La situazione sull’asse del Gottardo si fa sempre più critica. La frana di Gurtnellen, la seconda in un paio di mesi, ha dimostrato la fragilità del collegamento ferroviario  nord – sud. Secondo la versione ufficiale tuttora in vigore, i binari saranno chiusi per un mese. Tuttavia già da qualche giorno circolano voci secondo cui la ferrovia potrebbe rimanere chiusa per addirittura tre mesi. La sola ferrovia, dunque, non è in nessun modo una garanzia che il Ticino non resterà completamente tagliato fuori dal resto della Svizzera se la galleria autostradale sarà chiusa per più di tre anni a seguito dei noti lavori di risanamento.

 Morale: non è in nessun caso accettabile chiudere il tunnel autostradale per oltre tre anni tentando di far credere che si supplirà tramite la ferrovia. La quale, tra l’altro, non dispone nemmeno della capacità sufficiente per caricare tutte le auto ed i camion sul treno. C’è da sperare che il Consiglio federale, la cui decisione in materia di secondo traforo autostradale è imminente, abbia tratto le dovute conclusioni dalla frana.  Del resto sulla stampa d’Oltralpe anche il kompagno Pedrina, fautore di tre anni e mezzo di chiusura del tunnel, ha dichiarato di essere preoccupato per il rischio di isolamento del Cantone. Bene, allora che si comporti di conseguenza!

 

Il vento è cambiato

Visto il tema “caldo”, giovedì  sul mezzogiorno  la LITRA, servizio d’informazione per il trasporto pubblico, ha organizzato un evento informativo sul traffico nord-sud. Presente il direttore dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) Rudolf Dieterle. Dal cui intervento tutti hanno capito che l’ipotesi del completamento del Gottardo  negli ultimi tempi è diventata sempre più realistica. In particolare il direttore dell’USTRA, che “in proprio” non è certo un sostenitore  del secondo traforo, ha smontato in pochi secondi uno dei principali argomenti dei kompagni ro$$overdi, fautori di tre anni di chiusura del tunnel. Ossia che la realizzazione del secondo traforo del Gottardo pregiudicherebbe  la politica di trasbordo dalla strada alla ferrovia. Al proposito, Dieterle ha parlato chiaro: sono tutte balle. Tutte balle, perché 1) con due tunnel ad una sola corsia bidirezionale non aumenterebbe  la capacità del traforo e 2) già adesso la capacità del traforo per i tunnel non è esaurita, ma ciononostante si trasborda. Quindi il trasbordo non dipende dall’esaurimento delle capacità.

Dieterle ha inoltre sottolineato l’ovvietà che il secondo traforo risolverebbe anche il problema di tutte le future ristrutturazioni.  Come valutare questi interventi?

“E’ un segnale positivo, un segnale che il vento sta cambiando – commenta il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, membro della Commissione dei trasporti della Camera del popolo -. I discorsi che si sentivano, anche in Commissione dei trasporti, ad inizio legislatura, erano di tenore ben diverso. Anche gli interventi dello stesso Dieterle. Non dico che l’ipotesi di raddoppio venisse irrisa, ma certamente era considerata assai remota. Poi la situazione è cambiata”.

Per quali motivi? “Sicuramente una serie di fattori oggettivi, e le richieste di approfondimento arrivate dal Ticino hanno contribuito a mettere a nudo  gli studi federali sballati che volevano presentare  come efficace il sistema di navette con cui si accompagnerebbe la chiusura triennale.  Però anche i deputati ticinesi hanno fatto la propria parte. Nella Commissione dei trasporti del Nazionale a rappresentare il Ticino ci siamo io e Fabio Regazzi; in quella degli Stati Filippo Lombardi. Tutti siamo convinti sostenitori del completamento del  traforo del Gottardo. D’altra parte non c’è alternativa. E tutti ci siamo dati, e ci stiamo dando da fare per perorare la causa del secondo tubo. Il Ticino si è dunque presentato compatto. Nello scorso quadriennio non era il caso. Basti pensare che nella Commissione dei trasporti del Nazionale sedeva Fabio  Pedrina”.

MDD