Ormai manca poco alla decisione del Consiglio federale sul tunnel autostradale del San Gottardo: o chiusura per oltre tre anni (con conseguente isolamento del Ticino dal resto della Svizzera), o completamento tramite costruzione di un secondo tubo senza aumento di capacità.
Il Consiglio federale aveva infatti annunciato che la propria decisione sarebbe arrivata entro l’estate.
E’ chiaro che per il Ticino l’unica soluzione che entra in linea di conto è quella del secondo tubo. L’altra opzione prevede infatti un groviglio di misure complicatissime ed inefficaci. Le quali prendono tra l’altro il nome di “misure accompagnatorie”: proprio come quelle, totalmente inefficaci, dei Bilaterali. Il che già la dice lunga. Si tratterebbe infatti di creare delle navette su cui caricare i veicoli. Ciò presuppone la costruzione di stazioni di trasbordo (per il trasferimento dalla strada alla ferrovia) a Biasca e Rynächt (Erstfeld) per i veicoli pesanti, e ad Airolo e Göschenen per le automobili. Né per gli uni né per le altre si disporrebbe di capacità sufficiente ad assorbire il transito.
Attraverso la Svizzera nel 2020 transiteranno infatti 1.4 milioni di Tir all’anno, di cui 900mila sotto il Gottardo. L’obiettivo di ridurre i transiti attraverso la Svizzera, entro il 2018, a 650mila all’anno, è miseramente fallito. Di questa realtà bisogna tenere conto. Come pure bisogna tenere conto del fatto che sotto al tunnel del Gottardo passano fino a 34mila veicoli leggeri al giorno, mentre le navette potrebbero trasportarne al massimo 20mila. Questo nella migliore delle ipotesi.
Inoltre non solo i treni navetta non sarebbero in grado di assorbire il traffico, ma sui binari non ci sarebbero nemmeno le tracce necessarie per farli passare. Immaginare, come fa Berna, di far transitare i treni più lentamente all’interno del tunnel di base AlpTransit per poter inserire un numero superiore di treni navetta, significa far saltare i collegamenti con mezza Europa.
Questo sistema già di per sé insufficiente è così complicato che ogni imprevisto lo manderebbe in tilt.
Tempi e costi
Ora, se fino a qualche mese fa andare davanti al Consiglio federale a parlare di completamento del Gottardo equivaleva di fatto a pronunciare un’eresia, adesso la musica è cambiata. Non certo perché il Consiglio federale abbia iniziato a degnare il Ticino di maggior considerazione, ma perché anche a Berna ci si accorge che, quanto a costi e a tempistica, la variante “secondo tubo senza aumento di capacità” e quella “chiusura per tre anni con navetta” si avvicinano sempre più.
Per i tempi: le stazioni di trasbordo, specie quelle per i Tir, sono degli autentici mostri. Basti pensare che a Biasca si vorrebbe cementificare un’area di oltre 80mila metriquadri. Ovvio quindi che la popolazione locale, sia al di qua che al di là delle Alpi, non ne voglia proprio sapere di simili devastazioni e annunci battaglia. E si sa bene che, a suon di ricorsi e controricorsi, queste battaglie possono durare anni.
Per i costi: la variante secondo tubo costerebbe ca 2.7 miliardi di Fr, quella “chiusura per tre anni con navetta” ne costerebbe 1,9. Ci sono quindi “solo” 800 milioni di differenza. Ma tra le due opzioni c’è un abisso in quanto il secondo tubo risolverebbe i problemi di collegamento del Ticino con il resto della Svizzera, aumenterebbe – e di molto – la sicurezza e costituirebbe un investimento a lungo termine. Investire nelle stazioni di trasbordo significa invece gettare un miliardo a fondo perso. Come ha precisato il Consiglio federale, infatti, una volta terminati i lavori nella galleria, l’impianto di Biasca verrebbe smantellato. Si spendono centinaia di milioni per poi fare piazza pulita dopo pochi anni.
A ciò si aggiunge che la chiusura triennale del Gottardo, secondo una stima realizzata dalla Camera di commercio, porterebbe alla perdita di 2000 posti di lavoro in Ticino, e avrebbe conseguenze devastanti la nostra economia.
Resta il maggior costo di 800 milioni di Fr. Ma vogliamo proprio vedere con quale coraggio Berna, che sperpera annualmente miliardi all’estero, avrebbe il coraggio di venirci a dire che non ci sono 800 milioni per il Ticino!
Lorenzo Quadri