Il 76% degli “ospiti” delle confortevoli prigioni elvetiche non ha il passaporto rosso

E’ ora che questi delinquenti vengano mandati a scontare la pena al natìo paesello! KrankenCassis e Keller Sutter (entrambi PLR): sveglia!

Secondo le ultime cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica, negli ultimi 30 anni in Svizzera il numero dei detenuti è aumentato del 50%. La popolazione carceraria è infatti passata dalle 4621 persone del 1988 alle 6907 del 2017. Si è passati da una media di 70 detenuti ogni 100 mila abitanti ad una di 82 carcerati ogni 100mila abitanti.

Cosa è successo negli ultimi 30 anni? E’ successo che si sono spalancate le frontiere. Ed infatti, ma guarda un po’, solo il 24% degli “ospiti” delle lussuose carceri rossocrociate è composto da cittadini elvetici. Il 76% sono invece stranieri.

Il 31% dei detenuti sono stranieri residenti in Svizzera ed il 45% stranieri residenti all’estero.

Alcuni spunti

Davanti a simili cifre, a noi che siamo notoriamente populisti e razzisti, vengono spontanee un paio di riflessioni facili-facili.

  • Tra i detenuti residenti in Svizzera, il 24% ha il passaporto rosso ed il 31% non ce l’ha. In Svizzera la popolazione straniera è un quarto del totale. Di conseguenza, in proporzione tra gli stranieri residenti i carcerati sono ben oltre il quadruploche tra gli svizzeri. Ma come, immigrazione non era uguale a ricchezza? Gli stranieri che delinquono non erano tutta una balla della Lega populista e razzista?
  • Il 45% dei detenuti sono stranieri residenti all’estero ma che sono arrivati in Svizzera per delinquere. Com’era già la fregnaccia della partitocrazia secondo cui chiudere le frontiere non serve a diminuire la delinquenza?
  • Ovviamente e come sempre, non si sa quanti detenuti indicati come “svizzeri” sono in realtà beneficiari di naturalizzazioni facili. Di conseguenza, la percentuale reale di svizzeri tra i carcerati scende ancora di più!
  • Se oltre tre quarti degli ospiti delle superaccessoriate carceri elvetiche è straniero, se ne deduce che i penitenziari li costruiamo per i delinquenti stranieri: e stiamo parlano di strutture che costano vagonate di milioni!
  • Se poi facciamo due conti della serva, scopriamo che in Svizzera i detenuti stranieri sono poco meno di 5200 (i tre quarti del totale). Se calcoliamo che in media un detenuto costa al solito sfigato contribuente 400 Fr al giorno, arriviamo ad una spesa di 2 milioni e 80 mila Fr al giorno per i galeotti stranieri. Che, in un anno, fanno 759’200’000 Fr. Spendiamo 760 milioni all’anno per i detenuti stranieri!E se cominciassimo a fatturare questi soldoni ai paesi di provenienza dei carcerati, che per la maggior parte saranno Stati membri UE? Altro che sognare – come fa la partitocrazia PLR-PPD-P$$ – di regalare 1.3 miliardi di Fr alla fallita UE “per oliare”!
  • Se dunque i delinquenti stranieri venissero spediti a scontare la pene nelle galere dei paesi d’origine, il contribuente svizzerotto risparmierebbe ogni anno quasi 800 milioni di franchetti. Senza contare che le prigioni estere sono sicuramente meno confortevoli dell’Hotel Stampa ed affini. Quindi la prospettiva del trasferimento comporterebbe un benvenuto effetto deterrente. KrankenCassis e Keller Sutter (entrambi PLR), sveglia!
  • Sui trasferimenti dei carcerati esiste un apposito protocollo del Consiglio d’Europa, firmato da una cinquantina di Stati. Tuttavia esso prevede che, per far scontare la pena al criminale straniero nelle prigioni della sua patria, occorre il consenso del diretto interessato. Questa, ovviamente, è una cagata pazzesca (cit. Fantozzi). Nessun detenuto straniero ha interesse ad accettare il trasferimento in patria vista l’enorme differenza di standard tra i penitenziari svizzeri – praticamente degli alberghi – e quelli di altri Stati. Inoltre: con i paesi che non hanno firmato alcun protocollo, che si fa? Non si trasferisce nessuno dei loro galeotti?
  • In alcuni (pochi) casi, è possibile inviare il delinquente straniero nelle patrie galere anche senzail suo consenso. In particolare se “il condannato fugge dallo Stato di condanna e si rifugia nel Paese d’origine, sottraendosi in tal modo all’espiazione della pena”. Questa eccezione è stata introdotta nel 2002. Ed al proposito, nel comunicato stampa diramato ai tempi dal Consiglio federale, si legge che la novità “dovrebberidurre l’elevata quota di detenuti stranieri in Svizzera, sgravando in tal modo i penitenziari. Inoltre, ci si attende un effetto deterrente nei confronti dei criminali stranieri non domiciliati in Svizzera (“turisti del crimine”)”!Per fortuna che la quota di detenuti stranieri sarebbe stata ridotta e che ci sarebbe stato un effetto deterrente! Ridiamo per non piangere…
  • La Confederella dispone di una Segreteria di Stato della migrazione. Magari sarebbe ora di dotarsi di una Segreteria di Stato per i rimpatri.Perché è lì che bisogna concentrarsi. Altro che “fare entrare tutti”. La priorità è rimandare a casa propria il maggior quantitativo possibile di foffa d’importazione!Ricordiamoci, ad esempio, che in Giappone la percentuale di stranieri è del 2%. E non certo perché li fanno sparire dalle statistiche tramite naturalizzazioni facili, come accade invece alle nostre latitudini.

Lorenzo Quadri