A Bruxelles dovranno adeguarsi alle richieste inglesi, e, di conseguenza, dovranno riconoscere anche il 9 febbraio. Altro che “rifare la votazione”!
Questa è sicuramente una bella notizia: gli eurofalliti si sono beccati una sonora legnata sui denti in arrivo da Londra. La Gran Bretagna, Stato membro e fondatore dell’Unione europea vuole – orrore! – limitazioni alla devastante libera circolazione delle persone. Il primo ministro inglese David Cameron ha scritto ai balivi di Bruxelles. E le condizioni sono chiare: o l’UE entra nel merito delle proposte inglesi, o l’uscita della Gran Bretagna dalla disunione europea diventa uno scenario sempre più realistico e sostenuto dal governo stesso nell’ambito della votazione sul Brexit prevista per il 2017.
Al centro della lettera di Cameron c’è il problema dell’immigrazione fuori controllo. Ma come, non dovevano essere tutte balle della Lega populista e razzista? E’ interessante a questo proposito leggere alcuni passaggi dello scritto in questione. Frasi che naturalmente, alle nostre latitudini, la stampa di regime ha pensato bene di non riportare: chissà come mai? (o vuoi vedere che nessuno dei boriosi commentatori pseudointellettuali e spalancatori di frontiere sa abbastanza l’inglese per leggere il testo originale?).
Situazione insostenibile
Scrive Cameron: “la nostra popolazione (britannica) raggiungerà i 70 milioni di abitanti nei prossimi decenni e si prevede che diventeremo il paese più popoloso dell’UE nel 2050. Contemporaneamente, il nostro saldo migratorio è di 300mila persone all’anno. Questo non è sostenibile (is not sustainable)”.
Ohibò. L’Inghilterra ha circa 64.5 milioni di abitanti, e reputa non sostenibile un saldo migratorio di 300mila persone all’anno. Parola di Stato membro UE. E allora, cosa dovrebbe dire la Svizzera che ha 8 milioni di abitanti ed un saldo migratorio (arrivi meno partenze) di 80mila persone all’anno (a cui vanno ancora aggiunti i sedicenti rifugiati)?
Le proporzioni sono presto fatte. La Gran Bretagna, per essere nelle stesse condizioni del nostro Paese, dovrebbe ritrovarsi con un saldo migratorio di 650mila persone all’anno. Ne ha meno della metà. E già lo considera “non sostenibile”. Ne consegue che la Svizzera, secondo i criteri del buon Cameron, sarebbe più che legittimata a costruire un bel muro sul confine.
Immigrazione fuori controllo
Ma c’è di più: i flussi migratori all’interno della disunione europea, scrive ancora il premier britannico, sono attualmente molto elevati, “non sono stati pianificati e sono molto più alti delle previsioni – assai più alti di quanto i padri fondatori dell’UE avessero mai prospettato” (“These have been unplanned and are much higher than forecast – far higher than anything the EU’s founding fathers ever envisaged”). Traduzione: l’immigrazione all’interno della stessa UE – non stiamo dunque parlando del caos asilanti – è fuori controllo! Ma come, non dovevano essere tutte balle populiste e razziste?
Il governo inglese chiede quindi che la libera circolazione delle persone non si applichi ai nuovi Stati membri UE fino a quando le loro economie non si saranno avvicinate molto di più (?) a quelle degli Stati già presenti nell’Unione. Ovvero: ai nuovi membri la libera circolazione non si applicherà praticamente mai. Come è giusto che sia. Tale libertà è infatti sostenibile solo tra economie simili. Quando invece le differenze di velocità sono forti, essa si trasforma in catastrofica immigrazione di massa. Lo tocchiamo con mano in Ticino con l’invasione di frontalieri e padroncini. E per prevedere simili fenomeni non serve né il Mago Otelma e nemmeno un Nobel per l’economia.
4 anni prima di ricevere sussidi
Bisogna quindi, prosegue Cameron, frenare gli abusi nella libera circolazione delle persone. E soprattutto bisogna frenare l’immigrazione nello Stato sociale. Da qui la proposta “shock”: prima di poter accedere alle prestazioni sociali finanziate dai contribuenti inglesi, gli immigrati devono aver lavorato nel paese per almeno quattro anni. Apperò. La Svizzera non è per fortuna membro della fallimentare Unione europea. Però l’immigrato UE può mettersi a carico del nostro Stato sociale potenzialmente già il giorno dopo l’arrivo. Esemplari e numerosi i casi di immigrati che arrivano in Svizzera con contratti di lavoro farlocchi, ottengono il permesso B, dopo pochi giorni o settimane il contratto di lavoro viene “misteriosamente” rescisso, ed il titolare del permesso B si mette in disoccupazione prima ed in assistenza poi.
Legislazione comunitaria
Cameron tematizza poi la questione della mancanza di legittimazione democratica dell’UE: gruppi di parlamenti nazionali devono poter bloccare la legislazione comunitaria sgradita. Invece in Svizzera c’è il ministro degli Esteri PLR, Didier “Dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèèr, che vuole la ripresa “dinamica”, ossia automatica, del diritto degli eurofalliti in Svizzera. Il che significa svendita della nostra sovranità.
Adesso ridiamo
Adesso sì che ci sarà da ridere. Qui c’è uno Stato fondatore dell’UE che vuole contingentare l’immigrazione e limitare la libera circolazione delle persone (altro che “principio non negoziabile”). Che è poi quanto ha votato il popolo svizzero un anno e 8 mesi fa. Adesso vogliamo vederli, gli starnazzanti nemici della Svizzera, quelli che credono di poterci imporre di tutto e di più perché finora il Consiglio federale ha sempre calato le braghe davanti all’UE, a gestire una simile questioncella. Anche se a Bruxelles c’è già chi si produce in dichiarazioni velleitarie del tipo “nessuno implorerà Londra di restare”, la realtà è ben diversa. L’UE dovrà adeguarsi e scendere a patti. Ciò significa che la libera circolazione senza limiti è FINITA. Sepolta. Fertig. Gli spalancatori di frontiere lo sanno: da qui le loro reazioni isteriche. E, come gli eurofalliti dovranno accettare le condizioni inglesi, allo stesso modo dovranno mandar giù il nostro voto del 9 febbraio ed i contingenti svizzeri. Altro che “bisogna rifare la votazione”!
Lorenzo Quadri