Siamo alle solite: grazie, si fa per dire, agli interventi di taluni tribunali, la volontà popolare viene bellamente ignorata. Capita così che quando finalmente sia la Sezione dei permessi e dell’immigrazione che il Consiglio di Stato che perfino il Tribunale amministrativo, erano tutti d’accordo di espellere uno straniero che ha commesso gravi reati, arriva il Tribunale federale a buttare all’aria tutto.
La persona che CdS e Tram erano d’accordo di espellere dalla svizzera è un 22enne kosovaro coinvolto nella brutale aggressione di gruppo avvenuta nell’autunno 2008 a Lugano in via Brentani ai danni di un cittadino portoghese. Per questa prodezza, il kosovaro era stato condannato a due anni e due mesi di reclusione, cui era seguita la revoca del permesso di soggiorno. Ma come: i giovani stranieri che delinquono non erano tutta un’invenzione della Lega populista e razzista?
Il diretto interessato, davanti alla decisione d’allontanamento, aveva presentato ricorso ma, come detto, sia il Consiglio di Stato che il Tribunale cantonale amministrativo avevano – incredibile ma vero! – risposto picche: il facinoroso doveva lasciare la Svizzera.
A rompere le uova nel paniere arriva però il Tribunale federale, che ha deciso di congelare l’ordine di abbandonare il territorio elvetico rinviando gli atti all’autorità inferiore, la quale è stata incaricata di procedere ad una serie di nuovi approfondimenti. Cosa c’è da approfondire? Si tratta di valutare se la patologia cardiaca di cui soffrirebbe il 22enne possa essere adeguatamente seguita nello Stato d’origine.
Ora, se la persona in questione stava abbastanza bene per andare in giro a partecipare a pestaggi, ci pare ovvio che sta abbastanza bene anche per tornare al proprio paese. Tanto più che sia il CdS che il Tram, notoriamente affetti da smanie politikamente korrette, lo hanno confermato.
Giudici vs voto popolare
Ancora una volta dei giudici – e c’è almeno la consolazione, seppur magra, che non si tratta dei giudici di un tribunale ticinese – prendono a pesci in faccia il risultato di una votazione popolare dall’esito chiarissimo. Ovvero, quella che stabilisce che gli stranieri che delinquono vanno espulsi dalla Svizzera.
E’ chiaro che il Tribunale federale con la sua sentenza apre nuovamente una falla, con l’obiettivo di farci tenere in Svizzera quanti più stranieri che commettono reati gravi, che il popolo ha invece deciso di espellere senza tanti “se” né “ma”.
Non ci pare proprio possa essere compito dell’autorità elvetica andare a verificare la qualità dell’offerta sanitaria dei paesi d’origine dei delinquenti stranieri. Operazione che, va da sé, verrebbe effettuata a spese del contribuente, il quale contribuente spesso e volentieri ha già pagato pure l’avvocato d’ufficio dei criminali non patrizi.
Se gli stranieri che commettono reati non fossero emigrati, non si sarebbero forse dovuti adattare al sistema sanitario locale? Qui siamo al paradosso: tanti stranieri onesti, che sono sempre rimasti nel loro Paese, devono “accontentarsi” del sistema sanitario di quel Paese. Il delinquente che è emigrato ed ha commesso reati in Svizzera continua invece ad usufruire di quello elvetico: magari beneficiando pure dei sussidi di cassa malati.
Responsabilità individuale
Ci pare ovvio che il cittadino straniero, ospite in Svizzera, deve rispettare le nostre regole in modo da non farsi espellere. Chi, ospite in casa nostra, viola crassamente le nostre leggi, si assume tutte le conseguenze del proprio agire. Non è razzismo: si chiama responsabilità individuale. E’ ora di finirla di arrampicarsi sui vetri per non espellere chi deve essere espulso. Anche perché non osiamo immaginare la pletora di “motivi medici” (magari psichici e quindi non verificabili) che verranno invocati per schivare le espulsioni. E allora la Svizzera cosa dovrà fare, effettuare a spese del contribuente verifiche di tutti gli ospedali e le cliniche del mondo? Come le strutture sanitarie dei paesi d’origine curano i propri cittadini che non hanno mai lasciato il paese, così cureranno anche quelli che l’hanno lasciato ma, per colpa propria, sono stati rimandati indietro.
Andando avanti così, il prossimo passo quale sarà? Verificare che il delinquente straniero possa godere nel paese d’origine dello stesso tenore di vita di cui beneficiava in Svizzera? Verificare che abbia a disposizione fitness, piscine, wellness perché fanno bene alla salute, e se non ce ne sono a sufficienza per rapporto al numero degli abitanti non si può procedere all’espulsione?
Lorenzo Quadri