E poi sarà il turno dell’elettricità. Ma la Simonetta non ne vuole sapere del nucleare
Ecco i “bei” risultati delle sanzioni-boomerang contro la Russia. Quelle sanzioni che il governicchio federale, bramoso di mostrare il proprio servilismo (ma a Berna si chiama “affidabilità”), si è affrettato a riprendere con il copia-incolla, per slinguazzare i padroni di Bruxelles e Washington!
Già si parla di razionamento di gas e di elettricità. In Svizzera, non nel Burkina Faso.
Il bello è che nel recente passato la direttora del DATEC kompagna Simonetta Sommaruga, P$, cianciava di realizzare delle “piccole centrali a gas” per rimediare alla carenza invernale di energia elettrica. Tutto, ovviamente, per perseverare nel suo njet al mantenimento in esercizio delle centrali nucleari. L’energia atomica è pulita e decarbonizzata. Però è contraria alle paturnie ro$$overdi della Simonetta e dei suoi burocrati. Costoro, per motivi ideologici, ossia per reggere la coda alla politichetta della $inistra sistematicamente schierata contro la Svizzera, sono pronti a lasciare la gente al buio.
Cosa deve ancora succedere perché qualcuno si accorga finalmente che a Berna è ora di fare repulisti?
La Russia se ne impipa
Fatto sta che l’Europa, e pure la Svizzera, è dipendente dal gas russo, ed in parte anche dal petrolio. Se, in conseguenza delle sanzioni, i rubinetti moscoviti si chiudono, noi ci troviamo nella palta. Il Cremlino invece se ne fa un baffo: non fatica a trovare nuovi acquirenti per gas e petrolio. Del resto, oltre due terzi del mondo non ha emesso alcuna sanzione nei confronti della Russia. Gli sbocchi commerciali, dunque, non le mancano di certo.
Dipendenti da cinesi e islamisti
Ed il colmo è che gli Stati europei, per affrancarsi dalla dipendenza da Mosca, “per non finanziare la guerra di Putin”, adesso corrono a rendersi dipendenti dalla Cina e da paesi islamisti: tutte realtà che dei diritti umani se ne impipano alla grande.
Evidentemente finanziare il regime dittatoriale cinese, la futura invasione di Taiwan, nonché l’estremismo islamico con tutto quel che ne consegue (distruzione delle libertà individuali, azzeramentodei diritti della donna, persecuzione delle glorificate minoranze LGBTQVattelapesca) alla casta va benissimo: come al solito, la morale è a senso unico.
Intanto però, secondo i nostri politichetti e giornalai di servizio, il comune cittadino deve sentirsi in colpa ogni volta che avvia l’automobile per andare al lavoro o che accende il fornello a gas: con i suoi consumi sta “finanziando la guerra di Putin”. Ma andate a scopare il mare d’Azov!
Colloqui?
Fatto sta che già questo inverno potremmo rimanere senza gas. I colloqui con i paesi confinanti non servono ad una fava. Del gas hanno bisogno anche loro. Di certo non se ne privano per fare un favore agli svizzerotti. Chiaro: grazie al governicchio federale più debole della storia, gli Stati UE, che ovviamente mettono al primo posto i propri interessi interni (mica come il “medico italiano” del PLR che si bulla che lui mai dirà “Switzerland first”), non perdono occasione per mungere la Confederella come una mucca Milka. Se però quest’ultima dovesse trovarsi in una situazione di bisogno… porte in faccia!
Evocato il razionamento
E dunque adesso i camerieri bernesi dell’UE pretendono di venirci a dire di abbassare il riscaldamento in casa, e magari di mangiare tutto l’inverno piatti freddi (esclusa, per ovvi motivi, l’insalata russa) per non dover accendere i fornelli. Va da sé che per prima cosa vogliamo vedere quali risparmi verranno fatti nel riscaldare i troppi stabili dell’amministrazione pubblica gonfiata come una rana. Alle aziende dotate di impianti che possono funzionare sia a gas che a gasolio Berna dice di utilizzare la nafta e di riempire le cisterne malgrado i prezzi elevati: tanto i costi aggiuntivi vengono poi scaricati sul groppone dei consumatori, quindi dov’è il problema?
E naturalmente si evoca il razionamento del gas. Per ora, “solo” per le industrie (con quali conseguenze occupazionali?). Poi vedremo se, malgrado le assicurazioni in senso contrario, non verrà il turno delle economie domestiche.
Anche la corrente…
Lo stesso discorso viene fatto per l’elettricità.
“Anche i cittadini devono ridurre i consumi”, ciancia al proposito la kompagna Sommaruga. Eh già: bisogna illuminare con le candele e spegnere i magnificati riscaldamenti a termopompa oltre che gli elettrodomestici, perché la corrente non basta. Però la Simonetta – e la cricca ro$$overde – vuole elettrificare l’intero parco veicoli elvetico, pubblico e privato, facendo esplodere i consumi. E contemporaneamente chiudere le centrali nucleari: il che falcidierebbe una produzione già ora insufficiente. Quando si dice “poche idee ma ben confuse”. Qui sì che servirebbe una seria analisi. Ma non politica. Psichiatrica.
Lorenzo Quadri