La petizione del Guastafeste ha raccolto 1000 sottoscrizioni in poco tempo e senza sforzi

 

Come è stato reso noto settimana scorsa, la petizione pro-legittima difesa lanciata dal Guastafeste Giorgio Ghiringhelli ha incamerato in poco tempo, e senza alcuno sforzo, circa mille firme. Il promotore ha infatti indicato che, a parte una settantina di sottoscrizioni raccolte a Losone ad una bancarella davanti ai seggi elettorali,  tutte le firme gli sono arrivate spontaneamente per posta.

La petizione chiede che lo Stato “si assuma nel limite del possibile tutti i costi legali (compresi eventuali ripetibili) e processuali (spese processuali e tasse di giustizia) a carico di cittadini accusati a torto o ragione di eccesso di legittima difesa contro malviventi penetrati illecitamente nelle loro abitazioni private a scopo di furto, rapina o aggressione”.

 

Tema sentito

Evidentemente l’elevato numero di firme ottenuto in poco tempo e di fatto “senza sforzo” indica che il tema della legittima difesa dalle aggressioni in casa è assai sentito. E, come indica il promotore Ghiringhelli, nel caso il Gran Consiglio ignorasse la petizione, trasformarla in un’iniziativa popolare – che per la sua riuscita necessita di 7000 firme – non dovrebbe costituire un obiettivo troppo difficile.

 

Le cause

Se il tema della legittima difesa dalle rapine in casa è diventato di triste attualitĂ  anche in Ticino un motivo c’è. Ce ne sono anzi almeno due: 1) frontiere spalancate 2) allargamento ad est dell’UE. Un allargamento che ha portato nella vicina Penisola bande di delinquenti in arrivo dai “nuovi” Stati membri della Disunione europea. Quelli, per intenderci, cui gli svizzerotti fessi pagano i contributi di coesione miliardari.  Dove si trovano? Ad esempio nei campi Rom. Un interessante servizio del Corriere della Sera di alcune settimane fa da un campo nomadi di Milano ben descriveva la situazione. “Gitani” italiani indicavano come “pericolosi” quelli appena arrivati da est.

Ovviamente i campi Rom sono solo una delle possibili opzioni. Intanto, con le frontiere spalancate dagli accordi di Schengen, è evidente che la Svizzera diventa una specie di self service per delinquenti pericolosi insediati non lontano dal confine.

 

Un fondamento

Di legittima difesa in caso di aggressioni al proprio domicilio è un po’ che se ne parla. Giustamente. La libera circolazione delle persone ha portato solo disoccupazione, povertà e delinquenza. Arriva un punto in cui la spirale discendente non può più essere tollerata. Sentirsi minacciati in casa propria è sicuramente al di sotto di quel punto. La casa dovrebbe per definizione essere un “porto sicuro”. E’ uno dei fondamentali della nostra società. Occorre quindi rimettere la chiesa al centro del villaggio. Nel caso concreto, ristabilire con forza che dal punto di vista giuridico l’abitazione deve essere sacra. Il delinquente che la vìola lo fa interamente a proprio rischio. La legge non lo difende.

 

La mozione a Berna

Presso il Consiglio nazionale è tutt’ora pendente la mozione di chi scrive che chiede di depenalizzare l’eccesso di legittima difesa di chi viene aggredito nella propria abitazione. Visto che la libera circolazione delle persone ci ha portato in casa delinquenti pericolosi, la vittima non deve rischiare la vita rinunciando a difendersi per paura di finire a sua volta sul banco degli imputati. Vittime e aggressori non possono venire messi sullo stesso piano. Occorre una scelta di campo. Che sia chiara ed inequivocabile. Del resto in Italia già in febbraio la Camera ha varato una legge che va nella direzione sopra indicata: l’eccesso di legittima difesa non è più reato. Anche per i negozi, non solo per le case.

 

La direzione giusta

L’iniziativa del Guastafeste è un passo nella giusta direzione, e quindi benvenuta. Anche se l’obiettivo finale non deve essere un’ulteriore presa a carico di costi  generati da delinquenti da parte dell’onesto contribuente. Deve essere, invece, la depenalizzazione di una difesa. Che, come dice il nome, deve essere effettivamente “legittima”. Non solo di nome; anche di fatto.

Lorenzo Quadri