I migranti economici di Camorino, con l’appoggio dei molinari, lanciano accuse a vanvera

Di sicuro al natìo paesello fa più caldo che da noi – e gli avvocati che reggono la coda possono volentieri accompagnarli

Qui qualcuno ha decisamente rotto i santissimi. Lunedì mattina, una trentina di finti rifugiati ospiti del centro di Camorino (il famoso bunker della Protezione Civile), non avendo niente di meglio da fare – nel senso letterale del termine, perché questi giovanotti non fanno un tubo da mattina a sera – hanno pensato bene di iniziare uno sciopero per protestare contro i cattivoni e razzisti del Cantone e della Croce Rossa (notoriamente un noto covo di beceri populisti e xenofobi).

E’ manifesto che dietro l’iniziativa c’è la regia di qualche avvocato (chissà chi sarà mai?).

Croce Rossa razzista?

A quanto pare, all’origine dello sciopero (sciopero della fame, visto che mangiare è l’unica cosa che fanno i migranti economici: passando l’intera giornata in panciolle, non potrebbero scioperare da nient’altro) ci sarebbe la decisione della Croce Rossa di far uscire i finti rifugiati dal centro di Camorino nella fascia oraria che va dalle 9 alle 18.

Questa decisione avrebbe dunque dato la stura alla protesta. Che è stata accompagnata, ma guarda un po’, da un farneticante comunicato – a scriverlo, l’ha capito anche il Gigi di Viganello, sono stati i legulei di cui sopra – in cui si lanciano accuse a vanvera al Cantone e pure alla Croce Rossa. Quest’ultima “molesterebbe” (sic) i migranti economici (#metoo?) per poi poterli espellerli. Quanto al Cantone (notoriamente razzista) praticherebbe una politica “sporca”, e prenderebbe decisioni “disumane” (accipicchia!).  Poi la sfida (?): chiamate pure la polizia, non ci muoveremo. Uhhh, che pagüüüraaa!

Per rinfrescare

Da ricordare che l’anno scorso i finti rifugiati alloggiati a Camorino si lamentavano per le temperature nel bunker, e la decisione della Croce Rosse circa gli orari di uscita è stata presa proprio  per poter  rinfrescare la struttura. Oltretutto, i finti rifugiati vengono fatti spostare alle 9 di mattina, mica alle 5. Ma forse sono abituati ad alzarsi tardi, visto che durante il giorno lavorano duro… come no!

Hanno pure il bluetooth

Per non farsi mancare niente due degli ospiti della struttura, robusti giovanotti che non scappano da nessuna guerra, hanno pensato bene di farsi immortalare con tanto di cartelli di protesta in inglese sgrammaticato (vedi foto) e soprattutto – quando si dice la classe – sfoggiando pure le cuffiette per bluetooth!E chi ha pagato questi accessori tecnologici? Forse il solito sfigato contribuente svizzerotto, quello “razzista e disumano”?

Soluzione semplice

La situazione pare di una semplicità addirittura disarmante.

Se questi finti rifugiati non sono contenti dell’accoglienza in Svizzera, se la politica del Cantone in materia d’asilo è “sporca” (?), altro che scioperi e proteste: tornare di corsa al natìo paesello africano, dove peraltro fa molto più caldo che da noi,e dove verosimilmente questi signori non vivevano in ville con piscina. Tornare e restarci. E portarsi dietro gli avvocati che li assistono nelle loro proteste, ed i giornalai ro$$i che reggono la coda.
“Camel e barcheta”

Avviso al Cantone: che nessuno si sogni di spendere anche un solo franco del contribuente per costruire nuovi centri asilanti deluxeperché questi migranti economici non vogliono stare nei bunker della protezione civile. Strutture che però – ma tu guarda i casi della vita – per i militi svizzeri vanno benissimo. Altro che andare in giro a raccontare di aver investito per mettere la rete wifi ed altre amenità del genere!
Non ti piace il bunker? Come diceva quel tale: “camel e barcheta e te tornet a cà”!
Molinari a Camorino?

La spesa per i finti rifugiati, sia a livello cantonale che federale, va ridotta. Ma alla grande. Gli scioperi (?) a Camorino non fanno che rafforzare questa convinzione. E avanti con i rimpatri!

Come ciliegina sulla torta, dalla parte dei finti rifugiati si sono schierati pure i molinari, quelli che finalmente verranno fatti sloggiare dall’ex Macello dopo quasi un ventennio di occupazione abusiva.  Ah beh, con simili difensori a perorarne la causa, i finti rifugiati di Camorino sono in una botte di ferro! Ovviamente, questa costellazione potrebbe anche suggerire un arrocco: migranti economici rispediti a casa loro e molinari nel bunker di Camorino.

Chi lavora

A proposito, ci si lamenta che nella struttura di Camorino fa caldo. Cosa fa il Cantone per i ticinesi che soffrono la canicola? Forse che regala condizionatori a tutti?
E chi sotto il caldo ci deve lavorare, magari in un cantiere, contrariamente ai giovanotti nullafacenti del centro di Camorino?
E noi dovremmo accogliere gente che per tutto ringraziamento ci sputa in faccia? Ma föö di ball tutti, per direttissima! Dal primo all’ultimo!

Lorenzo Quadri