La ministra di giustizia Ka-Ka-eS (PLR) tenta di amputare la volontà dei cittadini

Nuovo flop della ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS)!

 A titolo di promemoria, ricordiamo che la Consigliera federala liblab finora si è in particolare distinta in quanto:

  • E’ la fautrice del prolungamento indiscriminato dello statuto S per i profughi ucraini (altro che “permesso orientato al rimpatrio”, come era stato pubblicamente “venduto” lo statuto S per fare fesso il popolazzo).
  • Ha dichiarato davanti al parlatoio federale che 75mila frontalieri in Ticino sono una figata pazzesca.
  • Ha rottamato, con la fattiva collaborazione della partitocrazia, la decisione parlamentare di espellere senza se né ma i terroristi stranieri, anche qualora costoro si trovassero in pericolo nel paese d’origine. Secondo la Ka-Ka-eS, rimandare a casa loro questi terroristi “sa po’ mia”, perché così pretende la CEDU! Bene: allora questi soggetti li mandiamo direttamente a Strasburgo, dove ha sede la Corte europea dei diritti dell’uomo.

Melina

Questa volta il tema è il divieto di burqa a livello nazionale, votato dal popolo il 7 marzo del 2021.  L’iniziativa federale antiburqa – ricalcata su quella che venne plebiscitata in Ticino nel settembre 2013 –  prevedeva un lasso di tempo di due anni per la sua messa in vigore. Il termine scade dunque  il 7 marzo 2023. Ma non potrà essere rispettato. Solo ora, infatti, il governicchio federale ha mandato in consultazione la proposta di attuazione. Ancora una volta, quando la volontà popolare non piace alla casta, quest’ultima fa melina e allunga i tempi.

“Simbolo di libertà”

Intanto in Iran da varie settimane la popolazione scende in piazza per protestare contro il regime dei talebani e contro i veli islamisti, simbolo di oppressione della donna. Ai tempi della votazione federale sul divieto di burqa, le bollite femministe ro$$overdi lodavano l’orrido straccio come “simbolo di libertà”. Un concetto che le signore in questione  – le quali non sono femministe, bensì immigrazioniste, e le due ideologia sono incompatibili – possono ora andare a spiegare alle donne iraniane.

E adesso queste stesse femministe ro$$overdi del “burqa simbolo di libertà”, con una tolla che la metà basta, pensano di rifarsi una verginità tagliandosi ciocche di capelli per solidarietà pelosa (in tutti i sensi) nei confronti delle donne iraniane. Le quali, se potessero, poco ma sicuro che le prenderebbero volentieri a schiaffoni.

La conferma

Quanto succede in Iran conferma ulteriormente l’importanza che l’Occidente vieti i veli (in realtà stracci, perché un velo è un’altra cosa) integrali e ponga un chiaro freno all’islamismo dilagante.

Ora, la liblab Ka-Ka-eS prima ha tentato di ingerlare ai Cantoni l’applicazione dell’iniziativa contro la dissimulazione del viso. Poi si è decisa a far partorire dai propri burocrati la legge federale da poco inviata in consultazione. Che non è tutta da buttare, intendiamoci. E’ ad esempio positivo che la violazione del divieto sia punita in procedura di multa disciplinare: ciò permette di evitare eccessi di burocrazia (anche in Ticino è così: quindi sarebbe bastato procedere con il copia-incolla). Ma le cappellate non potevano mancare.

Cappellata nr 1

La sanzione massima inizialmente prevista a 10mila franchi (come da legge ticinese) è stata abbassata a 1000 franchi, poiché 10mila “sembravano troppi”. Ah, ecco. A causa della ciofeca Via Sicura voluta dalla partitocrazia, i soliti sfigati automobilisti vengono mazzuolati non solo con pene massime, ma addirittura con pene minime fuori di cranio. E questo in base all’ ideologia ro$$overde. Agli islamisti, invece, si fanno sconti sulle pene massime.

Le pene massime per loro natura sono quelle che vengono comminate in casi particolarmente gravi. Non sono le sanzioni standard. Ma, nei confronti dell’estremista islamica di turno che ostenta il burqa di proposito in modo reiterato per contestare il divieto democraticamente votato dal popolo (vedi le manifestazioni-pagliacciata organizzate dal sedicente imprenditore algerino Rachid Nekkaz) la multa di 10mila franchi ci sta benissimo. Anzi, è ancora troppa bassa.

Cappellata nr 2

Per le manifestazioni pubbliche, il governicchio (ovvero Ka-Ka-eS) prevede un’eccezione molto ampia al divieto di dissimulazione del viso. Eccezione giustificata con la seguente castroneria: essa sarebbe necessaria “per far valere i diritti fondamentali e garantire la propria incolumità”. Ma sa po’?  Se una manifestazione è autorizzata e non violenta, e non comporta pericoli per persone o cose, non c’è alcun motivo per cui i partecipanti dovrebbero nascondere i loro faccioni. Proprio perché alle nostre latitudini il diritto di manifestare è garantito. A girare mascherati sono invece i manifestanti  violenti di estrema $inistra, con l’ovvio intento di non farsi riconoscere mentre commettono atti vandalici o attaccano le forze dell’ordine.

Eh già: malgrado la stampa di regime, a partire dalla ro$$a R$I, blateri ad ogni piè sospinto di “estremismo di destra”, alle nostre latitudini esso costituisce un fenomeno di proporzioni infime. In Svizzera esiste per contro un crescente problema di estremismo violento di $inistra. I Black block e affini manifestano incappucciati. Idem i brozzoni autogestiti. Agevolare la vita a simili soggetti con eccezioni al divieto di dissimulare il viso non sta né in cielo né in terra.  Questo divieto nasce sì in funzione antiburqa, quindi come strumento di affermazione e difesa dei valori occidentali. Ma esso è anche una  misura di sicurezza per prevenire reati commessi a volto coperto, in particolare durante gli assembramenti (ma ovviamente anche in altre occasioni). Adesso si vuole amputare questa parte solo perché le persone direttamente toccate sono di $inistra! Se  il problema fossero gli estremisti di “destra” che manifestano a volto coperto, di sicuro nessuno si sarebbe sognato di agevolarli con eccezioni mirate. Grazie Ka-Ka-eS (PLR) per questa nuova perla!

Lorenzo Quadri