Presunto prestanome della ‘ndrangheta residente in Marocco ha ottenuto il permesso G

La devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia ha trasformato il Ticino nel Paese del Bengodi dei furbetti(quando non veri e propri delinquenti) in arrivo da Oltreramina. Nei giorni scorsi ne abbiamo avuto l’ennesimo esempio: quello del frontaliere presunto prestanome della ‘ndrangheta titolare di un permesso G, malgrado vivesse in Marocco (che non ci risulta confinare con la Svizzera).

Alla faccia delle infiltrazioni

Come ha dichiarato il direttore del DI Norman Gobbi, il 59enne aveva chiesto il permesso B, che gli era stato negato per ragioni di ordine pubblico. Per gli stessi motivi, qualche mese dopo, l’Ufficio della migrazione aveva respinto pure la sua domanda dipermesso G. Ma l’uomo ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo (Tram). E questo gli ha dato ragione!

E’ il colmo: mentre si moltiplicano i segnali d’allarme, in particolare da parte degli avvocati impegnati al fronte, per le infiltrazioni mafiose in Svizzera – infiltrazioni ovviamente fomentate dalla politica delle frontiere spalancate voluta dalla casta – ecco che il Tram rilascia permessi  G a possibili addentellati alla criminalità organizzata, che oltretutto risiedono in Marocco!

Da notare che il Tram non è un’entità astratta. E’ composto dalla presidenta Flavia Verzasconi, dai vicepresidenti Matteo Cassina e Giovan Maria Tattarletti e dai membri Fulvio Campello, MateaPessina e Sarah Scocchi; più tutto il codazzo di vicecancellieri. Anche questi signori e signore devono metterci la faccia.

Del resto, non è nemmeno la prima volta che a persone “problematiche” (eufemismo) vengono rinnovati permessi per decisione giudiziaria. Sappiamo per certo – ne abbiamo riferito da queste colonne – che alcuni anni fa si è verificata un’altra situazione incresciosa. Sicché a questo livello qualcosa ciurla nel manico!

Credito covid stuccato

Per non farsi mancare niente, il 59enne presunto prestanome della ‘ndrangheta ha pure stuccato un prestito covid di 30mila franchetti, erogato da UBS. Senza il permesso G accordatogli dal Tram, questa prodezza non sarebbe evidentemente stata possibile. Inutile dire che le trentamila cucuzze non verranno mai restituite. Ma per UBS  non è un problema: grazie alla garanzia della Confederella, sarà lo sfigato contribuente svizzerotto a dover risarcire il prestito Covid elargito senza uno straccio di controllo all’amico dei “clan” residente in Marocco!

Chi ringraziamo per questo scempio?

E non osiamo immaginare quanti casi simili ci possano essere!

Fuori le cifre

A proposito di crediti Covid: aspettiamo sempre il resoconto degli abusi! Non solo l’ammontare totale dei soldi stuccati, ma anche la nazionalità dei truffatori, con l’indicazione dell’importo illecitamente ottenuto per ogni nazionalità! Perché in Ticino, da quel che si è finora appreso, l’identikit dell’imbroglione-tipo è chiaro: furbetto dell’italico quartierino che, grazie alla libera circolazione, qui da noi ha trovato “ul signur indurmentàa”!

Se qualcuno immagina di poter imboscare queste cifre, ha sbagliato a fare i conti!

Inutile dire che alla stampa di regime – quella che pretende di mungere ulteriori sussidi pubblici – simili informazioni non interessano. Chissà perché? Forse perché “bisogna” reggere la coda alla libera circolazione?

Tempo di pulizie

Già che siamo in tema di prodezze dei legulei incadregatinell’autorità giudiziaria. Nei giorni scorsi il Tribunale distrettuale di Losanna ha assolto senza uno straccio di motivo cinque esponenti del gruppo Extinction Rebellion, accusati dal Ministero pubblico di aver bloccato l’Avenue de Rhodanie di Losanna e di aver opposto resistenza alle forze dell’ordine. Il difensore degli imputati ha esultato in questi termini: I tribunali cominciano a riconoscere la natura giusta e lodevole della causa del clima”. Ah, ecco! Sicché adesso l’isterismo climatico giustificherebbe i reati penali! I giudici della partitocrazia, invece di applicare la legge, fanno politichetta verde-anguria mainstream!

Tali esempi dimostrano che nei tribunali è ora di fare pulizie di primavera. Avanti con le elezioni popolari dei magistrati!

Lorenzo Quadri