Lugano: il Municipio non poteva fingere di non vedere il degrado ed il pericolo sanitario

Negli scorsi fine settimana, ed in particolare l’ultimo weekend, la Foce del Cassarate è stata conciata da sbattere via. La domenica mattina (vedi foto) l’area pregiata era ridotta ad una discarica a cielo aperto, ricoperta da rüt di ogni tipo. Escrementi umani compresi. E mica pochi. Il personale dei servizi urbani ha dovuto lavorare per ore, in condizioni proibitive, per ridare un minimo di decenza al sito, affinché fosse accessibile durante il giorno. E la Foce non è neppure facile da pulire. I cocci di bottiglie finiscono nel fiume, e chi il giorno dopo ci entra per rinfrescarsi i piedi rischia di tagliarsi (ed infatti è successo).

Montagne di rüt e vandalismi

Oltre alle montagne di sporcizia, che costituiscono una vergognosa dimostrazione di inciviltà, si pongono i problemi di ordine pubblico. Lo scorso sabato sera alla Foce ci sono stati due principi di rissa. La polizia, intervenuta sul posto, è stata minacciata con tanto di accuse di razzismo (?) starnazzate da un megafono. Ad aizzare c’erano, ma guarda un po’, dei brozzoni in arrivo dall’ex Macello: ulteriore dimostrazione che, dopo quasi un ventennio di ingiustificata  tolleranza, è ora di sgombrare questo pregiato sedime dalla foffa che lo okkupa.

Non potevano mancare gli atti vandalici a danno dei natanti ancorati nel vicino porto. E anche a danno della cassetta del Mattino presente in zona. Qualche fascistello ro$$o e/o brozzone autogestito ha infatti pensato bene, nelle prime ore della scorsa domenica mattina, di gettarne l’intero contenuto nel fiume.

Assembramenti pericolosi

Alle risse, all’inaccettabile sporcizia ed agli atti vandalici si aggiungono gli assembramenti senza alcun rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Giovedì – proprio mentre il  Municipio di Lugano decideva la chiusura notturna della Foce – il Cantone ha lanciato l’allarme. Sul fronte dello stramaledetto virus cinese preoccupano i rientri dall’estero (stranieri residenti in Svizzera, rispettivamente beneficiari di naturalizzazioni facili, che, alla riapertura delle frontiere, si sono precipitati al natìo paesello “perché lì è più bello” e poi sono ritornati contagiati) e gli assembramenti tra giovani.

La bolgia creatasi alla Foce negli scorsi fine settimana era  l’esempio classico del potenziale generatore di focolai covid. E’ evidente che l’ente pubblico non può permettersi di  tollerare una simile situazione di pericolo! Tanto più che il tracciamento è ovviamente impossibile, non essendoci alcun registro dei presenti alla Foce.

Era quindi necessario un intervento drastico ed il Municipio di Lugano ha preso l’unica decisione possibile: intanto per le sere di questo fine settimana la Foce rimane chiusa. Per il futuro, si vedrà.

Occasione sprecata

La possibilità di usufruire in modo responsabile della Foce è stata data, ed è stata gettata via. Maleducazione ed inciviltà hanno prevalso. Quindi l’unica scelta possibile era la chiusura. Certo che se la famosa “responsabilità individuale” su cui tanto affidamento si fa per contenere il diffondersi del virus cinese è quella vista alla Foce nelle serate e notti degli scorsi weekend, stiamo freschi.

Chiudere di notte la Foce è diventata una misura inevitabile per garantire la salute pubblica da un lato, e la fruizione diurna del luogo dall’altro. Del resto, la nuova Foce è stata concepita come un progetto di rinaturazione : quindi destinata ad un utilizzo “dolce”. Non è mai stata concepita per trasformarsi in una bolgia notturna.

Prossimi passi

Quanto alla riapertura… frena Ugo! Giovedì i servizi comunali sottoporranno al Municipio un modello di gestione in sicurezza dell’area. Se la proposta risulterà convincente, si potrà fare un altro tentativo. Se non lo sarà…

E se poi anche l’eventuale estremo tentativo di apertura serale dovesse andare storto (non per portare sfiga, ma visti i precedenti…), vorrà dire che alla Foce ci si potrà andare solo di giorno. Mentre di notte l’area sarà off limits. Definitivamente. A mali estremi, estremi rimedi.

La Foce trasformata in una discarica a cielo aperto è uno spettacolo intollerabile.

La Foce trasformata in una specie di Bronx lacustre con risse tra fazioni (?) e minacce alla polizia è uno spettacolo intollerabile.

Gli assembramenti senza alcun rispetto della situazione sanitaria e con i pericoli di seconda ondata che essi comportano sono uno spettacolo intollerabile.

Questa non è Lugano ed il Municipio non poteva far finta di non vedere!

Lorenzo Quadri