Bene ha fatto, la scorsa settimana, il ministro Udc Ueli Maurer a cantarle chiare sulla trasmissione Rundschau della SSR, rimproverandola di aver confezionato un servizio tendenzioso e giornalisticamente scarso sui – o piuttosto: contro – gli arei Gripen. Tema su cui i cittadini svizzeri saranno chiamati a votare il prossimo 18 maggio.
Sull’oggetto: è chiaro che i grandi dibattiti sul modello di aeroplano sono fumo degli occhi. Ohibò, improvvisamente tutti esperti di aeronautica? Diversivi per distogliere l’attenzione dal vero obiettivo degli avversari dei Gripen, che è uno solo: indebolire la credibilità dell’esercito, per poi poterlo smantellare fetta per fetta. La più classica delle Salami-Taktit. Azzoppare l’esercito di milizia vuol dire andare a colpire una delle specificità svizzere; quelle specificità che gli internazionalisti politikamente korretti vogliono smantellare per farci diventare sempre più eurocompatibili e quindi per portarci nell’UE.
Come non esistono case senza tetto, così non può esistere una difesa che non tenga conto del cielo e che, quindi, non comprenda le forze aeree. Altrettanto chiaro è che dare, a livello popolare, segnali di debolezza che vanno a sommarsi a quelli che il Consiglio federale semina a piene mani – ed oltretutto proprio ora che la Svizzera è oggetto di ipocriti attacchi a seguito del voto del 9 febbraio – è la cosa più sbagliata che si possa fare.
Emittente schierata
Sulla SSR. E’ palese che l’emittente di presunto servizio pubblico è schierata partiticamente a $inistra. E questo va detto pubblicamente. Il fatto che sulla puntata di Rundschau contro i Gripen siano piovute le proteste, è un segnale che i telespettatori non sono disposti a prendere per buono tutto quello che viene propinato. Gli esempi di parzialità radiotelevisiva alla faccia del servizio pubblico si sprecano. Plateale, tanto per citarne una, la famosa trasmissione del Falò RSI contro il Mattino e la Lega, trasmissione non giustificata da nulla se non dall’intenzione di nuocere in vista dell’appuntamento elettorale a Lugano. Tentativo andato vuoto. Quanto ai vari ombudsman a nulla servono se non a fungere da foglia di fico aziendale, tra l’altro pagata col canone, per far credere che esista un controllo di qualità esterno quando invece non c’è.
Tuttavia, anche se gli ombudsman danno sistematicamente ragione all’emittente, in casa SSR i reclami danno fastidio. Molto fastidio. Perché a certi autocertificati e $inistri detentori della verità rivelata, non va proprio giù che si osi metterli in discussione. Infatti questo equivale a negarne l’autocertificata autorevolezza.
Con una modifica legislativa sciaguratamente adottata dalle Camere federali, il pagamento del canone radiotv diventerà obbligatorio anche per chi non dispone di apparecchi di ricezione. Ciò significa trasformare il canone in una nuova tassa per foraggiare la SSR. Ovviamente questa novità non farà che ringalluzzire le illusioni di onnipotenza di qualcuno, che si sentirà ancora più legittimato a spacciarsi per detentore della verità e ad abusare del proprio ruolo nell’informazione pubblica per fare propaganda partigiana (naturalmente sempre della stessa parte).
E allora ben vengano le valanghe di reclami. E ben vengano i Consiglieri federali che dicono le cose come stanno. Senza preoccuparsi del fatto che un ministro che deplora una trasmissione televisiva non è politikamente korretto. Del resto il politikamente korretto è solo l’ennesima bufala inventata dalla $inistra per delegittimare l’avversario.
Lorenzo Quadri