Inaudito! A Bruxelles sbroccano contro il compromesso-ciofeca sul 9 febbraio
Ma tu guarda questi eurobalivi: ancora non hanno capito che, al più tardi dopo il voto sulla Brexit, sono arrivati al capolinea. Ad ogni votazione negli Stati membri vengono mazzuolati, perché le urne decretano ovunque l’ascesa dei partiti antieuropeisti. Però pretendono ancora di fare la voce grossa con gli svizzerotti.
E’ inaudito che questi funzionaretti non eletti da nessuno, nel loro delirio di onnipotenza, non abbiano ancora capito che la libera circolazione delle persone è un fallimento e l’immigrazione incontrollata una calamità: o si scende a patti e si accettano delle limitazioni, oppure l’Unione europea chiude baracca.
Ancora non sono contenti
A Bruxelles hanno avuto il coraggio di sbroccare perfino contro il compromesso-ciofeca sul 9 febbraio scodellato da PLR, PPD e P$ nella Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP). Un compromesso anticostituzionale, che prende a pesci in faccia la volontà dei cittadini ed in particolare dei ticinesi. Un compromesso fatto per compiacere proprio Bruxelles.
Esso prevede che, se l’immigrazione dall’Unione europea e dall’AELS dovesse superare un certo livello (quale? Mistero!) sul piano regionale o nazionale, il Consiglio federale avrebbe facoltà (!) di ricorrere a misure correttive appropriate (quali? Mistero!). Qualora queste eventuali misure – che dovranno essere limitate al minimo indispensabile – risultassero problematiche sul fronte della devastante libera circolazione delle persone, dovranno essere discusse da un comitato misto Svizzera/UE.
Pantaloni ad altezza caviglia
Insomma: per compiacere i suoi padroni di Bruxelles, la partitocrazia (per la quale, è evidente, la volontà popolare conta meno del due briscola, mentre quella dell’UE è legge) ha abbassato le braghe ad altezza caviglia. Ma a Bruxelles ancora non sono contenti. E berciano: se una misura è conforme o no alla libera circolazione delle persone, lo decidiamo solo noi. Ci vuole un accordo quadro che preveda la giurisdizione europea in Svizzera. Il che significa: giudici europei in casa nostra! Ecco dunque l’ennesimo autogoal dell’UE che si sta impegnando per rendersi il più possibile odiosa e mettere in difficoltà i suoi camerieri bernesi. Ed ecco dunque chiarito dalla stessa UE cosa comporterebbe l’accordo quadro istituzionale che il ministro degli esteri PLR Didier Burkhaltèèèèr vagheggia di introdurre: porte spalancate alle leggi UE ed ai giudici UE, sovranità svizzera e diritti popolari nel water.
Non è così difficile…
Quanto al nuovo articolo costituzionale 121 a: è evidente che deve portare ad una ridefinizione della libera circolazione delle persone tra Svizzera e fallita UE. Se quest’ultima “fa muro”, la Svizzera disdice la libera circolazione delle persone. Che, lo ha detto anche l’ex vicepresidente della BNS Jean-Pierre Danthine, è inutile per la crescita economica, ma è solo un puntiglio ideologico. Forza, non è così difficile.
Lorenzo Quadri