Urge esternalizzare le procedure! Poco importa se la kompagna Baume Schneidèèèr non vuole

La Lega è stata la prima a proporre di seguire il modello di Gran Bretagna e Danimarca. I fatti dimostrano che aveva ragione

E’ evidente che uno dei principali problemi della Svizzera e del Ticino è l’immigrazione scriteriata. E con immigrazione si intende ovviamente anche il frontalierato. La situazione è del tutto fuori controllo. La casta, che ha commesso il disastro, tenta adesso di giustificare l’invasione raccontando favolette sulla presunta carenza di manodopera indigena.

Una vera presa per i fondelli, dal momento che – come conferma uno studio zurighese – solo il 15% dei frontalieri lavora in un settore dove c’è carenza di manodopera. Il disegno degli spalancatori di frontiere è chiaro: buttare fuori dal mercato del lavoro i ticinesi per poi sostituirli con stranieri a costo inferiore. Poi hanno ancora il coraggio di chiedersi come mai i giovani ticinesi emigrano oltregottardo e, prossimamente, un numero sempre maggiore di loro si trasferirà in Italia a fare i frontalieri svizzeri. E i $inistrati, altro che difendere i lavoratori ticinesi: vanno a manina con chi li mette nella palta con scellerate politiche di sostituzione. Ma avanti, votateli…

Mantra farlocchi

Parlando di immigrazione dall’UE: il mantra dei cittadini europei che si trasferiscono qui perché “hanno un contratto di lavoro” è farlocco. Quasi un terzo di loro arriva per ricongiungimento familiare; altro che contratto di lavoro! E comunque anche i contratti di lavoro possono essere taroccati, ovvero sottoscritti nella sola prospettiva di ottenere il permesso B. E poi, una volta che il permesso è arrivato… il contratto di lavoro viene misteriosamente disdetto.

Caos asilo

Alla migrazione dall’UE va aggiunto il caos asilo che ha investito in pieno l’Europa, Svizzera compresa; e non stiamo a ripetere per l’ennesima volta cifre e percentuali. Tra l’altro non si capisce (eufemismo) come mai i migranti economici vogliano arrivare tutti in Europa e non vengano invece accolti dai ricchi paesi del Golfo, dove lo spazio per creare alloggi non mancherebbe e dove si pratica anche la stessa religione dei migranti.

Va poi ribadito che il tasso di criminalità degli asilanti magrebini è particolarmente elevato. La cronaca lo conferma.

Di nuovo infinocchiati

L’Italia da dicembre non applica più l’accordo di Dublino. Questo significa che non riprende i clandestini che giungono in Svizzera (principalmente in Ticino) attraverso il Belpaese. E’ evidente che per noi si tratta di un problema. Come reagisce Berna? Si limita ad inviare a Roma delle lettere dai toni flaccidi, che ovviamente non sortiscono alcun effetto. Perché la Confederella non esige dall’Italia il rispetto degli accordi di Dublino?  Perché non ripristina i controlli sistematici ai confini finché questo non accade? Gli unici fessi che devono sempre attenersi agli obblighi internazionali siamo noi? La Lega ha presentato due atti parlamentari a Berna su questo tema.

In trasferta a  Bruxelles, la kompagna Elisabeth Baume Schneidèèèr (P$) ha dichiarato che “bisogna dialogare con l’Italia e chiederle di onorare i patti sull’accordo di Dublino”. Ah, ecco. Oltre che “dialogare”, se si vuole ottenere qualcosa, forse occorre anche prendere delle contromisure.

Via da seguire

La kompagna Baume Schneidèèèr non solo non ha mosso un dito per ridurre l’attrattività della Svizzera per i finti rifugiati. Ha fatto proprio il contrario. La politica d’asilo della partitocrazia è un flop; ed in più ha costi insostenibili. Il canale dell’asilo permette a troppi immigrati clandestini, che non sono affatto dei profughi, di rimanere in Svizzera pur non avendone alcun diritto. E’ chiaro che questa situazione deve cambiare. Chi non ha diritto a restare qui deve partire. Punto.

Assolutamente inaccettabile è che la kompagna direttora del DFGP (Baume Schneidèèèr appunto) vada a Bruxelles a blaterare che di esternalizzare le procedure d’asilo non se ne parla nemmeno. Frena Ugo! E’ invece proprio questa la via da seguire. Per esternalizzazione si intende la creazione di centri per asilanti non sul territorio nazionale, bensì in Africa, come intendono fare Gran Bretagna e Danimarca (quest’ultima è uno Stato membro UE con governo di $inistra). Ma anche l’Austria mostra interesse. La Lega è stata la prima a chiedere a Berna di seguire l’esempio. Ed è chiaro che, se i progetti di Londra e Copenhagen si concretizzeranno – e lo faranno, perché è solo una questione di volontà – il governicchio federale non potrà più nascondersi dietro la narrazione della “fantasia irrealizzabile”!

Ed infatti, ma guarda un po’, Baume Schneidèèèr non dice già più che esternalizzare “sa po’ mia”; perché il “sa po’ mia” fin qui reiterato era la solita balla di fra’ Luca. Dice che non vuole! Ma in questo paese, per fortuna, non comanda la $inistra!

Svizzeri sfrattati

Per colpa della kompagna Baume Schneidèèèr che non impedisce l’immigrazione clandestina, in vari Cantoni cittadini svizzeri vengono sfrattati dalle proprie abitazioni per fare posto agli asilanti. Alla consigliera federala $ocialista, partito che ha colonizzato l’Associazione inquilini, va bene questo andazzo?

A noi certamente no! L’attrattività della Svizzera quale paese di destinazione dei migranti economici va drasticamente ridotta. E uno dei mezzi più efficaci è proprio evitare di mettersi in casa i centri per asilanti. Di modo che il migrante economico che progetta di stabilirsi qui abusando della politica d’asilo sappia che in Svizzera non ci arriverà proprio! Sicché l’ “esternalizzazione” delle procedure d’asilo è una priorità. Anche se non piace ai politicanti ro$$i. Chiaro: svariate associazioni continue al partito, nell’industria dell’asilo ci tettano dentro alla grande. Quindi costoro non vogliono tagliare il ramo su cui sono seduti. E ad andarci di mezzo devono essere i cittadini svizzeri? Non ci stiamo!

Lorenzo Quadri