Il martellamento è durato fino all’ultimo; e poi anche la direttiva farlocca…

La campagna dei contrari alla “criminale” iniziativa No Billag – infarcita di panzane in base al collaudato motto “in temp da guera, püssee ball che tera” – prosegue fino all’ultimo minuto.

Ancora in questi giorni, in sprezzo del ridicolo, i galoppini della TV di Stato tentano di sdoganare  via social (uella) la fregnaccia che il comitato di quattro di gatti che in Ticino sostiene ufficialmente il  No Billag abbia beneficiato di chissà quali finanziamenti. Lo spunto: da un’indagine risulta che, in questo sfigatissimo Cantone, sui giornali  ci siano stati più annunci a sostegno dell’iniziativa che contro.

Peccato che siano stati conteggiati anche gli annunci pubblicati sul Mattino; ed inoltre, se il censimento venisse rifatto a bocce ferme, ossia dopo la votazione, c’è come  il sospetto che il risultato sarebbe diverso. Infatti, dopo l’ultimo sondaggio che dava il No Billag  “in bilico” in Ticino, la casta ha ulteriormente perso la bussola e ha fatto pubblicare sui quotidiani una pletora di annunci farlocchi.

E tutto il resto?

Ma soprattutto: chi credono di prendere per i fondelli i galoppini della TV di Stato? Forse che la campagna contro il No Billag si è svolta solo con le inserzioni sui giornali? E tutto il resto, dove lo lasciamo? Gli “amici della RSI” e compagnia cantante, oltre ad una pletora di annunci su giornali e portali online, ha affisso manifesti, inviato volantini a tutti i fuochi, realizzato spot pubblicitari per i cinema, imbrattato la proprietà pubblica con autocollanti abusivi, disseminato striscioni ovunque (quanti regolarmente autorizzati?), organizzato eventi, volantinaggi, concerti, eccetera eccetera. Hanno pure riservato il LAC per ritrovarsi oggi pomeriggio in attesa dell’esito della votazione: una scelta perfettamente in linea con l’establishment gauche-caviar.

Per realizzare tutto questo – un vero e proprio lavaggio del cervello che non ha precedenti in Svizzera  – bisogna mettere sul tavolo dei bei soldoni. E tanti.

Non parliamo poi dei costi interni alla RSI, con i vertici, a partire dal direttore kompagno Maurizio Canetta, che da mesi sono attivi a tempo pieno nella propaganda contro il No Billag.

Quindi, che i galoppini dell’emittente di regime abbiano il buon senso di non rendersi ulteriormente ridicoli pensando di far credere che i  “quattro gatti” del comitato ticinese di sostegno all’iniziativa contro il canone obbligatorio avessero chissà quali finanziamenti a disposizione (e magari producendosi pure in astruse pippe mentali, con chiari intenti diffamatori, sulla provenienza dei presunti finanziamenti).

Stalking fino all’ultimo minuto

Intanto il martellamento da parte di Comano e dintorni continua: persone “esposte pubblicamente” solo nei giorni scorsi hanno ricevuto svariate decine (!) di messaggini che li esortavano a votare No, anche da parte dei vertici dell’inutile CORSI. Uno stalking a tutti gli effetti, dunque, di proporzioni mai viste, che dimostra l’isteria della casta nel difendere la TV di Stato quale proprio centro di potere, di propaganda e di spartizione di cadreghe.

Venerdì si è poi appreso della direttiva interna farlocca con cui ai dipendenti della RSI viene fatto divieto (?) di esultare sui social in caso di bocciatura dell’iniziativa No Billag. Sicuramente varrà quanto l’altra direttiva in cui, prima dell’inizio della campagna, si blaterava di atteggiamento sobrio e professionale nel periodo pre-votazione.

Qui siamo davvero alla barzelletta. Prima alla Pravda di Comano fanno quattro mesi di lavaggio del cervello (con i soldi del canone, ça va sans dire) ai cittadini contro la “criminale” iniziativa No Billag. E poi, a mezzanotte meno un minuto, tentano ancora di darsi una patina di rispettabilità e di professionalità emanando direttive farlocche (sicuramente redatte sganasciandosi dalle risa)?

E chissà a quali severe punizioni andranno incontro quelli che infrangeranno l’ordine di scuderia (e poco ma sicuro che saranno in tanti): licenziamento in tronco? Fustigazione pubblica nell’immenso atrio della Pravda di Comano (che in confronto la galleria degli specchi di Versailles è uno sgabuzzino)? Crocifissione in sala mensa? Ma va là…

Quattro gatti vs establishment

Qualsiasi sarà la percentuale di consensi racimolata in Ticino dall’iniziativa No Billag, ricordiamoci che questi Sì li ha ottenuti un comitato davvero lillipuziano. Quattro gatti che avevano contro l’establishment al gran completo, con la schiuma alla bocca e l’artiglieria pesante schierata,  accompagnato dai suoi soldatini, rabbiosi e ansiosi di servire il “potere”.

Tra le forze politiche, solo la Lega ha indicato di votare Sì all’iniziativa. Dal punto di vista mediatico, soltanto il Mattino ed il Paese hanno sostenuto il No Billag.  Tutti gli altri organi di stampa, sia elettronici che cartacei che online, erano schierati contro l’iniziativa. Lo scenario era di quelli “bulgari”.

E, se domenica avrete voglia di seguire in TV o alla radio lo spoglio delle schede ed i risultati della votazione, guardateli ed ascoltateli sulle emittenti di Teleticino e non sulla RSI.