Non siamo mai stati messi male come adesso. E le responsabilità interne sono evidenti
Il primo agosto si avvicina: manca poco più di una settimana al Natale della Patria. Purtroppo da festeggiare c’è ben poco. La Svizzera è più che mai nella melma “grazie” al governicchio federale allo sbando ed alle sciagurate politiche di $inistra, a cui il sedicente centro corre ad accodarsi.
Ridurci ad una colonia
Alla fallita UE versiamo contributi miliardari. In cambio otteniamo pesci in faccia. Anche su questioni secondarie quali l’affiliazione della Svizzera ai programmi Horizon.
Gli eurobalivi infatti vogliono sempre la stessa cosa: comandare in casa nostra imponendoci le loro leggi ed i loro giudici stranieri. Pretendono di trasformare la Confederella in una loro colonia.
I camerieri bernesi di Bruxelles, a partire dal “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR, per conformarsi ai Diktat di UE ed USA hanno rottamato la nostra storica neutralità, messo in pericolo la sicurezza e l’approvvigionamento energetico del paese, decretato sanzioni boomerang contro la Russia il cui prezzo lo pagano i cittadini svizzeri mentre Putin se ne fa un baffo: tanto i mercati alternativi non gli mancano di certo. Forse qualche politichetto non se ne è ancora reso conto, ma il mondo ha smesso da un pezzo di ruotare attorno all’Occidente in declino.
I nostri sgovernanti hanno messo il paese nella palta per, come viene proclamato con spocchiosa prosopopea, “difendere il diritto all’autodeterminazione del popolo ucraino”. Ma che lorsignori cominciassero a difendere il diritto all’autodeterminazione del popolo svizzero, come è loro dovere! E invece continuano a calpestarlo!
Flop energetico
Già per il prossimo inverno si paventano black out e penurie energetiche dalle conseguenze potenzialmente devastanti per cittadini ed imprese. In Svizzera, non nel Burundi.
Senza energia non solo è impossibile accendere la luce e riscaldare. Tutto si ferma, comprese le strutture essenziali (vedi ospedali). E’ inaudito che il governicchio federale non sia in grado di garantire l’approvvigionamento energetico del paese. La kompagna Sommaruga ha FALLITO nel suo compito più importante. O forse costei immaginava di essere a Berna per perseguitare gli automobilisti e strillare che “la Terra brucia”?
Nel contempo l’immigrazione scriteriata continua. Anche al Gigi di Viganello è chiaro che più abitanti significa più consumo energetico. A ciò si aggiunge la politikamente korrettissima elettrificazione della mobilità, dei riscaldamenti, eccetera. Un processo che viene forzato con i soldi dei contribuenti, e che viene scriteriatamente attuato (a suon di slogan eco-isterici e di ricatti morali), quando nemmeno si dispone della corrente elettrica che esso richiederebbe. E’ demenziale abbandonare una fonte energetica (il nucleare) senza disporre di un’alternativa. Eppure è stato fatto proprio questo. E adesso ci troviamo nella palta. Però la gauche-caviar si preoccupa delle quote rosa nelle società sportive e dei gabinetti pubblici per il terzo sesso.
Neutralità nel water
Assolutamente scandalosa la leggerezza con cui è stata gettata a mare la storica neutralità, mettendo così a rischio la sicurezza del paese. Questo dopo aver privato l’esercito degli uomini e dei mezzi necessari per adempiere al proprio mandato di difesa. Altro “bel” risultato della rincorsa alle politichette della $inistra.
Per giustificare l’ingiustificabile, partitocrazia, governicchio e stampa di regime cianciano che la neutralità non sarebbe più sostenibile (?) e lanciano la shitstorm (=tempesta di cacca) su chi osa dissentire. Chiaro: visto che i camerieri di Bruxelles non vogliono difendere la neutralità svizzera, rispettivamente non hanno gli attributi necessari per farlo, pretendono di modificare (ovvero rottamare) la neutralità per adattarla alla loro incapacità.
Eh no! La neutralità deve rimanere. Sono i politicanti della casta che devono sloggiare!
Ceto medio nella palta
Governicchio e partitocrazia continuano a vessare e a mungere gli automobilisti con ogni scusa. Presto arriverà anche la tassa sulle magnificate auto elettriche. Che, comunque, finiranno confinate in garage per mancanza di corrente. Di sconti fiscali sulla benzina, il triciclo non ne vuole sapere. E sì che, sul prezzo del carburante, quasi 90 centesimi al litro è composto da tasse e balzelli di vario tipo (inclusa l’IVA sulle tasse!). Ovviamente l’aumento del costo della benzina farà salire quello del trasporto in generale. Quindi provocherà un rialzo generalizzato dei prezzi. A farne le spese saranno i cittadini del ceto medio e basso. Ma evidentemente la partitocrazia teme che, rinunciando a qualche entrata fiscale per aiutare i cittadini svizzeri e l’economia, poi non avrà più abbastanza soldi per fare regali all’estero o per mantenere stranieri in assistenza.
L’invasione prosegue
Inutile dire che la devastante libera circolazione delle persone con annessa invasione di frontalieri prosegue. I consiglieri federali del PLR, vedi la Frau Ka-Ka-eS (Karin Keller Sutter), non si fanno problemi nel sostenere, davanti al parlatoio federale, che per il Ticino 75mila frontalieri in continuo aumento sono una figata pazzesca; che l’esplosione del frontalierato porta benefici occupazionali ai residenti (ma cosa si è fumata questa?); e che di introdurre delle clausole di salvaguardia a tutela del mercato del lavoro ticinese non se ne parla proprio. Peccato che perfino la SECO, nel suo 18° rapporto dell’Osservatorio sulla libera circolazione delle persone, abbia dovuto ammettere che la situazione in Ticino “va monitorata”. E questo, tradotto dal politichese, significa: è allo sbando.
Il modello rottamato
Si potrebbe andare avanti a lungo con esempi e situazioni. La sostanza non cambia. Dalla seconda guerra mondiale, la Svizzera non ha mai festeggiato un Primo Agosto in una situazione peggiore di questa. Non è tutta colpa della “situazione internazionale”. Ci sono delle responsabilità interne evidenti. Le politichette della $inistra internazionalista, spalancatrice di frontiere, eurolecchina, tassaiola, ecoisterica, sovranofoba, woke, multikulti, ossessionata dal “gender”, liberticida, fatte proprie anche dal sedicente “centro”, stanno demolendo il paese. Stanno smontando, pezzo per pezzo, il “modello di successo svizzero”.
O ci svegliamo, oppure ogni primo agosto ci ritroveremo a fare l’inventario dei danni. Fino alla rottamazione totale.
Lorenzo Quadri