La commissione parlamentare approva l’emendamento Quadri contro le formazioni complementari

Nella sua ultima seduta, la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N) è tornata a chinarsi su Via Sicura.

Il bidone Via Sicura, come più volte scritto su queste colonne, è una ciofeca legislativa emanata nel 2012 dal parlamento federale sotto la pressione del populismo ro$$overde. I partiti del sedicente “centro” PLR-PPD si sono come al solito accodati alla $inistra.

“A 10 anni di distanza – osserva il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, membro della CTT-N – i politicanti ancora sono impegnati, a spizzichi e bocconi, a correggere le storture più plateali di questo floplegislativo. La cosa migliore sarebbe farne tabula rasa. Ma è chiaro che alle Camere federali non ci sono le maggioranze necessarie per un passo del genere”.

Come valutare gli ultimi ritocchi effettuati?

Ritocchi è la definizione corretta, anzi: ritocchini. Si va, è vero, nella direzione giusta: quella di alleggerire le sanzioni a carico degli automobilisti. Ad esempio, la pena minima di un anno per la cosiddetta “guida spericolata” è stata stralciata; il periodo minimo di ritiro della patente in questi casi è stato ridotto da 24 a 6 mesi; si è intervenuti per attenuare (non eliminare…) il plateale cortocircuito secondo cui un poliziotto che insegue dei malviventi ed infrange i limiti di velocità diventa un pirata della strada, così come i conducenti di un’ambulanza o i pompieri che corrono a spegnere un incendio. Altre proposte sensate, come quella di introdurre la possibilità della revoca condizionale della patente se il conducente è incensurato, sono state respinte dalla maggioranza commissionale: rientreranno in gioco nel dibattito in plenum. Insomma: meglio di un calcio nelle gengive. Ma bisognerebbe osare ben di più. Tra l’altro, da quest’ultima revisione è emerso con evidenza che il politicamente correttissimo pretesto della “sicurezza” (non per nienteil pacchetto si chiama Via Sicura) è solo una scusa per mazzuolare gli automobilisti. Viene infatti applicato a geometria variabile.

Vale a dire?

La Commissione ha respinto l’obbligo, proposto dal Consiglio federale, del casco per i ciclisti di meno di 16 anni. Condivido: di obblighi e divieti ne abbiamo già troppi. Ma i conti non tornano. Se si vuole la sicurezza ad ogni costo, allora l’obbligo andava decretato. Si è fatta una scelta diversa ritenendo che il casco obbligatorio avrebbe reso la bicicletta meno attraente per gli adolescenti. Quindi: visto che la politichetta mainstream vuole promuovere le biciclette, ecco che la sicurezza all’improvviso non è più importante. Diventa invece un dogma quando si tratta, sempre per motivi di politichetta, di vessare gli automobilisti.

Lei – e quindi la Lega – nella seduta commissionale una soddisfazione l’ha comunqueottenuta…

La Commissione ha in effetti accolto la mia proposta di stralciare l’obbligo di seguire una formazione complementare. Obbligo che altrimenti sarebbe stato imposto ad una vasta casistica di conducenti che si sono visti ritirare la patente per oltre sei mesi. Oggi tale obbligo, per quanto inserito nella legge, non è in vigore: perfino il Consiglio federale ne vede la criticità e finora l’ha lasciato dormiente. I Cantoni un decennio fa l’avevano combattuto, ma senza esito: è finito comunque nella legge.

Quali sono i problemi che emergono?

Le formazioni complementari devono essere svolte da personale specializzato, che però non c’è. Non in Ticino. Poco ma sicuro che ci saremmo ritrovati altri “luminari” italiani, vedi il medico del traffico. La Confederazione stima che a doversi sottoporre alla formazione complementare sarebbero almeno 10mila persone all’anno: un’enormità. Tre cose appaiono evidenti: primo, con le formazioni obbligatorie si stava preparando la gallina dalle uova d’oro per qualche sedicente esperto. Secondo, numeri così elevati causerebbero lunghe liste d’attesa. Col risultato di prolungare illecitamente, magari per svariati mesi, la durata del ritiro della patente. Il conducente non può infatti riottenerla fino a quando non ha svolto il corso. Inaccettabile, in particolare per chi ha bisogno dell’automobile per lavorare. E terzo, queste formazioni hanno costi esorbitanti. Alla cassa sarebbero chiamati i partecipanti, già depredati con multe, sanzioni, spese, diritti di regresso, e chi più ne ha più ne metta. Senza contare che il beneficio reale della formazione complementare è a dir poco dubbio.

Ma se l’obbligo di formazione complementare non è in vigore…

Non lo è adesso. Ma pende come una spada di Damocle. Infatti in Commissione la sinistra ha presentato la richiesta opposta alla mia: ossia di farlo entrare in vigore subito. Sono soddisfatto che la maggioranza abbia dato retta a me. Ma sono anche preoccupato, perché la mia proposta è stata accolta con un solo voto di scarto, per 13 a 12. Nel plenum del parlamento la situazione potrebbe ribaltarsi, e allora sarebbero guai.Speriamo bene.

Già che siamo in tema: non sarebbe ora di abolire il medico del traffico?

Io lo abolirei all’istante. Ma non ci sono le maggioranze necessarie. Ringraziamo la partitocrazia.

MDD