Nuovo requisito: per naturalizzarsi, niente assistenza negli ultimi dieci anni
Ogni tanto (a dire il vero troppo raramente) arriva anche qualche notizia positiva. Nel caso concreto: in Ticino le naturalizzazioni facili saranno, in futuro, un po’ meno facili. Questo perché nella giornata di lunedì – incredibile ma vero – la maggioranza del Gran Consiglio ha approvato, con 49 voti favorevoli e 28 contrari, la modifica alla Legge sulla cittadinanza ticinese e l’attinenza comunale. In base alle nuove regole, per naturalizzarsi in Ticino sarà necessario o non aver beneficiato di prestazioni assistenziali negli ultimi 10 anni, o – in alternativa – averle restituite.
Questa novità, a cui naturalmente la stampa di regime ha dedicato i consueti spazi formato francobollo, non piove dal cielo: è infatti la conseguenza di un’iniziativa parlamentare leghista, presentataalla fine del 2018 dall’allora deputato in Gran Consiglio Nicolas Marioli, e poi ripresa da Omar Balli.
Passo successivo
Il principio dell’iniziativa era già stato “benedetto” esattamente un anno fa (era il 17 febbraio 2020) dal parlamento cantonale con 38 voti favorevoli, 32 contrari e 3 astenuti. Lunedì è stato compiuto il passo successivo e definitivo: l’approvazione della relativamodifica di legge.
Naturalmente tutto l’iter democratico è stato accompagnato dagli strilli e dagli improperi della $inistruccia partito dell’odio, la quale non ha perso occasione per spalare palta sulla proposta e su chi l’ha avanzata. Niente di strano: si tratta della consueta tattica ro$$a della denigrazione dell’avversario. Ne è stato fatto ampio uso anche nella campagna di votazione sull’iniziativa antiburqa(per chi non l’avesse ancora fatto: tutti a votare SI’).
Altri Cantoni
L’Ordinanza federale sulla cittadinanza svizzera prevede, quale presupposto per potersi naturalizzare, un periodo minimo di tre anni senza assistenza. Ai Cantoni è data tuttavia la facoltà di introdurre disposizioni più restrittive. C’è chi ne ha fatto uso. Ad esempio Argovia, o i nostri vicini grigionesi. Il Ticino, invece, era finora adagiato sul minimo di tre anni.
A proposito del Canton Grigioni, confinante con il nostro: gli uccellini cinguettano di furbetti che trasferiscono il domicilio dal Grigioni al Ticino e questo perché da noi è più facile attaccarsi alle mammelle dello Stato sociale!
Necessità palese
Non c’era proprio nessun motivo per cui il Ticino non avrebbe dovuto seguire l’esempio grigionese ed argoviese. L’integrazionedi un cittadino straniero va intesa anche in senso economico, come autonomia dall’assistenza sociale. Tre anni sono un periodo troppo breve. Non danno garanzie. Poiché in questo sfigatissimo Cantonela partitocrazia si ostina nel distribuire passaporti rossi come fossero coriandoli, la necessità di un giro di vite è palese. Tanto più che il passo è irreversibile: un passaporto concesso non può più essere revocato.
E che le naturalizzazioni siano troppo facili lo dimostra il seguente paradosso: ci sono stranieri che si sono visti rifiutare il permesso C, ma che però sono riusciti a farsi naturalizzare! E’ evidente che i conti non tornano. Su queste situazioni assurde avremo modo di tornare.
Ridare valore
Il requisito dei 10 anni senza assistenza è quindi una vittoria leghista importante. Occorre ridare valore al passaporto svizzero. Un passaporto che la $inistra, e non di rado anche il centro, insiste nel voler svilire. Basti pensare che il P$$ ha avuto la geniale idea, in concomitanza con il 50° anniversario del suffragio femminile in Svizzera, di lanciare una petizione per concedere il diritto di voto agli stranieri. Le cittadine svizzere saranno senz’altro entusiaste di sapere che il partito sedicente difensore delle donne non le difende affatto, ma le utilizza come pretesto per estendere il diritto di voto anche a stranieri non integrati, magari in arrivo da “altre culture” sessiste e misogine. “Culture” che costoro evidentemente tenteranno di instaurare anche da noi, potendo contare, in questa operazione, sul pieno supporto della $inistra, imbesuita dal multikulti. Basti pensare che i ro$$overdi sostengono il burqa.
E’ chiaro che svilire il passaporto svizzero significa anche svilire gli svizzeri. La Lega, riuscendo ad introdurre anche in Ticino la regola dei 10 anni senza assistenza quale requisito per potersi naturalizzare, ha segnato un punto importante nell’inversione di questo trend scandaloso.
Lorenzo Quadri