La votazione sul risanamento del traforo autostradale del San Gottardo si avvicina, e con essa i fumogeni dei contrari. Intanto il Consigliere di Stato $ocialista, kompagno Manuele “bisogna rifare il voto del 9 febbraio” Bertoli, ha dichiarato pubblicamente che il secondo tunnel sarebbe insostenibile, questo contro la posizione di 4/5 del governo ticinese. Stranamente, da $inistra non è pervenuta alcuna presa di posizione di denuncia di questa manifesta violazione della collegialità. Strano, se un Consigliere di Stato leghista esprime una posizione personale, ad esempio in tema di trattative con la vicina ed ex amica Penisola, i kompagni iniziano subito a strillare. Invece qui  “l’è tüt posct”.

Il ritornello delle quattro corsie
Ma torniamo ai fumogeni. Il primo è lo stracco ritornello dell’apertura contemporanea delle eventuali future quattro corsie sotto il Gottardo. Ma una simile opzione non solo è vietata dalla Costituzione, ma non verrà nemmeno richiesta. Se volesse far passare più TIR sotto il Gottardo, già adesso l’UE potrebbe esercitare pressioni sulla Svizzera: ad esempio pretendendo abolizione o modifiche del sistema a contagocce, quello che centellina l’ingresso dei camion nella galleria. Ma questo non accade. E’ poi interessante notare come la $inistra euroturbo, quella che ci vuole portare nell’Unione europea (obiettivo che figura nel programma del P$) adesso improvvisamente accusa Bruxelles di essere brutta e cattiva al punto da voler sfrontatamente violare le Costituzione svizzera. Non solo, ma dà già per scontato che a Berna caleranno le braghe. Ma come, kompagni: queste non dovevano essere tutte frottole della Lega populista e razzista?

Nuovo fumogeno
Il nuovo fumogeno, un attimino più raffinato, gioca sulla concorrenza strada-ferrovia. Suona più o meno così: “stiamo pagando 25 miliardi per Alptransit, quindi per spostare il traffico pesante dalla strada alla ferrovia, e poi lo sabotiamo con il secondo tunnel del Gottardo?”. Nemmeno questo argomento regge. Per vari motivi. Innanzitutto perché, ripetiamo per l’ennesima volta, il traforo di risanamento non comporta alcun aumento di capacità, quindi non può entrare in conflitto con il principio di caricare i camion sul treno da confine a confine. Ma anche e specialmente perché è vero proprio il contrario di quello che viene detto: Alptransit risulterebbe azzoppato se il traforo di risanamento non si facesse, poiché l’alternativa sarebbe la chiusura almeno triennale del tunnel autostradale del Gottardo, offrendo a chi deve varcare le Alpi il famigerato sistema di navette ferroviarie: a Biasca (per i camion) e ad Airolo (per le automobili). Ebbene, ciò significa che per oltre tre anni  AlpTransit sarebbe intasato dalle navette per il traffico interno. Quindi, non  potrebbe svolgere la funzione per cui è stato voluto.

Transito notturno
C’è anche un’altra questioncella non proprio irrisoria che i politikamente korretti sedicenti tutori della salute dimenticano. Le navette sostitutive non avranno la capacità sufficiente per farsi carico di tutto il traffico che passa sotto il Gottardo. Sicché, per aumentarne l’efficienza (che comunque mai basterà a coprire la domanda, ed infatti si prevede un’invasione di TIR al San Bernardino), bisognerà distribuire i transiti su tutto l’arco della giornata. La conseguenza l’ha indicata la stessa Doris Leuthard: dovrà saltare il divieto notturno di traffico pesante. Che però costituisce (sempre parole di Leuthard) “un pilastro della politica dei trasporti svizzera”.

Invasi da TIR
Non solo: se, in caso di No popolare al traforo di risanamento del Gottardo, dovesse venire costruita la stazione di trasbordo per camion a Biasca  (100mila metriquadri di devastazione) con una spesa di centinaia di milioni di franchetti del contribuente, poi, a lavori ultimati, l’ecomostro resterebbe lì. A maggior ragione in quanto pagato a peso d’oro.
Nell’ultima “ora delle domande” del Consiglio nazionale ne è arrivata una da parte di una deputata P$ che chiede la realizzazione di un’autostrada viaggiante permanente tra Biasca ed Erstfeld (ciò che comporterebbe ovviamente la costruzione delle relative stazioni di trasbordo). Queste cose non succedono per caso. E quale sarebbe la conseguenza di un’ipotetica stazione di trasbordo camion a Biasca? Che non se ne farebbe di sicuro un’altra in nord Italia, a solo una cinquantina di km di distanza. Ergo, i TIR in transito parassitario attraverso la Svizzera ce li tireremmo tutti in casa. Ticino intasato di mezzi pesanti targati UE da Biasca in giù! Altro che “camion sui treni da confine a confine”! E questo grazie ai kompagni ro$$overdi che non vogliono il traforo di risanamento del S. Gottardo per motivi ideologici. Complimenti!
Lorenzo Quadri