Il sindacato miliardario esenti gli affiliati dal pagamento della quota
Il $indakato ro$$o UNIA, forse per distogliere l’attenzione dal fatto che esso è titolare di un patrimonio di UN MILIARDO, ovviamente munto ai lavoratori, estrae dal cilindro una nuova pensata geniale (?): la settimana lavorativa di 35 ore; va da sé a stipendio pieno.
Evidentemente per la $inistra importare in Svizzera modelli esteri fallimentari è una fissazione.
Sarebbe interessante capire chi dovrebbe poi sopportare i costi dei questa nuova corbelleria. Che qualcuno – naturalmente $ocialista – ha già pensato bene di proporre anche sotto le cupole federali. Che ad uscirsene con atti parlamentari del genere siano degli studenti a vita la cui “professione” consiste nel poggiare le natiche sulla cadrega del Consiglio nazionale, è il massimo.
Da notare che la settimana lavorativa a 35 ore necessiterebbe di una modifica costituzionale. Ma la popolazione elvetica nel 2002 ha già asfaltato quella di 36 ore, e con un bel 75% di no. Sappiamo però che per la gauche-caviar la volontà popolare sgradita conta meno del due briscola.
Se vuole fare qualcosa di utile…
Il mercato del lavoro svizzero, a partire da quello ticinese, di problemi ne ha parecchi. Ma invece di risolverli, il $indakatoro$$o miliardario lancia fumogeni.
UNIA ed i suoi addentellati politici – ovvero i soldatini del P$ ai quali il $indakato ro$$o impartisce gli ordini di marcia – potrebbero cominciare a pensare, tanto per dirne una, ad arginare l’invasione da sud, deleteria per il Ticino.
Ma d’altra parte:
Se UNIA vuole fare un gesto utile ai lavoratori, invece di lanciare iniziative popolari farlocche destinate al flop solo per mettersi in mostra, cominci ad esentare i propri affiliati – in particolare quelli con i redditi più bassi – dal pagamento delle esose quotesindacali. Tanto può permetterselo: ha un tesoretto di UN MILIARDO!
Lorenzo Quadri