Il numero di licenze di porto d’armi cresce in Svizzera, ma anche in Germania ed in Italia

 

“Svizzeri sempre più armati”; “Armi: in Ticino è boom di autorizzazioni”; “Quelle super armate provincie di confine”; “Capisco se i tedeschi si armano”. Questi sono alcuni dei titoli comparsi, nelle ultime settimane, su media cartacei ed elettronici. Aggiungiamo alcune cifre:

  • In Svizzera le richieste di porto d’armi sono cresciute del 17.2% nel 2015 rispetto all’anno precedente, per un totale di 29’146 domande inoltrate;
  • In Ticino in meno di 10 anni le richieste d’acquisto di armi da fuoco sono passate da 583 a 1392;
  • In Lombardia sono in 165mila ad avere una licenza per il porto d’armi, le richieste sono aumentate del 5% nel 2016;
  • A Como le autorizzazioni sono 9051;
  • In Germania i piccoli porto d’armi, quelli per girare con scacciacani e spray urticanti, sono aumentati addirittura del 49% nella prima metà dell’anno corrente, arrivando a 402 mila.

Meno sicuri

Questi dati, piluccati e qua e là, devono far riflettere. La tendenza è evidente. I cittadini si armano. E perché lo fanno? La risposta è scontata: perché si sentono meno sicuri. E’ forse “colpa” della polizia? Ci sono stati smantellamenti tali nelle forze dell’ordine da  rendere necessarie simili contromisure da parte dei privati?

Per quel che riguarda la Svizzera ed il Ticino, certamente no. Ma probabilmente nemmeno per i paesi limitrofi.

Allora cosa ha fatto scattare il bisogno di autodifesa? La risposta può essere una sola: l’aumentata presenza di delinquenti, grandi o piccoli. Dallo scassinatore al terrorista islamico. E a cosa va ascritta questa aumentata presenza?

Immigrazione di massa

Di certo i ticinesi, gli svizzeri, i lombardi, i tedeschi non hanno aumentato improvvisamente, per qualche malefico influsso astrale,  il proprio tasso di criminalità. Sicché la spiegazione può essere una sola: se la delinquenza aumenta, possiamo ringraziare l’immigrazione di massa. A partire dal “caos asilo”. Che è poi un eufemismo politikamente korretto per indicare che è in atto una vera e propria invasione della “vecchia Europa” da parte di milioni di finti rifugiati con lo smartphone (giovani uomini che non scappano da alcuna guerra).

Se si guardano i dati della Germania, il collegamento è immediato. A fine 2015 sono infatti deflagrati i vari “casi Colonia”: perché, per i finti rifugiati in arrivo da “altre culture”, le donne europee sono “a disposizione”. Logica quindi l’impennata nella diffusione di spray urticanti e scacciacani.

Sapersi difendere

Il fatto che i cittadini si armino è negativo? No che non lo è. Malgrado le solite fregnacce dei politikamente korretti che, dopo aver spalancato le frontiere alla delinquenza d’importazione, vorrebbero pure impedire agli onesti cittadini di difendere se stessi, i propri familiari ed i propri beni. Il possesso di armi – che deve, è ovvio, andare di pari passo con l’istruzione al  loro corretto utilizzo a scopo difensivo – non va ostacolato. Levare le armi da fuoco agli onesti, come vorrebbero fare i moralisti a senso unico a suon di discorsi di pancia e di populismi di $inistra, significa lasciarne il monopolio ai delinquenti. I quali, è ovvio, pistole e fucili se li procureranno sempre sul mercato nero, sbattendosene di ogni regola o divieto: mica sono criminali per niente.

La polizia non è ubiqua

La polizia, per quanto efficiente, non avrà mai il dono dell’ubiquità. Ben difficilmente potrà arrivare sul posto nel momento in cui il delinquente sta per commettere un’aggressione ed impedirla. Al massimo potrà identificare il criminale a posteriori, e consegnarlo alla giustizia. Nel frattempo però il morto o ferito ci è già scappato.  Inasprire, con pretesti politikamente korretti, il diritto di possedere armi legali, colpisce il bersaglio sbagliato: fa il gioco della delinquenza.

Prede imbelli?

Inutile raccontarci storielle. Come detto, siamo nel bel mezzo del caos asilo. Soprattutto noi ticinesi. Ciò vuol dire che siamo nel bel mezzo di migrazioni di popoli. E tra questi immigrati illegali si nascondono delinquenti comuni, ma anche seguaci dell’Isis. I finti rifugiati, il terrorismo lo portano eccome. Malgrado la Merkel sostenga il contrario. Ma è ovvio: l’Anghela è ridotta a raccontare le più grottesche fregnacce nel vano tentativo di minimizzare la propria scellerata condotta. I suoi proclami d’apertura hanno messo nella palta tutta l’Europa.

Non è difficile capirlo: immigrazione illegale fuori controllo uguale delinquenza. In queste circostanze, il desiderio dei cittadini di non ridursi a prede imbelli in nome del buonismo-coglionismo, ma di mettersi in grado di difendersi è assolutamente legittimo, e va assecondato. Inoltre, aspetto non trascurabile, è anche un deterrente all’indirizzo dei criminali: che non credano di avere campo libero perché onesto uguale indifeso.

Lorenzo Quadri