I cassamalatari hanno incassato una bella scoppoletta. Per gli assicuratori malattia non sarà un dramma; però per gli assicurati è una vittoria. Il Guastafeste, tramite la sua rappresentante legale, la granconsigliera leghista Sabrina Aldi, è riuscito a far riconoscere dal Tribunale federale di Lucerna il diritto al rimborso, in caso di morte, della quota parte mensile di premio già pagata dal defunto. Il premio dovrà essere rimborsato pro rata. Dunque, se l’assicurato muore il 10 del mese ed il premio, già pagato, è di 300 Fr mensili, 200 vanno restituiti.
Il tribunale cantonale delle assicurazioni aveva respinto in prima istanza il ricorso del Guastafeste, dicendo che il premio è indivisibile. Il Tribunale federale ha ribaltato la sentenza con una maggioranza di tre giudici a due. La decisione farà giurisprudenza e varrà anche in caso di partenza per l’estero. I cassamalatari non potranno che conformarsi. Ancora da chiarire la questione della retroattività, vedi il caso dell’IVA indebitamente prelevata sul canone radiotv. C’è da sperare, nell’interesse dei cittadini, che l’esito non sarà il medesimo.

Far pagare ai risarciti?
Ma guarda un po’ questi assicuratori malattia, i cui lobbysti (anche ticinesi) si trovano in parlamento e non nei corridoi ad adescare ora l’uno ora l’altro, ma proprio nelle aule a fare i deputati. Prima i cassamalatari si gonfiano le riserve a spese della popolazione di alcuni cantoni, in particolare dei ticinesotti; poi, quando l’esistenza del giochetto, prima negato ad oltranza, viene ufficialmente certificata, non ne vogliono sapere di restituire il maltolto. Ricordiamo infatti che il famoso risarcimento agli assicurati di questo sempre meno ridente Cantone per i premi pagati in eccesso dal 1996 in poi ammonta a meno di 70 milioni, mentre il capitale “stuccato” naviga attorno (secondo uno studio effettuato dall’Ordine dei medici del Canton Ticino) ai 450. E continua a crescere. Infatti i premi applicati ai ticinesi rimangono troppo alti.
E non è ancora finita, perché alcuni assicuratori, una ventina, hanno anche avuto la brillante iniziativa di finanziare i risarcimenti non già con le loro riserve create in eccesso, ma tramite prelievi sul groppone degli assicurati stessi. Un’iniziativa scandalosa; una vera e propria presa per i fondelli. A dimostrazione che c’è chi crede di potersi permettere di tutto e di più. Figuriamoci dunque se gli stessi “attori economici” che si producono nelle prodezze sopra indicate, si facevano problemi nell’incassare i premi dei morti…

Il campanile al centro del villaggio
La sentenza del Tribunale federale sul ricorso del Guastafeste, rappresentato da Sabrina Aldi, rimette la Chiesa al centro del villaggio. Tanto per una volta, dà ragione agli assicurati e non ai cassamalatari per i quali la parola restituzione è, evidentemente, un tabù. Si spera almeno (la speranza è l’ultima a morire) che questi ultimi, per pagare le restituzioni dei premi dei morti, o di chi ha lasciato la Svizzera, avranno la decenza di attingere alle pingui riserve (che servono a questo…) invece di ricorrere all’abituale trucchetto dell’aumento dei premi. Comunque, essendo i costi dell’operazione stimati dallo stesso Guastafeste ad una quindicina di milioni l’anno, l’eventuale aumento di premio per finanziare il risarcimento dovrebbe essere di meno di due franchi annui a testa.
Comunque se i cassamalatari dovessero tentare il giochetto di far pagare agli assicurati le restituzioni dei premi dei defunti, l’Ufficio federale della sanità pubblica – che sottostà, ma guarda un po’, al Dipartimento del kompagno Alain Berset – sarà ovviamente chiamato in causa tramite atto parlamentare leghista. Prima, però, lo sarà per la questione del risarcimento dei premi pagati in eccesso fatto pagare agli assicurati da risarcire.
Lorenzo Quadri