubblica (!) riporta infatti la disavventura, chiamiamola così, in cui si è imbattuto a Lispia il collettivo Conne Island – in sostanza i “molinari” locali. I responsabili del centro sociale, naturalmente fautori delle frontiere spalancate e dell’accoglienza indiscriminata ai migranti economici, hanno avuto la brillante idea di organizzare una serie di serate dedicate agli asilanti, con un biglietto d’entrata simbolico di 50 centesimi. E qual è stato il risultato? Un disastro, perché gli “ospiti” ne hanno combinate di tutti i colori: donne molestate ed insultate in modo pesante anche in branco; sbronze collettive finite in rissa; comportamenti razzisti ed antisemiti; e avanti così.
Razzismo importato
Sì, avete letto giusto: comportamenti razzisti ed antisemiti. Dalle nostre parti i moralisti a senso unico, a dimostrazione della propria pochezza, inveiscono contro gli svizzerotti che non sono d’accordo di far entrare tutti i finti rifugiati, accusandoli di essere “razzisti”. E rifiutano di vedere, o forse proprio non ci arrivano, che se in Svizzera c’è razzismo magari ad importarlo sono proprio gli stranieri. E sono sempre i migranti islamici a creare, anche nel nostro paese, pericolosi focolai di antisemitismo.
Ma la nostra $inistruccia politicamente korretta si inventa il reato di razzismo immaginando poi di abusare dello spauracchio della denuncia penale per zittire chi – senza per questo essere razzista – osa pensarla diversamente su temi quali immigrazione e multikulturalità. E nemmeno si accorge che sono proprio le scriteriate politiche $inistreggianti, imposte a suon di ricatti morali, a spalancare le porte della Svizzera a razzismo, antisemitismo e sessismo di matrice islamica.
Insomma, questi $ignori della gauche-caviar, quelli che si credono in diritto di montare in cattedra a calare lezioni a destra e a manca, non si stancano mai di fare autogol. Peccato che però ci vada di mezzo tutto il Paese. Mica solo loro.
“Miscuglio esplosivo”
Ma torniamo al Conne Island. Come riporta LaRepubblica, e non il Mattino razzista e fascista, il collettivo ha dovuto rinunciare all’organizzazione delle serate per asilanti dopo essere stato costretto a chiamare più volte la polizia per ristabilire l’ordine. E ammette: “La socializzazione molto autoritaria e patriarcale tipica di alcuni paesi d’origine dei migranti e la liberalità della cultura occidentale possono creare un miscuglio esplosivo”.
Traduzione: i finti rifugiati con lo smartphone (tutti giovani uomini che non scappano da alcuna guerra) sono incompatibili con gli stili di vita occidentale e non sono integrabili.
Ma come, non bisognava far entrare tutti? Ma come, i discorsi sull’incompatibilità culturale non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista?
Ed invece a Lipsia a fare questi riprovevoli discorsi fascisti non sono gli “estremisti di destra” (perché la destra, secondo la stampa di regime, è sempre estrema e va da sé razzista, mentre la $inistra è per definizione “progressista”) dell’Alternative für Deutschland. Sono gli autogestiti locali.
Suicidio economico e sociale
Ci sarebbe proprio da sorridere, se non ci fosse da piangere. Mai dalle nostre parti i politikamente korretti ammetteranno che forse i “populisti e xenofobi” hanno ragione e che spalancare le frontiere ai finti rifugiati è un suicidio non solo economico, ma anche sociale.
Suicidio economico perché le spese per l’asilo sono andate completamente fuori controllo. I partiti $torici a Berna se ne sono accorti di recente; la Commissione delle finanze del Consiglio nazionale ha rifiutato di iscrivere nel Preventivo 2017 della Confederella 400 milioni di spese extra per l’asilo, ma naturalmente senza decidere di chiudere le frontiere. Una presa per i fondelli: la conseguenza sarà che i soldi, per quanto “non iscritti a preventivo”, verranno spesi lo stesso.
Suicidio sociale perché questi migranti economici, in arrivo da altre culture che, per dirla con i “molinari” di Lipsia, a contatto con quella occidentale creano un “miscuglio esplosivo”, non saranno mai integrati. Anche perché quelli che rimangono in Svizzera vanno tutti in assistenza. Ad esempio gli eritrei a carico dello stato sociale elvetico tra il 2006 ed il 2014 sono aumentati del 2’272%!
Ma, come detto, dalle nostre parti mai gli spalancatori di frontiere ammetteranno di aver toppato grandiosamente. Continueranno invece a negare l’evidenza e a pretendere che “devono entrare tutti”, anche in violazione delle leggi (perché le leggi che non piacciono a $inistra sono immorali e quindi è giusto violarle). Avanti così.
Lorenzo Quadri