Canone a 200 franchi: lo strapagato direttore della SSR sbrocca di nuovo
Lo strapagato direttore generale della ro$$a SSR Gilles Marchand ha di nuovo sbroccato. Non è la prima volta che costui si scaglia istericamente contro l’iniziativa per la riduzione a 200 franchi del canone più caro del mondo. L’emittente di regime tenta di spacciarsi per baluardo contro le fake news (certo, come no!) ed invece i primi a diffonderne sono proprio i suoi boss. Come il buon Gilles che alcuni mesi fa, durante un incontro con una Commissione parlamentare, si è permesso di etichettare l’iniziativa “200 franchi bastano” come “No Billag 2”, rimediando una figura di palta e venendo subito ripreso dai presenti.
Questa volta Marchand, in un’intervista apparsa ieri sulla stampa romanda, ha definito la sacrosanta iniziativa per ridurre il canone – lasciando così ai cittadini qualche soldo in tasca in più – come “Brutale e radicale”. Ö la Peppa!
Evidentemente la coda di paglia gioca brutti scherzi! Ai vertici della SSR sanno benissimo di non meritare la paccata di soldi pubblici che ricevono.
Il Marchand si ficchi finalmente in zucca che i cittadini svizzeri non hanno alcun obbligo nei suoi confronti e che sono liberissimi di decidere, democraticamente, di decurtare un canone esagerato e anacronistico, senza per questo doversi sorbire le sue crisi di nervi.
E’ il caso di ricordare che, anche con il canone a 200 Fr, nelle casse dell’emittente di regime entrerebbero comunque 700 milioni di franchi all’anno che, sommati ai circa 270 milioni di introiti pubblicitari, fanno un miliardo. Qualcuno vorrebbe venirci a raccontare che un miliardo all’anno non basta per fare una radiotelevisione di servizio pubblico in un Paese di 9 milioni di abitanti? Ma non facciamo ridere i polli!
L’emittente di Stato, se l’iniziativa “200 franchi bastano” verrà approvata, dovrà fare un passo indietro e piantarla di spadroneggiare su tutto il panorama mediatico svizzero, dove pratica la concorrenza sleale con i soldi pubblici. Il mondo è cambiato, l’offerta radiotelevisiva ancora di più; ma la SSR pretende di andare avanti con le stesse regole di ottant’anni fa, attingendo a piene mani dalle tasche dei contribuenti e addirittura considerandolo un proprio insindacabile diritto! Ma stiamo busciando?
Il risultato di questa situazione è che i cittadini, costretti a versare il canone più caro del mondo per foraggiare la propaganda $inistrata della SSR, poi non hanno più i soldi per usufruire dei prodotti mediatici ai quali sarebbero interessati!
Lorenzo Quadri