Che a Berna non si sognino di calare le braghe, o salteranno gli accordi-bidone di Schengen
Anche Oltregottardo monta la protesta contro la “nuova” porcata dei funzionarietti UE. Lo testimonia la stampa degli scorsi giorni.
Nell’ambito dei fallimentari accordi di Schengen, Bruxelles vorrebbe disarmare i cittadini onesti. Il pretesto? Gli attentati dei terroristi islamici. Si tratta, ancora una volta, di populismo di $inistra da tre e una cicca.
Infatti, ma tu guarda i casi della vita, nessun attentato di terroristi islamici – sottolineare bene: islamici – è stato compiuto con armi acquistate legalmente. I balivi UE dunque vogliono in realtà privare i cittadini onesti della possibilità di detenere armi. Così gli unici ad averne saranno i delinquenti, inclusi ovviamente i terroristi islamici, che si procureranno fucili, pistole e tutto il resto sul mercato nero: come del resto hanno sempre fatto. Ecco dunque l’ennesimo esempio del livello della politica UE: la scusa del terrorismo islamico, si pretende di disarmare non i terroristi, bensì le loro potenziali vittime!
Dopo il disastro…
Certo che questi eurobalivi – ed i loro camerieri nostrani – sono uno “spettacolo”. Prima spalancano le porte all’immigrazione scriteriata e all’estremismo islamico perché bisogna essere “aperti e multikulti”. Poi, dopo aver fatto il disastro e mandato a ramengo la nostra sicurezza, pensano di andare a raccontare agli onesti cittadini, prendendoli per scemi, che per rimediare bisogna disarmare loro. Non i simpatizzanti dell’Isis. Non i delinquenti. Loro. Questa o è malafede, o è imbecillità politikamente korretta, oppure un mix tra le due.
Attentato alla democrazia
La Svizzera, come sappiamo, è firmataria degli accordi-bidone di Schengen. Per questo motivo dovrebbe in teoria riprendere anche la nuova direttiva UE sulle armi emanata in quest’ambito. E’ chiaro che non se ne parla nemmeno.
La nuova regola UE non è solo un attentato alla tradizione svizzera dell’arma d’ordinanza a casa del milite. Colpisce tutte le altre armi di cui oggi i cittadini onesti sono legalmente in possesso: armi da caccia, sportive, da collezione, eccetera. I funzionarietti UE, non eletti da nessuno, vengono in casa nostra a dirci che non possiamo più tenere il fucile del nonno appeso sopra il caminetto (a meno di sottostare ad una sterminata serie di condizioni, di requisiti e di esami)? Qui qualcuno ha voglia di scherzare.
Il FASS non basta
La ministra di giustizia kompagna Simonetta Sommaruga, dal canto suo, sta di nuovo tentando di fare fessi gli svizzeri. E’ andata a Bruxelles a sostenere la causa dell’arma d’ordinanza dei militi a domicilio. Pare che al proposito ci siano delle “aperture” (troppa grazia, Sant’Antonio) perché “ anche in taluni Stati membri UE ci sono delle resistenze”. Chiaro il messaggio? Le aperture ci potrebbero essere non perché si rispetta l’autonomia del nostro paese, ma perché “in stati UE ci sono delle resistenze”. Si fosse trattato solo degli svizzerotti, sarebbero stati bastonati come di consueto. E il Consiglio federale non avrebbe fatto un cip.
Ma il FASS dei militi in servizio (!) è solo una piccola parte del problema. Ottenere deroghe su questo punto non basta. Al proposito delle armi al domicilio, il popolo elvetico ha espresso chiaramente la propria posizione nella votazione del febbraio 2011. Su quanto deciso dal popolo non si retrocede di un millimetro. Ed è questo che la kompagna Sommaruga deve andare a dire a Bruxelles.
NO al diritto UE
Il vergognoso tentativo dell’UE di disarmare gli svizzeri con pretesti del piffero è emblematico: ecco cosa succede a sottoscrivere compulsivamente trattati internazionali perché, come blatera il ministro degli esteri PLR Didier Burkhaltèèèr, “dobbiamo aprirci all’UE”. E, oltretutto, è solo un assaggio. Sottoscrivendo accordi quadro con l’Unione europea, adottando immonde ciofeche quali la “ripresa dinamica” (=automatica) del diritto europeo che il PLR Burkhaltèèèr tenta di sdoganare, l’UE che detta legge in casa nostra, annullando le nostre decisioni popolari, diventerebbe la regola.
Il tentativo degli eurobalivi di disarmare gli svizzeri non è una cavolata solo i per i suoi contenuti balordi, ma è anche un attacco frontale alla sovranità della Svizzera. Una porcata da qualsiasi parte la si prenda. La risposta può essere una sola: ribellione!
Schengen föö di ball!
Non ci facciamo disarmare dai balivi di Bruxelles e dai loro camerieri a Berna. E men che meno permettiamo a costoro di manomettere quanto deciso dal popolo.
Avviso ai naviganti: se qualcuno pensa di accettare, in parte o in toto, i diktat imposti dall’UE sulle armi nell’ambito del bidone-Schengen, ci sarà una raccolta di firme. Non accetteremo nessun colpo di spugna sulle nostre tradizioni, sulle nostre decisioni democratiche e nemmeno sulle nostre possibilità di difenderci dalla delinquenza d’importazione: quella delinquenza, sempre più aggressiva, che i camerieri dell’UE ci hanno messo in casa con la devastante libera circolazione delle persone.
Sicché, sarà raccolta di firme non solo contro le nuove regole sulle armi, ma contro gli accordi di Schengen nella loro globalità. Così finalmente le frontiere con l’Italia le chiudiamo per davvero.
Lorenzo Quadri