Clima: che nessuno si sogni di inventarsi nuove cavolate dopo la conferenza del BidONU

Tutto come previsto! La kompagna Simonetta Sommaruga e la partitocrazia triciclata, dopo  il NO popolare del 13 giugno alla rovinosa Legge sul CO2, non hanno introdotto nuove tasse e balzelli (ci sarebbe mancato altro); hanno però aumentato quelli esistenti. Avanti con le mani nelle tasche della gente! Ecco come i $inistrati difendono il reddito dei cittadini. Intanto l’altro esponente $ocialista nel governicchio federale, kompagno Alain Berset, si bulla con la storiella dei premi di cassa malati che l’anno prossimo in Ticino dovrebbero scendere in media dell’uno per MILLE. Diminuzione del tutto ininfluente sul potere d’acquisto; tanto più che numerosi ticinesi, alla faccia delle “medie”, nel 2022 si ritroveranno con consistenti aumenti di premi.

Inutile dire che pompare le ecotasse già esistenti malgrado il no popolare non basta: i burocrati del Dipartimento Sommaruga, da consolidata tradizione di $inistra, tenteranno di far rientrare dalla finestra quello che i cittadini il 13 giugno hanno fatto uscire dalla porta, con la notoria tattica del salame (una fetta alla volta). Vedi quanto sta accadendo in Ticino con la ro$$i$$ima riforma “La scuola che NON verrà”.

Il business

La Svizzera, come ormai sanno anche i paracarri, produce meno dell’uno per MILLE del CO2 globale. Si tratta dell’equivalente della riduzione media sui premi di (s)cassa malati, tanto per restare in tema ed apprezzare il “peso”. Ma i $inistrati ro$$overdi, con il solito tandem PLR-PPD al seguito, vogliono vessare e depredare cittadini ed economia. Strillano che bisogna assolutamente ridurre l’impatto ambientale della Confederella. Masoprattutto, occorre ingrassare i loro amichetti: quelli che, nell’eco-business alimentato con soldi pubblici, ci tettano dentro alla grande.

E poi, sempre in nome della protezione dell’ambiente, gli ecologisti lasciano le frontiere sull’Italia spalancate all’invasione quotidiana di 72mila frontalieri uno per macchina (più svariate migliaia di padroncini). Altro che “clima”.

Nuovo flop

Domenica prossima 31 ottobre inizierà la CoP26, che non è un’arma da fuoco bensì la conferenza internazionale dell’ONU sulla lotta ai cambiamenti climatici, che si terrà a Glasgow.

L’inutilissimo BidONU – faziosa marionetta del pensiero unico politikamente korretto in balia di paesi “non occidentali” che la democrazia nemmeno sanno dove sta di casa – starnazza alla catastrofe lanciando proclami da scioperati climatici. Proclami che, è ovvio, nessuno dei grandi inquinatori si sogna di seguire. LaCina e la Russia si sono infatti già sfilate. E, come da copione, i paesi produttori di petrolio, che dettano legge nel BidONU, stanno manovrando dietro le quinte (ma anche davanti) per ammorbidire le possibili future restrizioni sui combustibili fossili. Se chi – come la Cina – genera quasi un terzo del CO2 mondiale, e ne emette sempre di più, si chiama fuori, col fischio che noi, che ne produciamo un MILLESSIMO in continua DIMINUZIONE, siamo disposti a spararci nei gioielli di famiglia con misure autolesionistiche per correre dietro ad obiettivi irrealizzabili.

E’ poi evidente che, con meno immigrazione, anche l’impatto ambientale della Svizzera si ridurrebbe.

Swissexit

I proclami del BidONU contano meno del due briscola, e la CoP26 è destinata a concludersi con l’ennesimo flop. Di sicuro non ci auto-imponiamo nuove tasse e balzelli per adeguarci ad eventuali boiate onusiane. Del resto, la Svizzera non sarebbe nemmeno dovuta entrare nelle Nazioni unite. Ed invece il ministro degli esteri PLR (ex) doppiopassaporto, per alimentare la propria boria personale, vorrebbe portarla addirittura nel Consiglio di sicurezza. Dove evidentemente la Confederella non avrebbe alcun peso. Ma in compenso si vincolerebbe sempre più; alla faccia della neutralità.

A Bellinzona

Intanto venerdì a Bellinzona si è tenuta una nuova manifestazione di giovani che scioperano per il clima. A parte che non si capisce bene da cosa possa scioperare chi non lavora, sarebbe interessante sapere cosa fanno i diretti interessati, nel quotidiano, per ridurre la propria impronta ambientale. Rinunciano ai telefonini? Rinunciano a vestiti ed accessori alla moda prodotti chissà dove,da cambiare ogni stagione? Rimangono in Ticino per le vacanze? Smettono di fare acquisti online che portano al proliferare di furgoni sulle strade? Rinunciano ai cibi esotici ed ai fast food? Bandiscono cosmetici e tinture per capelli? Non usano più gli scooter? Vanno a letto al calar del sole per risparmiare energia?

Come rilevava tempo fa il granconsigliere Paolo Pamini, abbassando di due o tre gradi la temperatura nelle aule delle scuole post obbligatorie si otterrebbe un sensibile risparmio di olio combustibile.

Di cose concrete, non blabla, ne potrebbero fare parecchie anche i giovani scioperanti. Ma certamente è molto più facile pretendere (sul modello della gauche-caviar) che a fare siano sempre gli altri. Ed altrettanto certamente, manifestare è più dilettevole che andare a lezione.

Lorenzo Quadri