Benzina alle stelle, ma il Consiglio federale dice “Njet” agli sconti
Il governicchio federale prende di nuovo a pesci in faccia icittadini. Nei giorni scorsi i camerieri di Bruxelles hanno proclamato il proprio “Njet” ai tagli ai balzelli sulla benzina, per ridurne il prezzo alla pompa.
Come sappiamo, a causa della ben nota situazione geopolitica, il costo del carburante è schizzato alle stelle; idem dicasi per l’olio combustibile. Di conseguenza i cittadini tirano sempre più la cinghia. Specie quelli del ceto medio e basso.
Il Belpaese (e non solo lui) ha agito tempestivamente. Da oltre due mesi, ha tagliato le accise sul carburante. Risultato: oggi oltreramina la benzina costa quasi 40 centesimi al litro in meno che nella fascia di confine ticinese. Dove le stazioni di servizio, con negozi annessi, ormai non vendono più nemmeno uno spillo.
Nel 2020 – anno di lockdown! – l’imposta sugli oli minerali ha fruttato 2.5 miliardi di franchi (apperò). La metà (45%) di questo tesoretto non ha una destinazione vincolata: finisce nelle casse generali della Confederella, che può farne ciò che vuole. Quindi,su questi soldoni, il margine di manovra per degli sconti ci sarebbe eccome. Il governicchio bernese però non ne vuole sapere, e si inventa scuse ridicole per giustificare il proprio rifiuto.Ad esempio, che sarebbe “troppo presto” per intervenire. Ossignùr. I vicini a sud intervengono da oltre due mesi e mezzo! Altro che troppo presto!
Certo che se a decidere sugli sgravi sulla benzina sono il Dipartimento Simonetta, che odia gli automobilisti, e il Dipartimento delle finanze, che vuole fare cassetta, è chiaro che di sconti non ne vedremo mai!
I nostri sgovernanti regalano soldi pubblici a destra e a manca. Ma quando si tratta di sostenere i consumatori svizzeri…
Lorenzo Quadri
A pagina 3
Dida
E intanto i ticinesi vanno a fare il pieno nel Belpaese