La Commissione degli affari giuridici (CAG) silura l’iniziativa contro i giudici stranieri

La politica delle braghe calate e dello smantellamento della nostra democrazia diretta (o semidiretta) procede. La casta vuole esautorare i cittadini a suon di accordi internazionali del piffero. La democrazia svizzera va rottamata perché bisogna (?) essere “aperti” ed “eurocompatibili”! E visto che negli Stati UE il popolo non può decidere un tubo, perché decide tutto la casta, questo è il modello che i camerieri bernesi di Bruxelles ci vogliono imporre.

Ben lo dimostra il categorico njet (12 a 1) pronunciato la scorsa settimana dalla Commissione degli affari giuridici (CAG) degli Consiglio degli Stati sull’iniziativa “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”, detta anche “iniziativa per l’autodeterminazione”, promossa dall’Udc nazionale.

Iniziativa indispensabile

L’iniziativa chiede che il diritto costituzionale svizzero prevalga sempre su quello internazionale. Fanno eccezione le norme cosiddette “imperative” (ius cogens). I trattati internazionali contrari alla Costituzione vanno rinegoziati; e, se ciò non è possibile, disdetti.

L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro: impedire che il diritto internazionale venga utilizzato come pretesto per non applicare la volontà popolare “sgradita” alla partitocrazia spalancatrice di frontiere e multikulti. Che è poi quello che accade sempre più spesso. Vedi il “maledetto voto” del 9 febbraio. Ma anche la non espulsione dei criminali stranieri. Al proposito ha fatto assai discutere, ed a ragione, la sentenza emessa lo scorso mese di ottobre dal Tribunale cantonale zurighese che, con una sciagurata decisione buonista-coglionista (anzi: coglionista e basta), ha gettato nel gabinetto la votazione popolare sull’espulsione degli stranieri che delinquono. Trattandosi infatti di stabilire se un picchiatore 27enne tedesco, che ne ha fatte peggio di Bertoldo, potesse essere sbattuto fuori della Svizzera, il tribunale in questione, smentendo i giudici di prima istanza (tutti beceri leghisti populisti e razzisti? Tutti incompetenti?) ha decretato che “sa po’ mia”: ai dire dei legulei zurighesi, infatti, la devastante libera circolazione delle persone prevale sull’espulsione dei delinquenti stranieri decisa dal popolo, confluita nella Costituzione e poi –  naturalmente in modo molto annacquato (grazie partitocrazia!) – nella nuova legge sugli stranieri.

La scellerata sentenza, che se dovesse venire confermata dal Tribunale federale (aspettarsi il peggio…) segnerebbe la fine dei diritti popolari, è stata aspramente criticata. Non solo dai soliti “razzisti e xenofobi” ma anche da fior di esperti di diritto internazionale, come la professoressa Christa Tobler.

Svendere la Svizzera?

La necessità di approvare in votazione popolare l’iniziativa per l’autodeterminazione appare dunque in tutta la sua evidenza. Se questo non accadrà, quanto stabilito dal tribunale cantonale zurighese, e anche dalla maggioranza bulgara (12 a 1) della Commissione degli Affari giuridici del Consiglio degli Stati, ossia la preminenza del diritto internazionale sulla Costituzione e quindi sulla volontà popolare, diventerà un dato di fatto. Ciò equivarrebbe al funerale della nostra democrazia. Perché a comandare non sarebbero più i cittadini tramite la Costituzione, bensì politicanti bramosi di svendere la Svizzera e funzionarietti stranieri. La vergognosa rottamazione del “maledetto voto” del 9 febbraio ad opera del triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali (ricordarsene alle prossime elezioni) diventerà la prassi quotidiana. Quanto deciso dai cittadini rimarrà, sistematicamente, lettera morta.

Smontano i diritti popolari

Del resto è da tempo che l’élite spalancatrice di frontiere attenta ai diritti popolari. Li vuole smontare per potersi fare i propri comodi. Vedi le prese di posizione del sedicente “serbatoio di pensiero” (Think Tank) Avenir Suisse, vicino all’ex partitone, secondo cui l’esercizio dei diritti popolari andrebbe reso più difficile: è inconcepibile che sia il popolazzo che “vota sbagliato” a decidere il futuro del Paese! (Da notare che gli aspiranti Nobel di Avenir Suisse nelle scorse settimane sono pure riusciti a venirci a raccontare la fregnaccia che nel nostro Cantone non esiste un problema legato all’invasione da sud. Il soppiantamento dei residenti con frontalieri ed il dumping salariale sono solo una balla della Lega populista e razzista. Questo tanto per inquadrare meglio da che parte tira il sedicente “serbatoio di pensiero”).

Annullare il modello svizzero

Asfaltare l’iniziativa “il diritto svizzero anziché giudici stranieri” vuol dire sancire la preminenza del diritto internazionale su quello costituzionale svizzero. In parole povere,  significa annullare la nostra democrazia diretta. Ovvero, distruggere la principale caratteristica del “modello svizzero”. E a sostenere questo scempio – un vero e proprio tradimento! – sono poi gli stessi politicanti che si riempiono ipocritamente la bocca con il carnascialesco slogan No Billag – No Svizzera!

Stabilità?

A dir poco inconsistente l’argomento dei senatori contrari all’iniziativa contro i giudici stranieri.  Infatti costoro se ne escono a raccontare che l’iniziativa per l’autodeterminazione “creerebbe solo incertezze”. Ma a chi credono di darla a bere questi politicanti? A creare incertezze è semmai la messa in discussione, leggi rottamazione, delle votazioni popolari! Che quanto deciso dal popolo venga azzerato da camerieri dell’UE e/o da legulei stranieri: questo sì che causerebbe un danno incalcolabile alla stabilità svizzera, e quindi anche alla nostra piazza economica! Quelle dei signori senatori membri della CAG sono solo le solite fanfaluche con cui l’establishment tenta di esautorare i cittadini svizzeri, rei di non essere più così disposti a farsi impressionare dai ricatti e dalle minacce con cui la casta ci inonda prima di ogni  votazione importante, sperando così di indurre la gente, tramite terrorismo di Stato, a votare contro gli interessi della Svizzera e dei suoi abitanti.

Lorenzo Quadri

La chicca

Nella Commissione degli affari giuridici (CAG) del Consiglio degli Stati siede anche il radikale ticinese Fabio Abate. Vuoi vedere che tra i 12 “senatori” che hanno asfaltato l’iniziativa “il diritto svizzero anziché i giudici stranieri”, stabilendo quindi la preminenza del diritto internazionale su quello costituzionale svizzero, ciò che equivarrebbe alla FINE della nostra democrazia diretta, c’è pure lui? Ma il buon Abate non è mica uno di quelli che si riempiono  la bocca con il carnascialesco slogan No Billag – No Svizzera??