La stampa gauche-caviar e la classificazione politica farlocca dei leoni da tastiera
Un paio di settimane fa, anche alle nostre latitudini gli organi d’informazione hanno dedicato ampio spazio alla notizia che la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, sarebbe la Consigliera federale più insultata sui blog. Per lo meno su quelli dei giornali del gruppo Tamedia, che hanno svolto la certamente indispensabile (come no…) inchiesta, analizzando 700mila commenti postati tra giugno 2017 e gennaio 2018.
La tesi
Naturalmente, la stampa radikalchic gauche-caviar ha dato alla notizia (?) ampio spazio. Come mai? Fin troppo facile da capire: si vuole far passare la tesi che gli haters 1) sarebbero prevalentemente di destra e 2) che se la prenderebbero in particolare con Sommaruga in quanto donna (sessisti).
Si dimentica che…
Si tratta, è chiaro, di tesi farlocche. Tanto per cominciare, è un po’ troppo facile dimenticare che la kompagna Simonetta prende a pesci in faccia la volontà popolare (non solo sul 9 febbraio) perché gli svizzerotti (chiusi e gretti) devono far entrare e mantenere tutti; che estende ad oltranza i diritti dei finti rifugiati con lo smartphone a scapito degli svizzeri; che se la prende con i ticinesi che tentano di difendersi dall’invasione da sud; che impone con arroganza il fallimentare multikulti come se fosse la verità rivelata; che promuove l’islamizzazione della Svizzera e la remena con razzismo xenofobia per opporsi a qualsiasi iniziativa contro gli estremisti musulmani; troppo facile, insomma, dimenticarsi di queste ed altre prodezze della Sommaruga e poi tentare di far passare la teoria che Madame viene offesa dal popolazzo becero (e destrorso) “perché donna”.
Un po’ come l’Addolorata Marra che prima scrive, il giorno della festa nazionale, che “La Svizzera non esiste”; poi, sommersa dalle proteste, sostiene che viene ostracizzata non perché spara minchiate inaudite, ma in quanto donna e di origine straniera (traduzione: gli svizzeri sono sessisti e razzisti).
Le campagne d’odio della $inistra
Inoltre, che si tenti contrabbandare la tesi che gli insultatori o haters sarebbero di destra, non ci sta bene proprio per niente. Perché è una balla clamorosa. I soldatini della $inistruccia nello scatenare campagne d’odio non sono secondi a nessuno. Vedi la sistematica denigrazione con l’etichetta di “razzista e fascista” ai danni di chi osa opporsi al pensiero unico multikulti e spalancatore di frontiere. Ma vedi anche quel che accade in questo periodo sui “social” con l’iniziativa No Billag. L’hater che, nascosto dietro il falso nome di “Fabien Collen”, ha dedicato al deputato leghista Massimiliano Robbiani reo di aver sostenuto pubblicamente l’iniziativa contro il canone il seguente raffinato poema: «Provate a sbattergli quel container che ha in cima al collo contro un muro per vedere se quell’unico neurone di eunuco, vagante senza meta per quello spazio vuoto, riesce a trovare l’unica sinapsi da protoscimmia e partorire un misero verso che possa assomigliare ad un rantolo di umano», non è mica di destra. Ci risulta infatti che il coraggioso insultatore anonimo sia un soldatino del P$ (e forse anche della RSI).
Chiudere certi blog?
Quanto agli insulti sessisti, a $inistra imperversano. Con l’aggravante che poi i kompagnuzzi pretendono senza vergogna di calare la morale agli altri. Guai a chi si permette di fare un cip sulle donne di $inistra, mentre quelle di “destra” si possono tranquillamente infamare. E gli autocertificati “progressisti” (mai termine fu più abusato) non si privano di certo di tale passatempo.
Per cui, che i galoppini gauche-caviar non montino la panna sugli insulti sul web alla kompagna Sommaruga per cercare di dare un’etichetta politica “di destra” agli haters. Perché si tratta dell’ennesimo trucchetto da tre e una cicca dei kompagnuzzi per denigrare gli odiati “nemici” e per spacciarsi quali detentori della morale e della correttezza, quando la realtà è ben diversa.
E i Pulitzer delle testate di Tamedia, invece di censire gli insulti sul web, non farebbero meglio a chiudere certi blog che ormai si sono trasformati in autentiche cloache?
Lorenzo Quadri