I soldatini, invece di schierarsi dalla parte delle vittime di un’aggressione…
Evidentemente, dai vertici della partitocrazia è arrivato l’ordine di scuderia di affossare l’iniziativa “populista”. I cittadini saranno chiamati ad esprimersi. Quanto scommettiamo che la casta verrà ancora una volta asfaltata?
Come c’era da attendersi, la scorsa settimana la maggioranza del Gran Consiglio ticinese ha detto njet ad un modesto potenziamento del diritto alla legittima difesa. Lo ha fatto bocciando sia l’iniziativa popolare denominata “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa”, lanciata dal Guastafeste Giorgio Ghiringhelli ed appoggiata anche dalla Lega, che il controprogetto elaborato dalla deputata leghista Sabrina Aldi.
Potenziamento modesto
L’iniziativa chiede che la vittima di un’aggressione che si è difesa, e che per questo motivo è stata processata per il reato di eccesso di legittima difesa, ma poi assolta, venga rimborsata integralmente: che le vengano quindi riconosciuti non solo i costi dell’avvocato d’ufficio, ma anche quelli dell’avvocato di fiducia. Si tratta in sostanza di estendere la copertura giudiziaria gratuita anche a chi preferisce scegliersi il proprio difensore invece di “accontentarsi” di quello d’ufficio.
Il controprogetto riprendeva l’iniziativa, precisandone meglio alcuni aspetti pratici.
I soliti
A dire njet a questo potenziamento modesto, si potrebbe dire minimalista – del resto, il margine d’azione a livello cantonale è ridottissimo, trattandosi di questione regolata a livello federale – del diritto alla legittima difesa è stato, ma tu guarda i casi della vita, il solito triciclo PLR-PPD-P$ (compresi ovviamente i verdi-anguria, ritornati ad essere, nell’era post-Savoia, gli “utili idioti” dei $ocialisti); con l’eccezione di qualche parlamentare PPD.
A sostegno della legittima difesa si sono invece schierati leghisti e democentristi, più (miracolo!) alcuni uregiatti.
Partitocrazia recidiva
Sostenere che una proposta come quella in discussione sarebbe un incentivo al Far West ed alla giustizia “fai da te” è un insulto all’intelligenza. Eppure dai ranghi di P$ e PLR, ormai sempre più uguali, si sono sentite fregnacce di tale calibro.
Qualche deputato che mangia pane e volpe a colazione ha pure dichiarato che accettare l’iniziativa, rispettivamente il controprogetto, avrebbe generato “costi enormi”. Eh già, come se in Ticino ogni anno migliaia e migliaia di persone venissero processate – ed assolte – per eccesso di legittima difesa! Per fortuna, i casi del genere sono assai rari. Almeno per il momento. In futuro, la situazione potrebbe cambiare. Con la politica delle frontiere spalancate voluta dal triciclo PLR-PPD-P$$, infatti, in Svizzera arrivano delinquenti stranieri a go-go. Compresi i criminali specializzati in rapine violente nelle case. Quindi, è ben possibile che in futuro un numero sempre maggiore di onesti cittadini sarà costretto a difendersi da rapinatori senza scrupoli. Eppure, davanti a questa prospettiva, il triciclo euroturbo non vuole né chiudere le frontiere, né sostenere le vittime di aggressioni.
Del resto, la partitocrazia è recidiva. Anche a livello federale, il triciclo ha respinto scandalizzato l’iniziativa parlamentare di chi scrive, che chiedeva un potenziamento più sostanzioso del diritto alla legittima difesa, limitato però a chi viene aggredito nella propria abitazione.
Prospettiva poco rosea
Ecco dunque i bei progetti del triciclo: frontiere spalancate alla criminalità d’importazione, e contemporaneamente nessun potenziamento alla legittima difesa. Anzi: i cittadini onesti vengono disarmati dalla partitocrazia. Essa si è infatti chinata a 90 gradi davanti al Diktat dell’UE contro le armi; una calata di braghe che, solo lo scorso maggio, in Ticino è costata al triciclo l’ennesima asfaltatura in votazione popolare.
Tale calata di braghe, sia detto per inciso, anticipa con precisione quanto accadrebbe in regime di sconcio accordo quadro istituzionale. Da Bruxelles arriva l’imposizione e la partitocrazia cameriera dell’UE esegue all’istante. Per giustificarsi strilla che “bisogna salvare” un qualche accordo internazionale del piffero.
Di nuovo asfaltati?
Se la maggioranza del Gran Consiglio avesse approvato il controprogetto Aldi, l’iniziativa popolare sarebbe stata ritirata. Quindi non ci sarebbe stata una votazione popolare. Visto che le cose sono andate diversamente, i ticinesi saranno chiamati alle urne. Non ci vuole il mago Otelma per prevedere che l’iniziativa verrà approvata ed il triciclo nuovamente asfaltato. Ed in più, il contribuente pagherà il costo della votazione.
Eccoci dunque davanti ad una nuova dimostrazione di quanto la partitocrazia sia ormai irrimediabilmente lontana dai cittadini; anche su questioni di portata tutto sommato limitata!
Lorenzo Quadri