Università svizzere in pole position malgrado Horizon – avvicinarsi alla NATO? Mai!
Ennesima figura di palta per la partitocrazia eurolecchina! Essa, come noto, tenta di montare la panna sul programma di ricerca Horizon Europe. La Confederella non ne fa più parte dopo la chiusura delle trattative sullo sconcio accordo quadro istituzionale (maggio 2021). Nel contempo, tuttavia, paesi terzi come Albania, Turchia e Marocco, ma anche il Regno Unito, vi possono partecipare.
Sotto le cupole federali, da quasi due anni i soldatini della casta si agitano per tentare di far credere che, senza la partecipazione o l’associazione ad Horizon, il sistema universitario svizzero sarebbe destinato ad istantanea rovina. Secondo la partitocrazia, dunque, un accordo sulla ricerca universitaria vale più della nostra sovranità, della nostra indipendenza, dei nostri diritti popolari!
Ma soprattutto: gli scenari apocalittici presentati sono le solite balle di fra’ Luca. L’equivalente dei discorsi che si sentivano trent’anni fa, dopo il NO allo SEE (la Lega dei Ticinesi, nata da poco, vi giocò un ruolo determinante): ai tempi, i politicanti addirittura farneticavano che la Confederella sarebbe dovuta andare a Bruxelles in ginocchio ad implorare l’accesso ai mercati. Ma ovviamente non è accaduto niente del genere: era solo terrorismo di regime.
Primi al mondo
Di recente è infatti stata pubblicata la classifica di Quacquarelli Symonds (QS; non c’entra con i quacquaracquà). Ne emerge, udite udite, che il miglior sistema universitario al mondo è quello svizzero. Le nostre università sono leader nella maggior parte delle materie. 32 programmi di studio elvetici figurano, nelle rispettive discipline, tra i migliori 10 al mondo. Il politecnico di Zurigo è terzo a livello mondiale. Solo il MIT (Massachusetts Institute of Technology) e l’università di Harvard fanno meglio. E nessuno dei due è nell’UE.
Fateci capire: altro che sfacelo del sistema universitario svizzero. Siamo fuori da Horizon, però siamo i migliori al mondo. Escludendoci, gli eurofalliti hanno fatto un autogol!
Governicchi, Achtung!
Intanto le calate di braghe proseguono.
Durante l’ultima sessione (conclusa il 17 marzo) il Consiglio nazionale, in un raro sprazzo di lucidità, ha deciso di non seguire chi chiedeva l’avvio immediato di trattative con la fallita UE in vista di un accordo istituzionale. Adesso arriva però la Conferenza dei governicchi cantonali (uella) a dichiarare di “essere disposta ad accettare la ripresa dinamica del diritto europeo. Tuttavia, questa non dovrebbe essere automatica ma avvenire solo previo consenso del Consiglio federale, del parlamento o del popolo”.
Ah, ecco. Ma questi governicchi cantonali ci sono o ci fanno? E’ ovvio che ripresa dinamica e ripresa automatica sono sinonimi. Specie con i camerieri di Bruxelles che ci ritroviamo a Berna. Costoro corrono a chinarsi a 90 gradi ad ogni cip in arrivo dall’UE, strillando che sarebbe “ineluttabile”. Ricordiamo ad esempio le calate di braghe sulla direttiva europea contro le armi degli onesti cittadini. L’allora ministra di giustizia, kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga (P$), cianciava che tali direttive costituivano un’evoluzione dell’accordo di Schengen: se gli svizzerotti non si fossero piegati, sarebbero stati espulsi da Schengen! Uhhh, che pagüüüraaa! Almeno fosse successo; sarebbe stata una pacchia!
In più i governicchi cantonali prendono posizione pure sulla Corte di giustizia europea, ovvero sui giudici stranieri. E si dichiarano pronti ad accettare una soluzione che incarichi la Corte di giustizia dell’UE di “garantire un’interpretazione coerente”. E cosa vuol dire? A parte che non si capisce un tubo, qualsiasi ruolo della Corte di giustizia europea in Svizzera va respinto a prescindere! No ai giudici stranieri: è questa l’unica soluzione “coerente”!
NATO: girare al largo
Visto che al peggio non c’è limite, nei giorni scorsi la ministra della Difesa Viola Amherd (Viola chi?) ha incontrato il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Nel colloquio, Amherd ha auspicato una maggiore partecipazione della Svizzera alle esercitazioni della NATO. E su autorizzazione di chi la consigliera federala uregiatta si è prodotta in una simile sortita? Dalla guerrafondaia NATO dobbiamo girare al largo! Altro che esercitazioni congiunte e strusciamenti vari!
Dietro questa ennesima ciofeca ci sta il capo dell’esercito, tale Thomas Süssli (al quale è toccato in sorte un cognome assai poco marziale, ma tant’è). Se si pensa che il buon Süssli un paio di anni fa aveva “aperto” alla presenza di cittadini stranieri nell’esercito svizzero, come pure alla creazione di imam militari, ben si comprende che da parte sua possono arrivare solo cappellate a raffica.
E’ chiaro che la boiata degli addestramenti comuni con l’Alleanza atlantica costituisce l’ennesimo attentato alla neutralità. Come se non bastasse, a seguito della sua sciagurata profferta la Viola ha anche subito l’umiliazione di ricevere un secco njet: il balivo Stoltenberg ha infatti risposto che di esercitazioni congiunte non se ne parla proprio, finché la Confederella manterrà il divieto di riesportare armi verso l’Ucraina. Il tristo personaggio non perde mezza occasione per ricattarci! Ma questa volta ha toppato alla grande: la fetecchiata degli addestramenti congiunti è un tema solo per il Süssli e per la Viola. Quanto allo “Stolten-Berg”, che vada a scopare l’Oceano Atlantico! Delle sue “pressioni” ne abbiamo piene le scuffie!
Lorenzo Quadri