Una funzionaria del DSS era stata in precedenza licenziata per malversazioni 

La donna venne assunta al DSS nel 2005, quindi ai tempi di Pesenti – ma le “seconde possibilità” lo Stato come datore di lavoro le deve offrire a chi si trova disoccupato senza colpa, o a chi il lavoro ce l’aveva, ma se l’è bruciato commettendo reati?

Certo che al DSS “g’ha pisàa adoss l’urocc”! Prima, dai documenti della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Argo1, è emersa la vicenda delle prestazioni assistenziali calcolate non correttamente. Pare che siano stati versati 132mila franchetti in eccesso. Ci piacerebbe proprio sapere a chi sono andati: magari a qualche beneficiario “non patrizio” che, grazie alla libera circolazione, ha trovato in Ticino “ul signur indurmentàa”? E come intende il Beltradipartimento recuperare questo danaro pubblico?

Poi, ad un paio di giorni di distanza, la notizia dell’assunzione, sempre da parte del DSS, di una ex bancaria licenziata per malversazioni  (a seguito di un accordo economico con i clienti danneggiati, la banca non aveva sporto denuncia, sicché il casellario della donna risultava immacolato).

Va detto che la signora è stata assunta nel 2005, quando alla guida del DSS c’era ancora Patrizia Pesenti (PS).Quindi il Beltrasereno non c’entra.

Due interrogazioni

La vicenda, come scontato, ha portato a degli atti parlamentari. E meglio a due interrogazioni: una dell’Udc Lara Filippini e cofirmatari, l’altra del leghista Massimiliano Robbiani. Il che ha suscitato l’ira funesta del deputato di Montagnaviva Germano Mattei, già noto per le exploit omofobe e legafobiche su facebook. Mattei (sempre via social) ha accusato Filippini e Robbiani di essere “inumani” e si è detto “disgustato”.

Ah ecco. Si può interpellare il CdS sul sesso degli angeli, ma guai a chiedersi come mai, con tutti i ticinesi senza lavoro che ci sono, l’ente pubblico dovrebbe fare da “Croce Rossa” assumendo chi ha commesso malversazioni e scartando altri candidati onesti.

“Inumani”?

Ora, a parte che il DSS tratta dati sensibili, non è perché si chiama Dipartimento sanità e socialità che deve trasformarsi in un centro di reinserimento professionale di chi è stato licenziato per aver commesso non un errore, ma dei reati penali. C’è poi motivo di ritenere che il DSS al momento dell’assunzione non fosse al corrente dei precedenti della signora, altrimenti si spera che si sarebbe orientato su un altro candidato. Se la diretta interessata ha taciuto, si pone un problema di fiducia. Ma la domanda è: prima di procedere all’assunzione, non è stata chiesta alcuna referenza al precedente datore di lavoro? Come mai? E’ prassi corrente assumere “alla cieca” basandosi solo su scartoffie?

Se invece l’assunzione fosse avvenuta con cognizione di causa – cosa che appare incredibile, ma non si sa mai – allora c’è un problemino d’impostazione di fondo. Chi vuole aiutare l’ente pubblico, con i soldi del contribuente, in veste di (importante) datore di lavoro? I tanti ticinesi onesti e capaci che non trovano un impiego (alla faccia delle statistiche farlocche della SECO), o qualcuno che il lavoro ce l’aveva, ma se l’è bruciato delinquendo?
Si fosse trattato di un leghista…

Perché parlare di “sbagli” non sta in piedi. La signora non ha involontariamente commesso un errore nello svolgimento delle proprie mansioni. Ha commesso un reato. C’è una bella differenza.
E’ legittimo che questi temi vengano sollevati. Anche con un atto parlamentare.
Inutile dire che se l’assunzione fosse avvenuta in un dipartimento a conduzione leghista, e se magari la funzionaria in questione fosse stata vicina all’odiato Movimento, chi adesso invoca l’ “umanità” (?) avrebbe già scatenato la shitstorm (=tempesta di cacca) a fini politico-partitici. Con tanto di nomi e fotografie sui giornali. Solita morale a due velocità.

Lorenzo Quadri